
5 proposte per una vacanza sostenibile in Italia
Per la prossima vacanza, all’insegna del turismo sostenibile e del rispetto ambientale, potreste, quasi a chilometro zero, fare un’esperienza rigenerante e costruttiva.
Una vacanza “responsabile” vi catapulta in un attimo nella natura più pura, tra le comunità locali, a condividere con loro sguardi e storie.
Eccovi cinque suggerimenti, da segnare in agenda per la prossima vacanza sostenibile, per viaggiare con occhi nuovi, muoversi a piedi, allenare il corpo e ripulire lo spirito.
Tutte e cinque le proposte aderiscono alla rete AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile .
1) E!State Liberi: i campi di volontariato sui terreni confiscati alle mafie, organizzati dall’associazione Libera.
Il proprio tempo libero viene “sacrificato” in virtù di una posizione chiara nei confronti della corruzione e quindi a favore della legalità: si sceglie da che parte stare ma è un sacrificio che restituisce entusiasmo, carica emotiva e libertà, più di quanto potrebbe fare una vacanza in capo al mondo.
Sono più di 7000 i volontari che ogni anno, soprattutto in estate, scelgono di lavorare nei campi confiscati alle mafie, dove una volta si pianificavano gli affari loschi, e di dormire nelle case dove fino a pochi anni fa si nascondevano i latitanti.
Dalla coltivazione dell’orto alla vendemmia, dalle attività di animazione alla ritinteggiatura: il lavoro fisico che educa e che crea condivisione – di fatica e di intenti.
I campi durano solitamente 7 giorni, si svolgono in Sicilia e in molte altre regioni d’Italia.
È possibile partecipare come singoli o come gruppi ed è richiesto un contributo economico per le spese vive del soggiorno.
2) Ospitalità diffusa nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Sulle orme di Edward Lear – scrittore inglese che un secolo e mezzo fa ha percorso l’Italia a piedi viaggiando tra le Marche e l’Irpinia, la Ciociaria e il Vulture – il WWF ha rintracciato il percorso escursionistico all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte del 1874 e ne ripropone un attualissimo itinerario di trekking, accessibile a tutti.
È un percorso modulabile, di minimo due giorni fino a un massimo di sette.
Un’organizzazione efficiente consente di evitare il trasporto dei bagagli, che vengono tradotti da una tappa all’altra, in alcuni casi anche a dorso d’asino.
Cena con prodotti tipici locali, alcune serate animate da gruppi locali sulle tradizioni del luogo e pernottamento presso le famiglie, circa un centinaio, dei paesi del circondario che ospitano gli escursionisti. La ricetta perfetta per una vacanza ecologica, salubre e alternativa.
Per informazioni: www.naturaliterweb.it
3) Domus Amigas in Sardegna.
Paese che vai, ospitalità che trovi.
Anche nella Sardegna sud-occidentale, esiste un circuito di ospitalità diffusa, Domus Amigas, che riunisce quelle famiglie che mettono a disposizione la propria casa per promuovere un turismo sostenibile, a basso impatto ambientale.
Sulla tavola i prodotti locali, dal pane fatto in casa al formaggio fresco, dal miele alle olive.
I produttori locali sono organizzati in rete, commercializzano i prodotti tipici a chilometro zero e gli oggetti di artigianato.
In una regione vocata al turismo, alle spalle dei grandi resort di lusso con piscine a pochi passi dal mare, un altro turismo è possibile.
Tra le dune altissime di Piscinas, lungo la Costa Verde e le grotte calcaree di Santadi, fino alle rovine archeologiche di Fluminimaggiore si estende una zona da esplorare a ritmo decisamente lento.
4) I Briganti di Cerreto a Cerreto Alpi.
I ragazzi di Cerreto, sull’appennino tosco-emiliano, non hanno cercato lavoro lontano, si sono guardati intorno e sono rimasti nei loro luoghi d’origine a vantaggio della comunità locale.
“Ci sarà pure un modo rispettoso e intelligente per sfruttare le potenzialità della montagna” – si sono detti.
Nel 2003 è nata così la cooperativa, in un piccolo borgo costruito con arenaria a legno di castagno, che oggi offre servizi turistici a tutto tondo: accoglienza in ostelli, case vacanza, proposte per attività ludico ricreative, visite guidate, escursioni di trekking, in bici o a cavallo, settimane o fine settimane di vacanza, in estate e inverno.
Un bell’esempio di ricettività turistica è Il Mulino che racconta la storia e la cultura dell’Appennino, lungo le sponde del Secchia, e offre ospitalità a famiglie e gruppi organizzati.
Inserito nel circuito Turismo di Comunità, è un ottimo punto di partenza per le escursioni o un’ottima location per picnic all’aperto.
5) Migrantour – Intercultural Urban Route.
Se decidete di restare in città, il consiglio è di approfittarne per scoprire il lato più nascosto della metropoli, quello che non avete mai considerato.
Con una manciata di ore a disposizione potete avventurarvi in una delle proposte della rete Migrantour: passeggiate cittadine attraverso quartieri popolari, accompagnati da immigrati di seconda e terza generazione, figli di immigrati ormai integrati nella città di adozione.
A Torino, ad esempio, il tour United Colours of San Salvario parte da Porta Nuova, nei pressi della stazione centrale, per condurvi in uno dei quartieri più vivi e popolari della città.
Ci sono poi itinerari più specifici, sulla cultura islamica, la comunità latino-americana o la chinatown torinese, tra musei, negozi e prodotti tipici: un assaggio di multiculturalità.
I tour si svolgono anche a Milano, Roma, Firenze, Genova e altre città europee.
Immagine di apertura: © Volodymyr Shevchuk | Dreamstime.com
