Auto connesse: il futuro della mobilità sostenibile è qui

Auto connesse: il futuro della mobilità sostenibile è qui

In un mondo sempre più veloce e digitalizzato, le auto connesse – o smart cars – stanno aprendo nuove frontiere per quanto riguarda il comfort, la sicurezza e la sostenibilità nel settore automotive, portando avanti una vera e propria rivoluzione nella mobilità urbana in linea con il concetto di smart cities di cui si sta parlando tanto negli ultimi anni. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle auto connesse, inclusi potenziali limiti e sfide da superare.

La digitalizzazione che ormai da anni sembra impossessarsi sempre più di ogni aspetto della nostra vita non ha risparmiato nemmeno il settore dei trasporti, ed in particolar modo quello automobilistico: tra auto a guida autonoma, veicoli smart di vario tipo ed auto connesse non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta. A beneficiare di questo trasporto connesso ed “intelligente” non è soltanto l’ambiente, ma anche la sicurezza dei cittadini e, più in generale, l’efficienza delle città.
Tuttavia, non è sempre oro quello che luccica: diverse sono ancora infatti le criticità associate non solo alla diffusione, ma anche alla circolazione e all’accessibilità stessa di questi veicoli intelligenti.

In questo articolo, vedremo cosa sono esattamente le auto connesse, come funzionano e quale ruolo giocano all’interno del più ampio ecosistema dell’Internet delle Cose (IoT). Infine, ci interrogheremo sui limiti delle connected cars e sul modo in cui la loro crescente diffusione impatterà inevitabilmente la nostra concezione della mobilità su strada, in primo luogo ponendo serie questioni per la sicurezza dei nostri dati personali.

Auto connesse: che cosa sono?

Le auto connesse (anche dette connected car o smart car) sono tra di noi da ormai qualche anno, ma forse non ce ne siamo nemmeno accorti: non si tratta infatti – o, per lo meno, non necessariamente – di veicoli altamente tecnologici e destinati a pochi eletti.

Diverse cause automobilistiche stanno infatti cominciando ad investire sempre più nella produzione di veicoli intelligenti, in grado di dialogare in maniera diretta con altri veicoli, con il cloud, e con la stessa infrastruttura stradale. Tutto questo per un valore di mercato che, secondo le stime di Research And Markets, supererà i 57,6 miliardi entro il 2026, un valore più che raddoppiato rispetto a quello registrato nel 2021.

Questi sviluppi vanno di pari passo a quelli dei dispositivi che permettono il funzionamento delle auto a guida autonoma, quali i cosiddetti ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), i sistemi avanzati di assistenza alla guida. Tuttavia è importante specificare che si tratta di due sistemi di guida distinti, almeno all’attuale stato di sviluppo tecnologico. Mentre le auto connesse sono veicoli tradizionali dotati di avanzati sistemi di comunicazione, le auto a guida autonoma sono veicoli che si possono guidare completamente da soli, senza l’intervento umano. Le due tecnologie possono quindi sovrapporsi, ma non sono la stessa cosa.

Auto connesse: come funzionano?

Gli elementi di una macchina connessa includono una serie di componenti tecnologici che consentono al veicolo di comunicare, raccogliere dati e offrire servizi avanzati. Tra i principali troviamo:

  • Sensori: sensori come radar, lidar (Light Detection and Ranging), ultrasuoni e sensori ad infrarossi permettono al veicolo di rilevare oggetti, veicoli e pedoni circostanti;
  • Telecamere: le telecamere (sia foto che video) sono in grado di rilevare segnali stradali, leggere le strisce di marcatura, monitorare il comportamento dei conducenti e sono altresì indispensabili per i diversi livelli di guida assistita di cui il veicolo può essere equipaggiato;
  • Sistema satellitare globale di navigazione (GNSS): questo sistema, che include il GPS (Global Positioning System), fornisce informazioni sulla posizione del veicolo in tempo reale, fondamentali, tra le altre cose, per la navigazione assistita, il tracciamento del veicolo in caso di furto e la pianificazione del percorso;
  • Sistemi di sicurezza: le auto connesse sono spesso dotate di sistemi avanzati di sicurezza, come il riconoscimento dei segnali stradali, il monitoraggio dell’angolo cieco, il sistema di frenata automatica d’emergenza e molto altro ancora, che utilizzano sensori e telecamere per rilevare situazioni di pericolo e reagire di conseguenza;
  • Unità di controllo elettronico (ECU): le ECU sono le componenti elettroniche che controllano le varie funzioni del veicolo, come il motore, i freni, e la trasmissione, nonché le comunicazioni tra queste;
  • Infotainment e interfaccia utente: gli schermi touchscreen e i sistemi di infotainment offrono servizi di intrattenimento, informazioni sul traffico, navigazione e la possibilità di utilizzare la connessione internet dell’auto come hotspot per i dispositivi mobili. In tal senso, tali dispositivi possono non solo migliorare l’esperienza di guida, ma anche quella dei passeggeri.

Connected cars: come comunicano con l’ambiente circostante?

Cinque sono i modi in cui un’auto connessa può relazionarsi all’ambiente circostante:

  1. Comunicazione V2V (Vehicle-to-Vehicle): grazie ai sistemi di comunicazione integrati le auto connesse possono scambiare informazioni direttamente tra loro. Ad esempio, un’auto può avvertire altre vetture della sua presenza, della sua velocità o di situazioni di emergenza come frenate improvvise, migliorando la sicurezza stradale e aiutando a prevenire incidenti;
  2. Comunicazione V2I (Vehicle-to-Infrastructure): in secondo luogo, le auto connesse possono comunicare  anche con l’infrastruttura stradale stessa, come semafori intelligenti o segnali stradali digitali. Questa comunicazione consente tra le altre cose di evitare ingorghi stradali e rendere più fluida la mobilità urbana, per esempio, sincronizzando i semafori per ridurre i tempi di attesa o avvertendo i conducenti di ostacoli o lavori in corso sulla strada;
  3. Comunicazione V2P (Vehicle-to-Pedestrian): le auto connesse possono altresì rilevare la presenza e i movimenti dei pedoni, contribuendo ulteriormente alla sicurezza e accessibilità delle strade per tutti;
  4. Comunicazione V2C (Vehicle-to-Cloud): un’altra caratteristica particolarmente interessante delle auto connesse è la loro possibilità di trasmettere dati e informazioni di vario tipo al cloud. Tali informazioni possono poi essere utilizzati per aggiornare mappe in tempo reale, fornire informazioni sul traffico e persino monitorare lo stato di manutenzione del veicolo, contribuendo all’ottimizzazione della mobilità stradale e all’efficienza operativa del veicolo stesso;
  5. Comunicazione V2X “Vehicle to Everything”: ovvero la combinazione di tutte le modalità di comunicazione elencate sopra, quindi tra veicoli diversi, tra veicoli e la rete stradale, con i pedoni e con il cloud;

Quali sono le potenzialità delle auto connesse?

Alla base del funzionamento delle auto connesse è la connessione alla rete internet, che permette ai veicoli intelligenti di inviare e ricevere dati anche senza essere necessariamente collegati ad un dispositivo mobile, aprendo la strada a una serie di funzionalità e servizi innovativi.

Tra questi, la possibilità di avvertire in maniera automatica l’officina di riparazioni più vicina in caso di problemi al motore o alle gomme, ma anche di essere avvisati per tempo di eventuali ingorghi o incidenti stradali, di ottimizzare il consumo di carburante o l’efficienza energetica nel caso di veicoli elettrici o ibridi o anche semplicemente di attivare i sistemi di climatizzazione/riscaldamento del veicolo ancor prima di uscire dall’abitazione, in modo da avere sempre un abitacolo confortevole.

Le auto connesse possono inoltre rilevare situazioni di pericolo in anticipo e condividere queste informazioni con altri veicoli. Ad esempio, se un’auto connessa registra una frenata improvvisa, può avvertire le auto dietro di sé per evitare collisioni a catena. Grazie alla connettività avanzata, le connected cars possono poi accedere a mappe e dati in tempo reale, permettendo di ottimizzare il percorso in base alle condizioni del traffico, alle condizioni meteorologiche e ad altre variabili di particolare interesse.

Ma c’è di più: le stesse auto connesse possono essere viste come una sorta di “sentinella” mobile che, grazie alla loro capacità di interagire con altri elementi smart presenti sul tessuto stradale, sono in grado di registrare informazioni su quello che avviene dentro e fuori dall’abitacolo, fornendo preziosi dati utilizzabili dalle amministrazioni locali per informare i propri piani di progettazione urbana e stradale e migliorare così la scorrevolezza delle strade e la loro accessibilità.

Come se non bastasse, alcuni veicolo offrono addirittura la possibilità di prenotare direttamente un alloggio, un ristorante o un parcheggio nei pressi della destinazione selezionata, permettendo dunque al conducente di concentrarsi soltanto sulla guida, mentre i passeggeri possono usufruire dell’hotspot fornito dal veicolo per consumare diverse tipologie di contenuti in streaming, lavorare ai propri progetti o studiare.

Si tratta quindi di una tecnologia integrata dalle immense potenzialità, sia per quanto riguarda l’esperienza di guida, ma anche la sicurezza stradale e la sostenibilità del settore dei trasporti, ad oggi uno dei principali responsabili per l’emissione di gas climalteranti e particolato sottile.

Auto connesse e smart cities: un binomio vincente

Le auto connesse sono un elemento fondamentale nell’ecosistema della smart mobility, ovvero un approccio “intelligente” alla mobilità su strada che punta a migliorare l’efficienza, la sicurezza, la sostenibilità e la convenienza dei sistemi di trasporto in un ambiente cittadino sempre più veloce, popolato e congestionato, poiché forniscono la connettività e i dati necessari per migliorare la mobilità urbana in termini di efficienza, sicurezza e sostenibili.

Al tempo stesso, molte delle sfide che possono ostacolare la diffusione dei sistemi mobilità intelligente sono strettamente legati proprio alla connessione dei veicoli con la rete internet: ad esempio, il rischio di attacchi informatici che potrebbero per mandare in tilt i sistemi di bordo delle auto, con conseguenze potenzialmente fatali per passeggeri e conducenti dei veicoli interessati e di quelli circolanti su strada.

In questo caso, a facilitare le azioni dei malintenzionati è lo stesso protocollo di comunicazione che collega i veicoli connessi alla rete internet (il più usato è il cosiddetto Controller Area Network, o CAN), la cui sicurezza – la cui sicurezza, un tempo garantita dall’assenza di connessione della rete con il mondo esterno, viene meno quando il veicolo viene connesso ad una rete internet attraverso reti WiFi e/o 3G/4G/5G, cosa sempre più comune con la diffusione dei sistemi di infotainment e dei veicoli intelligenti.

I cyber-attacchi in questione possono riguardare sia la sicurezza di elementi indispensabili per la guida, come freni, sterzo, acceleratore, ma anche a funzioni specifiche come il navigatore, la radio o il condizionatore e, non da ultimo, la privacy di conducente e passeggeri (i sistemi delle auto collezionano spesso dati sensibili e privati, come quelli che indicano la localizzazione di un veicolo, la lista di chiamate effettuate e ricevute, ma anche i mezzi di pagamento memorizzati).

Problematiche che necessitano di una rapida risoluzione ai fini di garantire non solo la connettività dei veicoli stessi (sia fra di loro che con la rete stradale), ma anche la sicurezza dei passeggeri.

Il futuro delle auto connesse

In conclusione, il crescente interesse verso i veicoli connessi e a guida autonoma da parte dei consumatori, ma anche la spinta data dall’entrata in vigore nel 2022 della normativa europea che obbliga l’adozione di sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) su veicoli di nuova omologazione (nel 2024 verrà estesa a tutti i veicoli circolanti), sono una cartina tornasole delle potenzialità di questa nuova tipologia di veicoli, alle quali però si contrappongono ancora gli evidenti limiti da un punto di vista di sicurezza stradale e di vulnerabilità degli stessi verso attacchi informatici di vario tipo.

A tal proposito, incoraggianti sono, da un lato, l’adozione della tecnologia 5G, che migliorerà la comunicazione tra auto e infrastrutture stradali, promettendo di ridurre l’occorrenza degli incidenti stradali, ma anche il costante aggiornamento delle misure di protezione delle informazioni utilizzate dai sistemi di comunicazione dei veicoli e l’adozione di norme più stringenti in materia di tutela dei dati personali e della privacy dei passeggeri. Problematiche che saranno già in parte affrontate a monte con la costruzione di software sempre più sofisticati che incorporano sistemi di protezione della privacy.

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