
10 piante ornamentali antismog per l’ufficio e la casa
Le piante antismog oltre a essere molto belle e decorative, riducono l’inquinamento all’interno di appartamenti e uffici.
Non solo l’aria di città è inquinata: le sostanze tossiche si annidano anche negli ambienti chiusi come uffici, case, palestre, negozi. Formaldeide, benzene o altri idrocarburi presenti negli adesivi, nei tessuti, negli inchiostri, nelle vernici, nelle colle e negli arredi possono addirittura rendere l’aria molto più inquinata di quella all’aperto.
Ecco perché è importante sapere come intervenire per limitare i danni, per esempio prevedendo la presenza di piante da interno ornamentali in grado di assorbire le sostanze inquinanti attraverso le radici e le foglie.
Ecco un elenco delle 10 piante antismog più belle da avere in casa o in ufficio:
1 Azalea indica (o Rododendro): attiva contro i gas chimici
Pianta da appartamento che fiorisce per tutto l’inverno fino alla primavera.
L’ideale è collocarla in un posto luminoso, ma non direttamente esposto al sole. Per innaffiarla, meglio optare per la nebulizzazione delle foglie. Mai lasciare la pianta in un vaso inzuppato d’acqua. Non sopporta l’acqua ricca di calcare.
Il nome Rhododendron deriva dal greco rhodos (rosa) e dendron (albero), perché il legno di alcune specie profuma di rosa.
2 Edera: agisce contro tricloroetilene e benzene
Le varietà di Hedera helix mignon sono le migliori per la coltivazione in appartamento.
Prediligono una posizione luminosa, priva di sole diretto; se la luce è poca, le foglie tendono a perdere la variegatura. Crescono a una temperatura compresa fra 15 e 20 °C, ma resistono fino a 5 e 28 °C.
In estate, innaffiarle una volta a settimana; in inverno ogni 10-15 giorni.
Anticamente si credeva che ornando la testa con una corona di edera si evitassero le intossicazioni da sbornia di vino: non a caso la pianta era dedicata a Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza.
3 Filodendro: neutralizza composti di metalli, solventi organici e formaldeide
Questa pianta rampicante necessita di un tutore robusto per crescere, che va tenuto costantemente umido. Durante l’estate meglio innaffiare regolarmente. Il filodendro ama l’umidità ambientale: è dunque consigliabile vaporizzare spesso la pianta, il fogliame e il tutore. Preferisce l’esposizione luminosa ma non il sole diretto.
Il nome Philodendron deriva dal greco e significa “amore per gli alberi”.
In effetti la pianta cresce fissata agli alberi, che utilizza come supporto, abbracciandoli.
4 Dracena: funziona contro formaldeide e benzolo
Sopravvive anche in condizioni avverse: luce scarsa, vicinanza a termosifoni, spifferi d’aria fredda, scarsa irrigazione e zero concimazioni.
L’innaffiatura eccessiva la mette in crisi. Per crescere in modo ottimale richiede un’esposizione luminosa, soprattutto se ha foglie variegate. La luce diretta del sole può provocare bruciature fogliari.
La Dracena è tossica per gli animali.
5 Beaucarnea recurvata (pianta mangiafumo): agisce contro il fumo di sigaretta e pipa, formaldeide, monossido di carbonio, xilene e toluene
Si coltiva in posizioni molto luminose, anche con qualche ora di sole diretto al giorno, lontano da correnti d’aria e da termosifoni e climatizzatori. Innaffiare solo quando il terreno è asciutto. Cresce meglio se durante l’inverno entra in un periodo di riposo vegetativo: a questo scopo, posizionare la pianta in una zona poco riscaldata (tra i 2 e gli 8 °C).
Il prezzo della Beaucarnea dipende dalle dimensioni del rigonfiamento alla base: più questo è grosso, più il costo della pianta sale.
6 Dieffenbachia: assorbe xilene e toluene
È una pianta che sopporta anche condizioni di crescita non ideali. Ama il clima caldo e umido e l’esposizione luminosa senza luce diretta; va innaffiata con regolarità; più raramente in inverno. Vaporizzare spesso il fogliame con acqua demineralizzata. Non sopporta gli sbalzi di temperatura e i colpi d’aria.
La varietà Dieffenbachia seguine è conosciuta anche come “pianta del muto”: se la sua linfa entra a contatto con gli organi vocali, rende muti per diversi giorni.
7 Gerbera: agisce contro ossido di carbonio, ossido di azoto, acido cianidrico e benzopirene
Solo le varietà nane sono coltivabili in vaso al chiuso. La gerbera necessita di luce in abbondanza e sopporta anche il sole diretto. In estate va innaffiata regolarmente; in inverno va messa al riparo dalle correnti d’aria. La maggior parte delle gerbere fiorisce da inizio primavera fino ad autunno inoltrato.
Le prime gerbere furono introdotte in Italia da un floricolture tedesco intorno al 1930, ma non ebbero successo, perché avevano i fiori molto piccoli; divennero popolari nel 1950, con l’arrivo di nuove varietà a capolino grande.
8 Ficus benjamina: agisce contro benzene, fumo e formaldeide
Ama il clima caldo e umido, la luce, ma non quella diretta del sole. Al chiuso raggiunge un’altezza massima di tre metri. Da innaffiare circa due volte alla settimana in estate e un po’ meno in inverno. Vaporizzare le foglie per abbassarne la temperatura in estate e per liberarle dalla polvere che ne può rallentare le funzioni antismog.
Il ficus necessita periodicamente di un buon concime per piante verdi. Secondo la tradizione indiana, il ficus che cresce attorno alle case attira la protezione da parte degli dei.
9 Areca palmata – attiva contro formaldeide, xilene, toluene e ammoniaca
È l’ideale per ambienti in cui si soggiorna per molte ore, per la sua efficacia nel purificare l’aria. Gradisce le posizioni luminose, ma non l’esposizione diretta ai raggi del sole. Mantenere sempre umido il terreno e vaporizzare le foglie con acqua distillata. Predilige una temperatura di crescita intorno ai 20-25 °C.
L’Areca palmata può essere considerata una sorta di umidificatore naturale, poiché garantisce un apporto di vapore acqueo nella stanza di circa un litro d’acqua nell’arco della giornata.
10 Pothos: neutralizza monossido di carbonio, benzene, xilene e toluene
Pianta di facile coltivazione, è quasi impossibile farla morire. Perché sia sana e rigogliosa è meglio metterla a dimora in un vaso non troppo grande, con terriccio universale e tenerla a una temperatura superiore ai 12 °C, in posizione luminosa. Innaffiare solo quando il terriccio è asciutto; sopporta benissimo la siccità. Il vero nome di questa pianta, in realtà, non è (più) Pothos: così si chiamavano le varietà coltivate anni fa, ormai sostituite dal genere Scindapsus. Il vecchio nome è però rimasto in uso, anche se impreciso.
Articolo a cura di LifeGate
