
10 pesci facili per l’acquario d’acqua dolce
Introdurre dei nuovi pesci in un acquario sempre è un momento importante, sia per l’acquariofilo esperto che per il novizio. Ma la scelta dei pesci è un’attività che va fatta con molta cura e attenzione, per evitare guai e delusioni. Vale per un nuovo acquario in cui si introducano i primi ospiti, ma ancora di più per una vasca avviata da tempo e già abitata
Nello scegliere i pesci per l’acquario terrete ovviamente conto dei vostri gusti personali in fatto di colori, di forme e di “carattere” delle specie. Ma non dimenticate che un acquario è un microambiente molto delicato, il cui equilibrio va preservato con cura. Per cui dovrete valutare le dimensioni della vasca, il suo affollamento e la compatibilità dei pesci che volete introdurre: non tutte le specie possono convivere pacificamente tra loro.
Ricordate poi che i pesci crescono, per cui informatevi bene sulle dimensioni che possono raggiungere da adulti.
Prima di cominciare facciamo una precisazione: abbiamo detto che vi parleremo di pesci facili per l’acquario. In realtà nessun pesce è facile da allevare, e tutti sono facili, a patto che si rispettino le condizioni ambientali ideali per il loro benessere. Certo ci sono alcuni pesci che è meglio lasciare a chi ha già una lunga esperienza, o che dispone di vasche grandi e con caratteristiche molto particolari. Quelli di cui vi parleremo qui richiedono la vostra cura e attenzione ma non vi daranno grossi grattacapi, e soprattutto non vi costeranno un occhio della testa (anche questa è una variabile di cui tenere conto, soprattutto quando si comincia con l’acquariofilia).
In questo articolo ci concentreremo sull’acquario di acqua dolce, che è decisamente più facile da gestire di un acquario marino. Se invece volete orientarvi verso la sfida di un acquario con acqua salata potete fare riferimento alla nostra guida per scegliere i pesci per l’acquario marino.
Ripetiamo ancora un consiglio che abbiamo dato in altri articoli, e che vale la pena di sottolineare: prima di inserire i pesci in un acquario nuovo dovrete avere un po’ di pazienza. Aspettate come minimo un mese dopo l’avvio, per permettere al filtro di popolarsi dei microorganismi che garantiranno la corretta qualità dell’acqua. La fretta è sempre una pessima consigliera quando si parla di acquari. In ogni caso se volete facilitare la proliferazione dei batteri buoni (quelli che renderanno attivo il filtro dell’acquario annidandosi nei pori dei cannolicchi) potete aggiungere all’acqua un attivatore batterico. si tratta di prodotti, in genere in formato liquido, che rendono più veloce l’attivazione dell’acquario. Sulle confezioni di questi prodotti leggerete probabilmente che permettono di popolare subito l’acquario di pesci: noi vi consigliamo comunque di lasciare che l’ambiente si adatti con i suoi tempi e di aspettare per lo meno una settimana, se proprio non sapete trattenervi.
Passiamo ora alla scelta dei pesci. Noi vi consigliamo di procedere così: decidete per prima cosa quale sarà la specie principale, quella che per voi sarà la specie “regina” dell’acquario. Sceglierete poi di conseguenza gli altri abitanti, sempre tenendo conto dell’affollamento complessivo della vasca.
1) Pesce rosso comune (Carassius Auratus)
Se avete una vasca “fredda”, cioè senza riscaldatore, la vostra scelta sarà davvero limitata alla famiglia dei pesci rossi. Per poter allevare tutte le altre specie dovreste necessariamente essere in grado di garantire una temperatura stabile tra i 24 e i 26 gradi. Il pesce rosso, detto anche carassio o ciprino dorato, è il pesce in assoluto più diffuso in vasche e acquari, perché è estremamente resistente e richiede davvero cure minime. Proprio per questo è spesso allevato in bocce o vaschette senza filtro, ma sappiate che questo è assolutamente da evitare. Anzi, il pesce rosso, se cresce in un ambiente adatto, può raggiungere dimensioni davvero ragguardevoli: può arrivare anche a essere lungo 30 cm! Contrariamente a quanto molti pensano quindi, gli acquari piccoli non sono assolutamente adatti a questa specie. Anche un acquario da 50 litri è davvero troppo angusto. La ragione per cui questi pesci sono così comuni e vengono tenuti anche in minuscole vaschette o peggio bocce, è la loro resistenza: sono pesci che sopravvivono anche in condizioni difficili. Ma costringerli a vivere in un ambiente non adatto a loro è una vera crudeltà, per cui se non disponete di uno spazio più che sufficiente, per favore evitate di prenderli. Bisogna considerare anche che il Carassius Auratus è a suo agio in compagnia di suoi simili, per cui bisogna sempre prendere almeno tre esemplari, cosa che accresce ancora di più il limite di spazio vitale. Una caratteristica tipica di questo pesce è la longevità: se ben curato arriva a vivere 20 o 30 anni, ma si segnalano esemplari che hanno raggiunto la ragguardevole età di 50 anni.
2) Guppy (Poecilia Reticulate)
Pesce della famiglia dei poecilidi, è originario dell’America Meridionale, ma ormai diffuso in molte parti del mondo. Sopporta una gamma di temperature piuttosto ampie, ma idealmente preferisce acque intorno ai 24 gradi. I guppy sono tra i pesci preferiti dagli acquariofili, e molto adatti anche ai principianti. Ne esistono molte varietà, dai colori vivaci. Presentano un chiaro dimorfismo sessuale: i maschi e le femmine sono molto diversi tra loro e facilmente distinguibili. I maschi sono molto più colorati, leggermente più piccoli, e con pinne molto grandi e fluenti. Sono una specie ovovivipara. Significa che le uova vengono fecondate direttamente nel corpo della femmina, per cui i maschi sono dotati di un organo copulatorio, detto genopodio. Le uova poi non vengono deposte, ma si schiudono direttamente nel corpo della femmina, che dà alla luce degli avannotti (dei piccoli pesci già formati). Se volete dei pesci che si riproducano facilmente avete trovato la specie giusta: mettete una giusta proporzione di maschi e femmine nell’acquario (un maschio ogni due o tre femmine) e avrete una produzione di uova invidiabile. Sono pesci pacifici, per cui evitate di metterli in compagnia di specie troppo aggressive (come i barbus o i betta) che se la prenderebbero con le loro bellissime pinne, fino anche a farli morire. Se li mettete insieme a dei ciclidi, come gli scalari, sappiate che questi mangeranno gli avannotti dei guppy fino all’ultimo. L’ambiente ideale per i guppy è un acquario abbastanza ben piantumato, con zone in cui sia gli adulti sia, soprattutto, gli avannotti, possano nascondersi.
3) Black Molly (Poecilia Sphenops)
Anche questo è un pesce della famiglia dei poecilidi, ed originario del Sud e Centro America. Molto amato a causa della sua splendida livrea nera, è un pesce che può crescere anche molto (in natura fino ai 15 centimetri) per cui non adatto agli acquari troppo piccoli. Anche se si è adattato bene all’acqua dolce, è in realtà un pesce d’acqua salmastra. Se non avete altri pesci con caratteristiche diverse nell’acquario potete quindi introdurre un cucchiaino di sale ogni 5 litri d’acqua (naturalmente utilizzate il sale specifico per acquari, non quello da cucina). La sua alimentazione è esclusivamente vegetale, per cui utilizzate mangimi vegetali. E’ piuttosto tollerante per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua, ma predilige un PH basico (intorno ai 7,5) e un’acqua moderatamente dura. Molto pacifico e, come i guppy, facile da riprodurre. Evitate anche con il Black Molly di accompagnarlo con specie aggressive o troppo vivaci da cui non saprebbe difendersi. Anche per il black molly, come per tutti i poecilidi, è molto importante che l’acquario abbia delle piante (possibilmente degli arbusti bassi con fronde piuttosto fitte), che permettano a questi pesci di trovare rifugio.
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4) Platy (Xiphohorus Maculatus)
Ancora un poecilide, il platy è particolarmente adatto ai principianti: è davvero poco esigente in termini di qualità dell’acqua, per cui potrete permettervi anche qualche variazione di PH, di durezza o di temperatura senza causargli troppo stress. Va benissimo un PH neutro (intorno a 7). Se non volete acquistare o farvi in casa l’acqua di osmosi potete anche utilizzare della comune acqua del rubinetto (verificate magari prima con un test che nella vostra zona non sia troppo dura, e soprattutto che non contenga quantità dannose di cloro). In ogni caso meglio utilizzare sempre un condizionatore d’acqua, una sostanza che va aggiunta al liquido per eliminare eventuali metalli pesanti o sostanze dannose come il cloro. Come tutti i poecilidi anche i platy sono facili da riprodurre, avendo sempre cura di inserire in acquario una giusta proporzione di maschi e femmine. Il dimorfismo sessuale è un po’ meno spiccato di quello dei guppy, ma i maschi sono comunque facilmente distinguibili perché più piccoli e sottili delle femmine. Le dimensioni di questo pesce non superano mai i 5 cm, per cui potete allevarli anche in acquari relativamente piccoli. Amano vivere in gruppo, per cui il numero minimo è di almeno cinque esemplari. Ricordate che le femmine devono essere sempre in numero maggiore dei maschi, che altrimenti le stresseranno in modo eccessivo, fino a farle ammalare e anche morire. Il play è insettivoro, a differenza dei cugini della stessa famiglia, quindi dovrete provvedere ad alimentarli con un mangime per pesci tropicali acquario completo, che comprenda elementi vegetali e proteine animali.
5) Barbo Tigre (Puntigrus Tetrazona, o Barbus Tetrazona)
Il barbo fa parte della famiglia dei ciprinidi (la stessa dei pesci rossi). E’ originario del Sud Est Asiatico. Il suo corpo schiacciato e alto è caratterizzato da quattro bande nere verticali che rappresentano il segno distintivo più evidente di questa specie. Se ben allevati, la loro livrea e i loro colori tenderanno a diventare sempre più belli con il raggiungimento della maturità sessuale. Il dimorfismo sessuale in questa specie è poco evidente: è davvero molto difficile distinguere maschi e femmine. La riproduzione inoltre è molto più difficile di quella delle specie descritte in precedenza, e richiederebbe interventi attivi abbastanza complessi da parte dell’acquariofilo. Ma la caratteristica che rende questa specie davvero interessante è il carattere: sono infatti pesci vivacissimi. Un acquario popolato di barbi è un movimento continuo. Sono particolarmente voraci, e possono essere anche piuttosto aggressivi. Capita spesso di assistere a dei veri e propri scontri tra membri del gruppo. Devono vivere necessariamente in gruppo, anzi la loro aggressività tende a diminuire con la numerosità del branco. L’ideale è che siano almeno in sei o sette. Per questo però considerate che dovrete avere un acquario almeno di dimensioni medie (diciamo 80 litri) perché crescendo raggiungono i 7 cm di lunghezza e hanno bisogno di spazio libero per nuotare. Proprio a causa delle loro caratteristiche comportamentali non è molto facile farli convivere con altre specie. Soprattutto sono da evitare pesci con code lunghe e morbide come i guppy o gli scalari, che verrebbero continuamente infastiditi e attaccati. Se vi piace l’aspetto e il carattere dei barbi potreste considerare di fare una vasca monospecie, o al limite solo introducendo qualche pesce da fondo, visto che i barbi si muovono prevalentemente nella parte medio alta della vasca. Ne esiste una variante che invece di avere le strisce verticali è interamente verde (il barbo verde, appunto), che ha caratteristiche del tutto simili. I barbi tetrazona e verdi possono convivere senza problemi.
6) Neon (Paracheirodon Innesi)
Viene spesso confuso con un pesce dalla livrea molto simile, il Cardinale, dal quale si differenzia però molto per le caratteristiche dell’ambiente in cui vive. il Neon è un caracide, ed è uno dei più pesci più diffusi nei nostri acquari, sia per la facilità di allevamento e per la spettacolare livrea argentea con una banda blu e una rossa. I Neon rimangono anche da adulti di dimensioni molto contenute (al massimo quattro centimetri di lunghezza). Nel loro ambiente naturale, il bacino amazzonico, vivono in acque ferme, torbide, scure e leggermente acide (intorno al 6,5 di PH). La temperatura ideale può variare tra i 20 e i 25 gradi. E’ molto importante avere cura dell’arredamento, fornendo a questi pesci zone ombreggiate e scure, con molte piante e possibilmente legni. Sono pesci abituati a nuotare in branco, per cui sarà sempre bene introdurne almeno una decina. Hanno mandibole forti e denti aguzzi, sono insettivori, per cui vanno nutriti con mangimi adeguati. E’ bene accompagnarli con altri pesci di piccola taglia, che provengano da zone con ambiente simile (per esempio i barbus titteya). In alcuni casi si riesce a farli stare anche con i barbus tetrazona (soprattutto se questi sono in branchi numerosi, e quindi meno portati ad infastidire altri pesci), ma non sempre la convivenza funziona, nel qual caso i neon avranno la peggio. Evitate di metterli insieme a pesci di maggiori dimensioni, soprattutto i Ciclidi, che altrimenti userebbero i neon come mangime.
7) Scalare (Pterophyllum Scalare)
Rispetto ai pesci di cui abbiamo parlato finora, con gli scalari saliamo un gradino nel livello di difficoltà, ma trattiamo di una specie davvero splendida. Gli scalari sono dei ciclidi, sono originari del bacino del Rio delle Amazzoni, vivono in acque ferme scure e leggermente acide. Ne esistono varietà diverse per colori, dal classico argentato, al black, gold e koi. Hanno delle movenze elegantissime, ed osservarli nuotare è davvero uno spettacolo: non a caso vengono chiamati “pesci angelo“. Se vi siete innamorati di questi pesci dovete tenere in mente un paio di cose: scordateveli se non avete la possibilità di allestire un acquario di almeno 200 litri. Gli scalari crescono, anche se spesso li trovate nei negozi ancora molto piccoli, e hanno bisogno di vasche lunghe e soprattutto di una colonna d’acqua alta almeno 50 cm. Infatti possono arrivare a crescere più in altezza che in lunghezza. Inoltre sono animali sociali, per cui prenderne uno singolo è escluso, una coppia sconsigliato. Idealmente dovreste prenderne almeno due coppie, o meglio ancora dai sei in su, ma questo ovviamente aumenta ulteriormente le esigenze in termini di litraggio. D’altra parte una delle maggiori soddisfazioni nell’allevare gli scalari è l’osservazione dei loro comportamenti sociali, che si manifestano solo quando sono in gruppo, mentre la coppia da sola tende ad essere poco attiva e vivere per lo più nascosta tra la vegetazione. Sono una specie piuttosto pacifica, ma come tutti i ciclidi sono territoriali, per cui possono diventare anche aggressivi. Inoltre sono dei predatori piscivori, per cui qualunque compagno di vasca di piccole dimensioni potrebbe essere visto da loro come cibo. L’alimentazione dovrebbe essere piuttosto varia: non solo mangime in fiocchi (e anche questo alternandone tipi con composizione diversa), ma anche granulato e se possibile anche cibi congelati come l’artemia salina.
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8) Pesce Combattente (Betta Splendens)
Il nome la dice lunga sull’indole di questa specie: si tratta di un pesce molto aggressivo e spiccatamente territoriale. E’ praticamente impossibile allevare insieme due esemplari maschi di questa specie, a meno di non disporre di una vasca di dimensioni davvero importanti. Esclusa anche la convivenza con i ciclidi e molto difficile quella con altre specie come neon e guppy, che potrebbero diventare delle prede del betta. E’ possibile accompagnarli con pesci che vivono prevalentemente sul fondo, in ogni caso è meglio introdurre i betta per ultimi, per evitare che si approprino di tutti gli spazi dell’acquario e li considerino loro territorio. La configurazione ideale (e più semplice) è un trio composto da un maschio e due femmine, senza altri ospiti, che possono essere allevati anche in un acquario di dimensioni non grandissime (un 50 litri può essere sufficiente). Sono pesci di superficie, e tendono infatti a occupare la parte superiore dell’acquario. Oltre alle branchie sono dotati di un organo respiratorio aggiuntivo, il labirinto, che consente loro di respirare ossigeno anche dall’aria. Sono carnivori, e la loro alimentazione dovrebbe essere variata: mangimi in scaglie o liofilizzato, alternato con surgelato.
9) Corydoras (Corydoras)
Gli ultimi due pesci di cui vi parliamo sono quelli che erroneamente vengono definiti “pesci pulitori”. In realtà la definizione di pulitori è decisamente scorretta. Si tratta in realtà di pesci che prediligono l‘ambiente del fondo, per cui vanno accompagnati con specie che invece vivono nella parte media e alta della colonna d’acqua. Corydoras non è in realtà una specie, ma un genere di cui fanno parte numerosissime specie con colori molto diversi, ma con caratteristiche simili. Tutti i Corydoras hanno un corpo piuttosto tozzo e ricoperto da una corazza formata da due file di placche e sono dotati di una serie di aculei sulla pinna dorsale che servono loro come difesa. Fate attenzione perché la puntura dei loro aculei può essere molto dolorosa. Si nutrono sondando il fondale con dei barbigli dotati di papille gustative, grazie alle quali individuano residui vegetali, larve e vermi. Possono raggiungere dimensioni molto diverse a seconda della specifica specie: i più piccoli non superano i 3 centimetri (come il corydoras pygmaeus), mentre i più grandi possono arrivare a 15 centimetri. Vi conviene informarvi bene prima di effettuare l’acquisto. Le specie più diffuse nei negozi di acquari sono il Corydoras Panda, che ha una bellissima livrea striata, arriva a 4 cm di lunghezza ed è molto robusto e facile da gestire, il Corydoras Splendens, con una livrea argentata, raggiunge i 6 cm, il Corydoras Paleatus, che raggiunge i 6 cm, ma non vive bene in acque troppo calde (sopra i 24 gradi). I corydoras vanno allevati in gruppi di almeno quattro o cinque individui. Ricordate che non sono pesci pulitori: non saranno loro a tenere pulito il fondo dell’acquario. Al contrario dovrete fare attenzione voi alle condizioni del fondale per evitare che si danneggino i barbigli, tenendolo pulito e in ordine. Ad esempio, sono da evitare con questi pesci i fondali fatti di granuli troppo spigolosi o taglienti.
10) Botia Striata (Botia Striatus)
Anche il Botia è un pesce adatto a vivere sul fondo. Esistono diverse specie di botia. Uno dei più diffusi, che troverete molto facilmente nei negozi di acquari, è il Botia Pagliaccio. Non vi fate però attrarre troppo dalla sua bellissima livrea striata e dal fatto che nel negozio lo troverete di piccole dimensioni: questa specie cresce fino a 30 centimetri, e necessita di vasche molto grandi (dai 250-300 litri in su). Inoltre il pagliaccio è molto delicato, soffre molto le variazioni delle condizioni dell’acqua, non sopporta anche minime quantità di cloro, ed è soggetto ad alcune malattie, in particolare l’ichtio (o malattia delle macchie bianche). Il botia striato invece rimane piuttosto piccolo (non più di 10 centimetri), ed è molto più resistente del suo cugino. Deve essere allevato in gruppi di almeno quattro o cinque individui per poter sviluppare al meglio i suoi comportamenti sociali. Come per i corydoras, Per allevare questo pesce è bene dotare l’acquario di un fondo fatto di sabbia piuttosto fine, per evitare si danneggi la bocca e i barbigli che utilizza per nutrirsi. Se inserito in un acquario di comunità meglio associarlo a pesci pacifici. Ha un’alimentazione piuttosto variata e si adatta a tutti i tipi di mangime, ma bisogna sempre fare attenzione che abbia cibo a sufficienza, perché gli altri pesci tendono a mangiare tutto il cibo introdotto prima che giunga sul fondo a disposizione dei botia.
In questo articolo non abbiamo parlato di quella che possiamo considerare la specie regina degli acquari d’acqua dolce: i Discus. Per quanto questo genere, che comprende moltissime specie, sia forse il più amato e desiderato dagli acquariofili, non si può certo considerarlo un tipo di pesce facile da allevare. Occuparsi dei discus richiede una certa esperienza e molto impegno. Tra l’altro le più belle specie di discus in commercio hanno anche dei prezzi davvero elevati (si può arrivare a superare i 500 euro per un singolo esemplare).
