
Cactus: guida completa alla regina delle piante grasse
Cactus: la leggenda della pianta simbolo del deserto
Tra i fiori che simboleggiano il sentimento dell’amore, come la rosa e i tulipani, spunta un’intera famiglia di piante chiamate Cactaceae e conosciute più comunemente con il nome di cactus.
Che sia un disegno stilizzato o un’opera curata nei minimi particolari, il cactus, insieme alla peonia, è uno dei soggetti più amati dai tattoo lovers. Il motivo va ricercato nel significato che nel linguaggio dei fiori rappresenta l’amore appassionato e capace di durare nel tempo, la perseveranza, il coraggio e la tenacia.
Il cactus, o cacti al plurale, fa parte del gruppo delle Cactaceae, una famiglia di piante succulente, generalmente indicate con il nome di piante grasse, che comprende circa 3000 specie e 120 generi. I cacti appartengono all’ordine delle Caryophyllales in cui rientrano anche barbabietole, spinaci, amaranto, garofano, rabarbaro, grano saraceno, piombaggine e bougainvillea.
Si tratta di specie dotate di particolari tessuti, detti parenchimi acquiferi o succulenti, capaci di trattenere grandi quantità di acqua. Una peculiarità che ne permette la sopravvivenza durante i lunghi periodi di siccità tipici delle zone desertiche o particolarmente aride.
I cacti sono piante ornamentali dalle forme e dimensioni differenti e popolano terrazzi, balconi, giardini e appartamenti. Ad oggi il cactus più alto è il Pachycereus pringlei di circa 9,2 m, una pianta originaria del Messico nord occidentale, mentre il più piccolo, il cui diametro in piena maturazione raggiunge 1 cm di diametro, è il Blossfeldia liliputana che cresce nella zona dell’Argentina nord occidentale e nella Bolivia meridionale.
Il nome deriva dal greco antico kaktos che significa carciofo spinoso e, secondo una leggenda d’oltreoceano, la sua nascita è legata alla storia di Quehualliu, un giovane e affasciante indiano appartenente a un’antica tribù, e Pasancana, la figlia del capotribù.
I due giovani erano nati e cresciuti insieme, avevano imparato a camminare e a esplorare la natura che li circondava, e una volta adulti avevano capito di amarsi. Il capotribù però aveva altri progetti per la bella Pasancana e desiderava che la figlia sposasse un altro uomo, un eccellente e forte cacciatore. Per non rinunciare al loro amore Quehualliu e Pasancana decisero di scappare insieme, ma quando il capotribù si accorse della fuga inviò i suoi uomini alla ricerca dei due giovani con l’obiettivo di riportare indietro la ragazza.
Quando, ormai stanchi e spossati, Quehualliu e Pasancana decisero di fermarsi per riposare furono raggiunti dagli uomini del capotribù. Alla ragazza non restò altro da fare che chiedere aiuto a Pachamama, dea della terra. La giovane supplicò la dea di nasconderli e per evitare che gli uomini del capotribù riuscissero a separare i due innamorati, Pachamama decise di trasformarli in cactus.
Cactus: caratteristiche e sottofamiglie
Secondo lo schema Raunkiaer esistono diverse configurazioni biologiche di Cactaceae, tutte perenni: dalle fanerofite alle camefite passando per le criptofite, emicrofite e altre ancora.
Globosi, singoli o raccolti in gruppi, colonnari, appiattiti, bassi o alti, i cactus possono assumere forme differenti e sono dotati di gemme latenti ricoperte da peli, detti lanugine, e di foglie provviste di glochidi ovvero piccole, dure e pungenti spine che hanno origine dalle areole. I fiori sono il più delle volte bisessuali con l’ovario infero, vale a dire situato al di sotto del calice, e numerosi stami. La fioritura di alcune specie è notturna perché l’impollinazione avviene grazie all’azione di alcuni insetti o animali notturni come falene e pipistrelli.
Diffusi in particolare nel continente americano, dal Canada alla Patagonia, i cacti crescono nelle steppe, nelle praterie, nei deserti e persino nelle zone caldo-umide della foresta tropicale e subtropicale.
Nell’Africa centrale, in Madagascar e nello Sri Lanka, si trova spontanea la Rhipsalis baccifera, detta anche Mistletoe cactus o cactus epifetita con riferimento a quelle specie di piante che crescono sostenendosi ad altri organismi vegetali e per questo vengono chiamate piante aeree.
Alcune specie, complice l’intervento dell’uomo, si trovano anche in Europa, Australia e Asia, e in alcuni casi si tratta di vere e proprie piante infestanti. In Italia, soprattutto lungo le coste e in Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Liguria e Toscana, la specie più conosciuta di Cactacea è l’Opuntia ficus-indica da cui hanno origine i colorati e golosi frutti chiamati fichi d’India e utilizzati nelle cucine di tutto il mondo.
Sono quattro le sottofamiglie che formano la grande famiglia delle Cactaceae:
- Pereskioideae: conta un solo genere che comprende circa 25 specie. Sono presenti nel sud del Messico, nei Caraibi, in tutta l’America centrale e meridionale e a est delle Ande.
- Opuntioideae: comprende circa 300 specie suddivise in 15 generi. Sono diffuse in tutto il continente americano a partire dal Canada e fino al sud America.
- Maihuenioideae: include due specie raggruppate in un unico genere. Si trovano in Cile e Argentina.
- Cactoideae: è la sottofamiglia più ampia con 1800-2500 specie suddivise in 100-120 generi raggruppati in 9 tribù.
Cactus: tutti i segreti per imparare a coltivare le piante grasse
Se amate le piante grasse ecco tutto quello che dovete sapere sulla coltivazione dei cactus per prendervi cura della vostra pianta.
Terreno e clima: il suolo ideale è poroso, leggero e drena bene l’acqua. Attenzione ai ristagni che possono causare il marciume dell’apparato radicale e causare la morte della pianta. Il terreno dev’essere composto da due parti di terra, tre parti di sabbia, una parte di terra di foglie e una parte di brecciolino. A chi si cimenta per la prima volta nella coltivazione dei cacti, il consiglio è usare un terreno pronto che si può acquistare presso i vivai o nei negozi di articoli per il giardinaggio. La pianta predilige ambienti luminosi e sopporta bene sia il caldo che le basse temperature a patto che non scendano mai sotto i 10 gradi. I cactus hanno bisogno di sole e per le piante coltivate in vaso è consigliabile ruotare il contenitore per fare in modo che la luce colpisca ogni lato delle Cactaceae. Se la pianta inizia a colorarsi di rosso significa che riceve troppo sole e quindi è necessario spostarla in un luogo meno caldo.
Annaffiature: è noto che i cactus hanno bisogno di annaffiature scarse, tuttavia la relazione tra l’acqua e la pianta cambia in base alla stagione, al clima e all’umidità del luogo. Se in estate la pianta va annaffiata ogni dieci giorni circa, per mantenere la superficie del terreno sufficientemente umida, in primavera e autunno le annaffiature si riducono fino a un massimo di una volta al mese durante l’inverno. Il momento migliore della giornata per innaffiare i cacti è la sera con acqua a temperatura ambiente.
Concimazione: la concimazione, da evitare d’inverno quando la pianta entra in riposo vegetativo, dev’essere effettuata almeno una volta al mese nel periodo compreso tra aprile e fine agosto. Il fertilizzante ideale è a base di fosforo, calcio, ferro, magnesio e potassio. La corretta crescita della pianta non richiede particolari operazioni di potatura se non quelle legate all’eliminazione di fioriture secche o parti marce.
Semi e talea: le piante succulente si riproducono facilmente per talea. È sufficiente tagliare una parte di foglia o di ramo avendo cura di utilizzare una lama affilata e sterilizzata. L’uso delle forbici, invece, è sconsigliato perché non consentono un taglio netto e rallenterebbero il regolare processo di cicatrizzazione della pianta. Successivamente, bisognerà lasciare asciugare la talea per alcuni giorni e solo quando il taglio sarà guarito si potrà inserire nel terreno, dove si formeranno le nuove radici. La nuova pianta potrà cominciare a essere innaffiata a partire dalla settimana successiva e con moderazione. I cacti possono essere coltivati anche a partire dal seme ma i primi risultati saranno visibili dopo molto tempo. Potrebbe essere necessario attendere anche un anno per la germinazione dei semi e due, o poco più, prima che il cactus inizi a fiorire. Per una corretta coltivazione in vaso è necessario utilizzare dei contenitori sterilizzati e poco profondi da riempire con una combinazione di terriccio e sabbia. I semi andranno sistemati nel terriccio e ricoperti di sabbia quel tanto che basta per assicurarli al terreno senza spingerli troppo in profondità o non germineranno bene. In seguito, il terreno dovrà essere innaffiato e il vaso coperto con della pellicola trasparente per mantenere il giusto grado di umidità necessario alla corretta crescita della pianta. Quando inizieranno a spuntare le prime piantine si potrà togliere la pellicola ed esporle alla luce facendo però attenzione a evitare la luce diretta del sole. I vasi ideali per i cacti sono in terracotta non smaltata, per consentire una più facile evaporazione dell’acqua, e larghi.
Rinvaso: il trapianto va effettuato a fine inverno o a inizio primavera ogni 2-4 anni circa. Come capire quando è arrivato il momento del rinvaso? Sono due i segnali a cui bisogna fare attenzione: le radici che fuoriescono dai fori del drenaggio o la corona del cactus che tocca il bordo del contenitore. Per evitare dolorosi incidenti e proteggere le mani dalle spine, è consigliabile indossare dei guanti e utilizzare dei fogli di giornale o una pinza da barbecue. Il primo passo è allentare il terreno facendo passare un coltello dalla lama non affilata lungo il contorno interno del vaso. In seguito, utilizzando dei fogli di giornale o la pinza, bisognerà sollevare il cactus e tirarlo fuori dal vaso. Dopo aver estratto la pianta dal contenitore le radici andranno pulite e separate con attenzione per eliminare l’eccesso di terreno. È molto importante controllare lo stato dell’apparato radicale e trattare eventuali problemi causati da parassiti o malattie con specifici prodotti. Le radici andranno fatte asciugare per circa quattro giorni prima di procedere con il rinvaso. L’ideale è utilizzare un vaso di una sola misura più grande rispetto al precedente perché in contenitore troppo grande il terreno trattiene più acqua e le radici potrebbero marcire. Dopo aver inserito un po’ di terra nel nuovo vaso si potrà sistemare il cactus al centro senza premerlo nel terreno per non rischiare di stressare le radici. Anche in questo caso si consiglia l’uso di guanti, fogli di giornale o pinza da barbecue. A questo punto, si potrà aggiungere altra terra intorno alla pianta per ricoprire le radici e, se necessario, del compost e della ghiaia che contribuiranno a mantenere la giusta acidità del terreno e a migliorare il drenaggio. Concluse le operazioni di rinvaso si potrà procedere con la prima annaffiatura facendo attenzione alle necessità delle diverse specie. Quelle più resistenti potranno essere annaffiate dopo una settimana, mentre per le specie con radici che marciscono più facilmente è consigliabile attendere dalle due alle tre settimane.
Malattie e parassiti: oltre al marciume radicale e del colletto e alla fumaggine, tra le principali malattie fungine che colpiscono la pianta, i nemici numero uno dei cacti sono la cocciniglia e il ragnetto rosso. La prima attacca le radici mentre il secondo l’apice delle piante.
Cactus: le varietà più belle da coltivare in vaso
Ecco quali sono le dieci varietà più belle di cactus da coltivare in vaso:
- Echinopsis chamaecereus
- Haworthia fasciata zebra
- Mammillaria
- Aporocactus Flagelliformis
- Cereus
- Cactus di Natale
- Echeveria
- Eulychina saint-piena Spiralis
- Epiphyllum
- Ferocactus Orrido
