
10 piante velenose per cani e gatti
Ecco 10 piante velenose da conoscere, per evitare che cani e gatti ne entrino in contatto, durante una gita al parco, una camminata in città, un pomeriggio di giochi in casa o una pausa relax in giardino.
Quando ci prendiamo cura dei nostri animali domestici tendiamo a prendere ogni tipo di precauzioni e accorgimenti per permettere loro di vivere al meglio e sentirsi il più possibile a proprio agio e al sicuro, lontani da malattie.
C’è però un altro rischio, costituito da quelle piante velenose che, qualora entrassero in contatto con i nostri amici a quattro zampe, potrebbero risultare molto dannose. Che si tratti di arbusti da giardino, di fiori ornamentali, di alberi, oppure di piante da interni, occorre avere sempre ben presente i pericoli celati tra fronde, rami, foglie, fiori e bacche. Vediamo insieme quali sono le piante velenose da tenere lontano da cani e gatti.
1) DIEFFENBACHIA
La Dieffenbachia è una pianta sempreverde della famiglia delle Areacae, molto diffusa nei nostri appartamenti. Moderatamente irritante per i cani, provoca intossicazioni più gravi nei gatti. Radici, foglie e fusto contengono un lattice bianco-verdastro tossico per entrambe le specie.
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Sintomi (più comuni): per contatto la Dieffenbachia può causare reazioni simil-allergiche sulla cute (eritemi e vescicole). Masticata, porta irritazione, gonfiore e dolore intenso al cavo orale e a tutto l’apparato digerente, tumefazioni faringee e edemi alle mucose, ipersalivazione. Se ingerita, provoca vomito e diarrea. Anche i reni talvolta risentono dell’intossicazione. Se si interviene per tempo, raramente causa la morte degli animali.
2) FILODENDRO
Anche il filodendro è una comune pianta da appartamento della famiglia delle Areacae, pericolosa soprattutto per i nostri amici felini (ma non innocua per i cani). La minaccia è rappresentata da foglie, piccioli e fusto, contenenti una linfa estremamente irritante per pelle e cavo orale.
Sintomi: allo stesso modo della dieffenbachia, la sintomatologia da intossicazione interessa l’apparato digerente: masticazione e ingestione provocano problemi gastroenterici, dolori addominali, infiammazioni e gonfiore al cavo orale. Si aggiungono più seri problemi ai reni: nefriti acute possono causare insufficienza renale e, se non si interviene repentinamente, la morte.
3) OLEANDRO
Arbusto cespuglioso sempreverde della famiglia delle Apocynaceae, l’oleandro è indigeno nelle regioni mediterranee e perciò comunissimo in Italia. È estremamente tossico sia per i cani sia per i gatti (come d’altronde per l’uomo). I casi di avvelenamento non sono rari per gli animali che vivono all’aperto. Anche l’ingestione di quantità minime può portare il nostro animale alla morte.
Sintomi: le tossine dell’oleandro possono causare crampi, nausea, vomito, ipersalivazione, irritazione delle mucose, diarrea sanguinolenta e dispnea. Ma gli effetti più gravi e potenzialmente letali si riscontrano a livello cardiaco: aritmia, problemi alla conduzione del cuore e alla gittata.
4) STELLA DI NATALE
Se siete amanti delle stelle di Natale e avete animali in casa è meglio avvertirvi: anche questa bella piantina, simbolo delle feste, può essere tossica per i nostri amici. Appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, contiene un lattice altamente urticante: raramente questa linfa causa problemi seri se assunta in modiche quantità, ma prestiamo sempre molta attenzione.
Sintomi: gonfiore e bruciore, irritazione di cavo orale, esofago, stomaco e intestino, tosse e senso di soffocamento, conati e vomito, dolori colici e diarrea.
5) AGRIFOGLIO
Molto apprezzato come pianta ornamentale, soprattutto nel periodo natalizio, l’agrifoglio nasconde numerose insidie. Oltre alle foglie lucide e spinose, questa pianta, appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae, risulta nociva anche per l’uomo. In particolar modo, sono le bacche – solitamente di color rosso acceso – a presentare principi tossici e nocivi per la nostra salute e per quella dei cani e dei gatti. Gli animali, soprattutto i cuccioli, sono molto curiosi e nel periodo della dentizione tendono a cercare sollievo mordendo ogni cosa e l’agrifoglio rappresenta per loro un pericolo.
Sintomi: i sintomi di un’intossicazione causata dall’ingestione di agrifoglio sono da individuare in un eccesso di salivazione, vomito, diarrea, inappetenza e affaticamento dell’animale. I problemi maggiori investono l’apparato gastro-intestinale. Le foglie contengono saponine, metilxantine e cianogeno, tutte sostanze nocive e fonte di disturbi per cani e gatti. Ingerire fino a venti di queste sgargianti gemme può provocare addirittura la morte.
6) CICLAMINO
Il ciclamino appartiene alla famiglia delle Primulaceae ed è tra i fiori da balcone invernale più apprezzate sia per la sua resistenza, che comporta davvero pochi accorgimenti per preservare l’integrità della pianta anche in inverno, sia per l’oggettiva bellezza dei fiori, dalle svariate tonalità rosa-violacee. Bagnare lo stelo o il fiore può portare alla formazione di muffe e attirare insetti nocivi per la salute della pianta. I principi attivi che rendono il ciclamino tanto tossico per i nostri animali sono ciclamina e saponine.
Sintomi: la velenosità interessa tutta la pianta che può risultare dannosa, in egual misura, sia per i cani sia per i gatti, provocando gravi problemi gastro-intestinali e, in alcuni casi, portando addirittura alla morte. Il grado di tossicità del ciclamino è maggiore nel bulbo che essendo interrato non è solitamente a disposizione immediata dei nostri amici a quattro zampe. Se ingeriti, anche i fiori possono essere causa di diarrea, vomito e portare a convulsioni.
7) TASSO
Il tasso è anche conosciuto con l’appellativo di “pianta della morte”, un nome che lo inserisce di diritto in questa lista di piante maggiormente velenose e tossiche. Utilizzato spesso come siepe da giardino, il tasso è una conifera sempreverde che produce delle specie di bacche rosse. Se la polpa delle bacche risulta commestibile, lo stesso non può essere detto per il seme, per i rami, la corteccia e le foglie, altamente tossici. Questa tossicità è data dalla tassina, un principio attivo dall’effetto narcotico e paralizzante.
Sintomi: gli effetti della tassina svariano da semplici nausee accompagnate da vomito e diarrea, a ben più gravi forme di alterazioni al funzionamento del sistema nervoso che possono provocare convulsioni, complicazioni respiratorie e portare altresì al coma. La tossicità varia a seconda della stagione e del grado di maturazione delle varie parti della pianta. I sintomi da intossicazione da tasso passano, inoltre, da disturbi gastro-intestinali ad abbassamento della frequenza cardiaca con vasodilatazione, ipotermia e problemi respiratori.
8) EDERA
L’edera è una pianta dall’elevato potere infestante appartenente alla famiglia delle Araliaceae. La sua capacità di “arrampicarsi” su alberi e muri la rende ottima per ornare pareti spoglie ed esteticamente poco piacevoli. L’edera “cammina” anche a livello del terreno e può rappresentare un buon angolino in cui cani e gatti possono nascondersi. Attenzione però: le sue foglie, così come i suoi fiori e bacche, se ingerite, possono provocare problemi gastro-enterici e risultare estremamente dannose per la salute dei nostri amici a quattro zampe.
Sintomi: in seguito a una sua assunzione, sono riscontrabili vomito, nausea, diarrea, tremori diffusi e scompensi respiratori. Con un consumo cospicuo di edera gli animali rischiano di andare in contro a morte certa, propiziata da una depressione nervosa e cardiaca.
9) ORTENSIA
Appartenente alla famiglia delle Hydrangeaceae, l’ortensia è molto diffusa in Italia ed è spesso utilizzata in esterni per colorare il prato di parchi e giardini. La particolarità di questa pianta risiede nei grossi agglomerati di fiori, che formano delle corolle colorate. Le parti della pianta considerate nocive per i nostri animali si presentano principalmente nei mesi caldi dell’anno. Occorre, pertanto, prestare particolare attenzione durante la primavera e l’estate, quando l’ortensia raggiunge il massimo grado di fioritura.
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Sintomi: gli effetti nocivi provocati dall’ingestione di fiori o foglie possono causare vomito e diarrea, specialmente nei gatti. Siamo al cospetto di una pianta molto tossica che contiene glocosidi dall’effetto cianotico. Questi principi attivi possono provocare semplice sonnolenza, ma anche vomito, diarrea e problemi respiratori che portano, nella peggiore delle ipotesi, al decesso dei nostri animali.
10) AZALEA
Arbusto da fiore della famiglia delle Ericaceae, l’azalea è una pianta da giardino molto comune. Le sue foglie e il suo nettare sono fortemente irritanti, rischiosi per i nostri amici animali anche in quantità minime: quando ingeriti possono causare problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici anche letali.
Sintomi: perdita di appetito, disturbi digestivi acuti, salivazione eccessiva, coliche, diarrea, debolezza, depressione, frequenza cardiaca debole, paralisi. Un’intossicazione grave può portare al coma o alla morte per arresto cardiocircolatorio.
Scongiurare i pericoli di un’intossicazione da pianta velenosa non è sempre facilissimo. Spesso dipende dal grado di controllo e prevenzione che possiamo esercitare sull’ambiente in cui i nostri animali si muovono. In giardino può essere utile predisporre delle semplici barriere di protezione attorno alle piante più nocive. Lo stesso può essere fatto in casa, con l’alternativa di posizionare vasi e fioriere in zone sicure.
I casi di avvelenamento da pianta, soprattutto durante i primi mesi di vita dei nostri animali, non sono rari. Tenere sotto controllo un cane è sicuramente più semplice rispetto a un gatto, che adora vivere all’aria aperta. Al minimo sintomo o campanello d’allarme è buona norma non esitare e contattare tempestivamente il veterinario.
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