Chi salverà lo squalo dall'uomo?

Chi salverà lo squalo dall’uomo?

Predatore spaventoso e temibile, rispetto ad altri animali uccide meno di quanto si pensi.

Il killer degli abissi è una specie da proteggere anche perché, grazie al turismo, è fonte di ricchezza per le comunità locali.

Quest’anno si festeggia il 40° anniversario di Lo squalo, il film che consacrò il successo di Steven Spielberg, il regista americano più volte premio Oscar.
Questa pellicola dà perfettamente l’idea di come l’immaginario collettivo percepiva questi magnifici animali nel 1975: sanguinosi killer degli abissi, pronti a fare un boccone degli esseri umani che avevano la sventura di trovarsi nelle loro vicinanze.

Oggi l’immagine dello squalo è completamente cambiata: addirittura, il 14 luglio è stato eletto come “Giornata dello squalo”, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi pesci.
È più probabile che ti morda un amico che uno squalo“, ha twittato il WWF in occasione di questa ricorrenza.
Le statistiche mondiali riportano che, ogni anno, mediamente una cinquantina di persone subiscono attacchi da questi pesci. Un numero di incidenti decisamente modesto se paragonato ad altri eventi cruenti che vedono protagonisti altri animali. Ad esempio, ogni anno, 3000 persone sono uccise dagli ippopotami in Africa, mentre solo negli Stati Uniti una trentina di persone vengono sbranate dai cani.
Parallelamente, si stima che l’uomo uccida tra i 30 e i 70 milioni di esemplari di squalo.

Lo squalo è come il maiale. Tutto quanto il suo corpo viene utilizzato: la carne, il fegato, la pelle, la cartilagine, i denti e le vertebre. In particolare le pinne, considerate una prelibatezza dai mercati asiatici, sono la principale causa di questa strage. Lo squalo è diventato, così come il panda e la tigre, un animale da proteggere.
Tre specie di squalo sono tutelate dalla Convenzione internazionale per il commercio delle specie animali e vegetali (CITES).

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Sarà il turismo a salvare gli squali in alcune aree del Pianeta? Cifre alla mano, la riposta è sì, come testimoniano diversi casi studio che dimostrano come il terribile squalo è in realtà, per l’industria mondiale delle vacanze, una sorta di miniera d’oro.

A Palau, nell’oceano Pacifico, un singolo squalo di barriera può contribuire infatti per quasi 2 milioni di dollari, nel corso della sua vita, all’economia dell’isola. Tanti sono i soldi spesi dai subacquei per ammirare questi pesci durante le immersioni.

Alle Bahamas gli squali valgono, grazie alle attività subacquee, 78 milioni di dollari all’anno. In queste isole una legge vieta l’uccisione o la detenzione degli squali o il commercio delle loro parti, per evitare che tali attività pregiudichino le redditizie immersioni con gli squali.

A Gujurat (India) e Donsol (Filippine), le comunità che una volta pescavano gli squali balena stanno invece beneficiando della presenza di questi enormi pesci. A Donsol le attività subacquee legate agli squali balena contribuiscono con oltre 200mila dollari all’anno all’economia locale, concorrendo così in modo determinante a innalzare la qualità della vita. Inoltre, dal 2002, sono stati creati più di 300 posti di lavoro e più di 200 pescatori hanno lavorato grazie alle attività di ecoturismo legate alla presenza degli squali balena.

 

Immagine di apertura: © Frhojdysz | Dreamstime.com

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