Carpooling: che cos'è e perché è diverso dal car sharing

Carpooling: che cos’è e perché è diverso dal car sharing

Insieme al car sharing, con il quale viene molto spesso confuso, il carpooling una delle forme di sharing mobility che sta riscontrando più successo negli ultimi anni. Scopriamo insieme che cos’è e come funziona.

I dati parlano chiaro: dopo lo stop imposto dalla pandemia da Covid-19, le diverse modalità di sharing mobility, tra cui carpooling, car sharing e car hailing, hanno trovato nuovo slancio nel biennio 2021-2022, tanto da superare i livelli pre-pandemia.

E non c’è da stupirsi: tra prezzi dei carburanti alle stelle e livelli di inquinamento urbano che hanno raggiunto massimi storici, è ormai evidente come sia necessario far leva su soluzioni di trasporto sostenibili, alternative ai veicoli di proprietà, ma non per questo meno confortevoli ed efficienti.

Ed è proprio qui che entrano in gioco modalità di viaggio condivise e sostenibili quali il car sharing (di cui abbiamo parlato in questo articolo) ed il carpooling, spesso confuse tra loro, ma in realtà sostanzialmente differenti.

Qui abbiamo deciso di approfondire caratteristiche e vantaggi di questa seconda tipologia di sharing mobility, che sta riscontrando crescente successo anche nell’ambito della mobilità aziendale.

Carpooling: cos’è e come funziona

Il carpooling consiste nell’uso condiviso di un automobile tra un gruppo di persone, generalmente per tragitti interurbani di medio-lunga percorrenza, al fine di ottimizzare i costi di viaggio e ridurre l’impatto ambientale della corsa.

Optare per questa modalità di sharing mobility consente infatti non solo di risparmiare qualche soldino, poiché i costi del viaggio (quali benzina, pedaggio, usura degli pneumatici) vengono distribuiti tra i diversi passeggeri, ma anche di ridurre il numero di auto in circolazione. Il risultato? Meno emissioni, meno traffico, riduzione dei tempi di circolazione e meno stress.

Se questo non bastasse, il carpooling ci consente anche di conoscere nuove persone, con cui scambiare esperienze, confrontarsi e, perché no, fare network. Infatti, la condivisione del veicolo avviene nella maggior parte dei casi tra sconosciuti.

Spesso infatti chi decide di mettere a disposizione la propria auto si avvale di piattaforme digitali – punto di riferimento in Italia è BlaBlaCar – attraverso cui entrare in contatto con altri viaggiatori interessati ad effettuare la stessa tratta (o, perlomeno, parte di essa) nello stesso orario.

Passeggeri e conducenti non dovranno quindi fare altro che registrarsi sulla piattaforma prescelta (nel caso del guidatore sarà necessario inserire anche i dati del veicolo e della propria patente di guida) e consultarla ogni qualvolta saranno interessati a condividere una determinata tratta (generalmente la piattaforma fornisce diverse opzioni per la stessa tratta).

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Inoltre, per facilitare la scelta del conducente, la maggior parte delle piattaforme di carpooling consente di leggere le recensioni lasciate dagli altri passeggeri, nonché di inviare messaggi diretti per chiedere maggiori informazioni sul viaggio in questione o per valutare la possibilità di modificare punto di arrivo e/o partenza, altrimenti chiaramente indicati nella schermata d’acquisto della corsa.

Come se non bastasse, il carpooling è particolarmente apprezzato anche nell’ambito della mobilità aziendale, in particolar modo come soluzione per ottimizzare la gestione delle trasferte tra due sedi della stessa azienda o per organizzare i tragitti che dalla sede portano i dipendenti verso aeroporto o stazioni. Anche in questo caso, esistono ormai diverse piattaforme di carpooling incentrate sull’ambito business, tra cui Hub2Hub, TwoGo e UP2G, di cui parleremo più approfonditamente a breve.

Carpooling: vantaggi e svantaggi

Il carpooling è una modalità di viaggio particolarmente sostenibile, sia per l’ambiente che per il portafoglio.

Ta i vantaggi del carpooling troviamo infatti:

  • Ottimizzazione dell’uso delle risorse disponibili: in questo caso, utilizzando automobili con più persone a bordo saremo in grado di limitare l’immatricolazione di nuovi veicoli e la necessità di creare nuove infrastrutture stradali;
  • Riduzione dell’inquinamento e miglioramento della qualità dell’aria: un minor numero di veicoli in circolazione si traduce anche una riduzione nelle emissioni di CO2 ed altri agenti inquinanti;
  • Meno traffico, meno stress: un altro vantaggio associato all’uso crescente di servizi di sharing mobility, quali il carpooling, è la riduzione degli ingorghi e del traffico in uscita ed entrata nelle città. Questo si traduce anche in minori livelli di stress per chi necessita di mettersi alla guida dopo una stressante giornata a lavoro;
  • Riduzione nei costi di viaggio: scegliere di condividere il proprio veicolo con altri passeggeri consente di ridurre le spese pro capite associate al pieno di carburante e alla manutenzione della macchina, così come i costi di eventuali pedaggi e parcheggi;
  • Possibilità di conoscere nuove persone ed allargare la propria rete di contatti: come accennato in precedenza, il carpooling ci permette anche di conoscere nuove persone, intrattenere discorsi arricchenti e divertenti e smorzare così la monotonia del viaggio; insomma, un modo perfetto di unire l’utile con il dilettevole, soprattutto per i più estroversi;
  • Un’ottima soluzione per agevolare la mobilità aziendale: il carpooling è altresì una soluzione di mobilità condivisa particolarmente apprezzata a livello aziendale, in particolare per quanto concerne l’organizzazione di trasferte aziendale e degli spostamenti tra diverse sedi e uffici;
  • Garanzia di tutela RCA in Italia: il carpooling è anche una forma di sharing mobility sicura sia per conducenti che passeggeri. Infatti, una normale assicurazione auto obbligatoria è sufficiente per tutelare sia guidatore che passeggeri, poiché eventuali danni a persone rientrano nella copertura per i rischi di responsabilità civile verso terzi (RCA).
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Sebbene i vantaggi del carpooling siano notevoli, questo servizio potrebbe non fare al caso nostro se:

  • Abbiamo poca flessibilità in termine di orario e punto di arrivo/partenza: come accennato sopra, il carpooling presuppone il rispetto di precisi orari e punti di arrivo e partenza stabiliti dal conducente. Questo potrebbe essere un limite per chi ha specifiche esigenze (alcune tratte potrebbero risultare scoperte in determinate fasce orario o anche giornate) o orari d’ufficio poco flessibili;
  • Siamo alla ricerca di un servizio di mobilità urbana: il carpooling è un servizio generalmente pensato per collegamenti interurbani di medio-lunga distanza, ma che per sua natura poco si presta a spostamenti urbani (in questo caso, possiamo considerare il car sharing che, come vedremo a breve, è un servizio di sharing mobility pensato per rispondere proprio alle esigenze della mobilità urbana);
  • Vogliamo avere un certo livello di privacy: il carpooling non fa al caso nostro nemmeno se abbiamo voglia di fare un viaggio tranquillo e silenzioso o se non amiamo uscire troppo dalla nostra comfort zone.

Carpooling e car sharing: quali sono le principali differenze?

Carpooling e car sharing: stessa cosa…oppure no? Sebbene i due termini vengano spesso confusi tra di loro, car sharing e carpooling indicano due modalità di sharing mobility ben distinte tra loro.

Se, come abbiamo visto, il carpooling è una delle forme più diffuse di ride sharing (ovvero la condivisione di una vettura secondo un percorso ed un orario comune) e presuppone il possesso del veicolo da parte del conducente, con il termine car sharing indichiamo invece il noleggio, generalmente per un breve lasso di tempo, di un veicolo messo a disposizione da un servizio pubblico o privato (tra i più conosciuti Enjoy, Zity, ShareNow e DriveNow), allo scopo di muoversi da un punto A (il punto di partenza dove si trova in quel momento il veicolo) ad un punto B (la nostra destinazione, dove poi lasceremo il veicolo).

Il car sharing non presuppone dunque il possesso del veicolo da parte del conducente e di eventuali passeggeri, che usufruiranno del mezzo soltanto in caso di bisogno. Questo significa anche che le uniche spese da sostenere saranno quelle relative al noleggio del mezzo, mentre assicurazione, bollo e spese di manutenzione saranno a carico del servizio di noleggio.

Un’altra grande differenza tra carpooling e car sharing è che, mente il primo servizio viene generalmente usato per tratte inter-urbane o nel caso di spostamenti in ambito aziendale, il secondo è particolarmente apprezzato per gli spostamenti urbani.

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Ad ogni modo, entrambe queste modalità di sharing mobility hanno il potenziale di contribuire in modo sostanziale alla riduzione del numero dei veicoli privati circolanti sulle strade e, di conseguenza, delle emissioni di gas serra legate al mondo dei trasporti.

I principali servizi di carpooling in Italia

Sebbene il primo servizio di carpooling abbia fatto la sua prima comparsa nel nostro Paese meno di un decennio fa, questa forma di sharing mobility ha rapidamente assunto un discreto livello di popolarità e diffusione, soprattutto per quanto riguarda le tratte di medio-lunga percorrenza.

Tra le piattaforme di carpooling (aziendale e non) più utilizzate all’interno del territorio italiano troviamo:

  1. BlaBlaCar: la piattaforma di riferimento per la prenotazione online di carpooling in Italia. Disponibile sia in app che come sito web, BlaBlaCar vanta di un numero di utenti che supera gli 1,5 milioni al mese e di prezzi medi inferiori rispetto a quelli di treni e bus. Un altro punto di forza della piattaforma è la possibilità di essere rimborsati se si decide di annullare il viaggio fino a 24 ore dalla partenza. BlaBlaCar permette inoltre ai propri utenti di indicare eventuali preferenze in termini di disponibilità ad accettare animali a bordo e/o ascoltare musica in macchina.
  2. JoJob: un app di carpooling pensata per l’ambito business, che permette di facilitare gli spostamenti quotidiani dei dipendenti con l’obiettivo ultimo di ridurre l’impatto ambientale ed economico del tragitto casa-lavoro e di contribuire alla diffusione della cultura della mobilità sostenibile. JoJob consente inoltre di analizzare le esigenze di mobilità dei dipendenti, offrendo servizi sicuri ed affidabili in grado di soddisfarle. Questi dovranno soltanto registrarsi al servizio e scegliere un passaggio offerto da dipendenti della stessa azienda o da quelli di aziende vicine.
  3. UP2GO: simile alla precedente, UP2GO è una piattaforma ideata per aiutare a soddisfare le diverse necessità di spostamento nell’ambito di una stessa community (sia questa un’azienda, un’associazione, un ente pubblico o un gruppo con interessi comuni). Attraverso l’applicazione è possibile misurare la CO2 risparmiata utilizzando il carpooling ed ottenere dei crediti che permetteranno di ottenere determinati premi. Inoltre, grazie ad una serie di partner di rilevo nel settore, UP2GO è in grado di offrire diversi servizi attraverso i quali organizzare PSCL (Piano di Spostamento Casa Lavoro) e flotte aziendali.
  4. TwoGo: è una piattaforma cloud con lo scopo di agevolare la mobilità dei pendolari attraverso l’organizzazione dei tragitti condivisi da dipendenti e normali cittadini. La pianificazione dei tragitti avviene in maniera automatica e permette agli utenti di trovare in pochi istanti una soluzione di mobilità economica e personalizzata. Attualmente TwoGo è partner di alcuni importanti operatori, tra cui Porsche, Skoda, Lidl, Roche, AOK e Palfinger.
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