
Sprechi alimentari: come evitarli in 5 semplici mosse
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Una media di 674,2 grammi di cibo pro capite gettati nella spazzatura ogni settimana, per un valore totale di oltre 9 miliardi di euro l’anno. Questi i dati riguardanti gli sprechi alimentari nel nostro Paese. Fortunatamente, invertire questa tendenza è possibile. Ecco come ridurre gli sprechi alimentari ed adottare uno stile di vita più sostenibile.
Negli ultimi vent’anni, oltre 270 milioni di tonnellate di cibo sono finite nella spazzatura nel nostro Paese, facendo classificare l’Italia al primo posto tra i Paesi europei più “spreconi”. Si innalza anche la quota media di cibo pro capite gettata ogni settimana, che tra febbraio ed agosto dell’anno appena concluso è passata da un preoccupante 595,3 grammi ad un ancor più allarmante 674,2 grammi, per la maggior parte prodotti ortofrutticoli.
Purtroppo, i dati a livello europeo non sono affatto più confortanti. Dati ufficiali del Consiglio Europeo indicano come circa un terzo del cibo prodotto venga sprecato lungo la filiera alimentare o, addirittura, buttato. Ciò significa che, soltanto nei paesi UE, gli sprechi alimentari ammontano a circa 87,6 milioni di tonnellate all’anno.
Ancora, secondo il portale Earth.org, a livello globale vengono gettati ogni anno fino a 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, per un valore esorbitante di circa 1 trilione di dollari. Senza contare le perdite economiche legate al cibo comprato e non utilizzato, che si aggirano intorno ai 50 euro al mese per famiglia, circa il 20% del valore del cibo acquistato. Ma dove e perché tutto questo cibo viene sprecato?
Come e perché sprechiamo il cibo e quali sono i costi in termini ambientali e sociali?
Secondo il JRC (ovvero il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, che ha avuto il compito di monitorare motivazioni ed origine dello spreco alimentare avvenuto negli ultimi 20 anni in Unione Europea), tra i principali responsabili degli sprechi alimentari troviamo non solo i consumatori finali, ma anche le aziende stesse che si occupano della produzione e distribuzione del cibo.
Ecco perché è opportuno distinguere tra “pre-consumer waste”, ovvero lo spreco alimentare che viene a formarsi prima della vendita e “post-consumer waste”, ossia lo spreco prodotto dal consumatore finale, che si aggira intorno al 68% del totale. Nella maggior parte dei casi, si tratta di prodotti ancora commestibili e che sono stati buttati solo per ragioni estetiche o perché in prossimità della data di scadenza.
Per quanto riguarda invece il pre-consumer waste, spesso il cibo viene buttato ancor prima di raggiungere le nostre tavole, spesso perché non conforme a determinati standard estetici, altre volte per ragioni di convenienza economica (sovrapproduzione e mancanza di domanda fanno inevitabilmente abbassare i prezzi, rendendo più conveniente per le aziende produttrici buttare questi prodotti anziché venderli).
Tuttavia, l’aspetto forse ancor più triste di tutto questo è che non stiamo parlando “soltanto” di uno spreco di cibo, ma anche di tutte le risorse “nascoste” necessarie per la sua produzione -in primis acqua, terra ed energia, ma anche combustibili fossili, necessari per il suo trasporto e distribuzione. Come se questo non bastasse, lo spreco alimentare ha anche forti ripercussioni anche sul cambiamento climatico: basti pensare che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra prodotte ogni anno può essere associato al cibo che non viene consumato, con gravi conseguenze per la salute nostra e del nostro Pianeta.
Ecco perché risolvere questa falla nel sistema alimentare europeo e globale consentirebbe non solo di recuperare risorse potenzialmente utili ad assicurare la sicurezza alimentare di milioni di persone che vessano ancora in condizioni di difficoltà, ma anche di tamponare le ripercussioni ambientali associate alla sovrapproduzione alimentare.
Perché governi, aziende e cittadini dovranno unire le proprie forze nella lotta globale agli sprechi alimentari
Per essere davvero efficace, la lotta allo spreco alimentare dovrà essere condotta su più fronti. Le azioni da compiere dovranno perciò andare essenzialmente in due direzioni.
Da un lato, sarà necessario ridurre tempestivamente la quantità di perdite alimentari lungo l’intero sistema di produzione e distribuzione alimentare. In questo senso, i governi nazionali hanno un ruolo chiave nel varare leggi che agevolino il recupero e la successiva donazione delle eccedenza alimentari, incentivando diverse iniziative di solidarietà sociale. Questo è il caso della legge 166/16, approvata dal governo italiano nell’agosto 2016 e contenente diverse “disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.
Dall’altro, sarà fondamentale sensibilizzare quante più persone possibile circa l’importanza di ridurre gli sprechi alimentari, attraverso campagne -governative e non- che incoraggino a consumare o donare prodotti esteticamente imperfetti o vicini alla data di scadenza.
D’altra parte, queste azioni non dovranno soltanto limitarsi al livello nazionale, ma assumere anche una dimensione più globale. Non a caso, l’Onu ha inserito la lotta contro lo spreco alimentare all’interno dell’Agenda 2030. Il punto tre del dodicesimo obiettivo (“Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili”), stabilisce infatti che l’intenzione di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto” Per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, l’ONU si sta attivamente impegnando nell’indirizzare i Paesi con un alto tasso di spreco alimentare (quali Stati Uniti, Messico, Canada e Regno Unito) verso un’economia più green, circolare e rispettosa dell’ambiente.
Allo stesso modo, con l’introduzione del Green Deal europeo nel dicembre 2019, i Paesi dell’Unione Europea hanno dichiarato il proprio impegno a dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di commercio al dettaglio e di consumatori entro il 2030. Tra gli strumenti e le strategie messe in atto per raggiungere questo obiettivo troviamo il “Piano d’azione per l’economia circolare” e la strategia “Dal produttore al consumatore”, due elementi fondamentali del Green Deal.
Tutto ciò sarà possibile soltanto se consumatori e produttori decideranno di unire le proprie energie nella lotta allo spreco alimentare, con benefici tangibili per il Pianeta, le sue risorse, ma anche per le nostre tasche. In questo articolo, ci concentreremo però sulle azioni che noi, in quanto consumatori, possiamo intraprendere fin da subito per ridurre gli sprechi alimentari ed adottare una dieta più sostenibile.
Come ridurre gli sprechi alimentari: 5 consigli pratici
In quanto consumatori, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte nella lotta agli sprechi alimentari perché, ricordiamolo sempre, la somma di piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane -specie se protratti nel tempo- possono avere un enorme impatto su scala globale. Ecco quindi come ridurre concretamente gli sprechi di cibo in 5 semplici mosse.
Fare sempre la lista della spesa
Per alcuni potrà sembrare un consiglio banale, ma fare una lista della spesa quanto più dettagliata possibile -ed idealmente che segua l’ordine degli scaffali- è essenziale per ridurre significativamente gli sprechi alimentari. Infatti, non solo ci aiuterà a fare acquisti più mirati e a comprare soltanto quello che realmente ci serve (a questo proposito, non facciamoci ingannare da sconti e promozioni, se non quando sappiamo che di aver effettivamente bisogno di un determinato prodotto), ma anche a risparmiare tempo prezioso e ad avere un’alimentazione complessivamente più sana ed equilibrata.
Per aiutarci a compilare la lista della spesa suggeriamo di stilare un menù settimanale di massima e di controllare in frigo e dispensa quali ingredienti abbiamo già a disposizione, in modo da evitare tutti quegli acquisti che non sono strettamente necessari. Inoltre, consigliamo di controllare sempre attentamente la data di scadenza degli alimenti che intendiamo acquistare e di prediligere confezioni piccole, soprattutto se si tratta di prodotti acquistati per la prima volta. In questo modo eviteremo brutte sorprese e non rischieremo di trovarci con una grande quantità di cibo non gradito che, molto probabilmente, andrà a finire nel bidone dell’umido.
Conservare correttamente gli alimenti
Conservare correttamente gli alimenti – se necessario attraverso l’uso di contenitori ermetici o in vetro – ci consentirà non solo di prolungare la loro “vita”, ma anche di avere sempre sott’occhio gli alimenti in scadenza e programmare i pasti successivi di conseguenza. Ricordiamoci anche di spostare i prodotti più vecchi sul davanti della dispensa o del frigorifero, in modo da avere sempre sottomano la situazione ed evitare di usare ingredienti o cibi “nuovi” per gola o pigrizia. E se ci accorgiamo che alcuni prodotti sono prossimi alla scadenza, ma non abbiamo occasione di consumarli in tempo utile? No problem, il freezer sarà nostro alleato in questo! Infatti, ad eccezione di alcune tipologie di vegetali ricche d’acqua (quali pomodori, cetrioli e insalata), uova e formaggi, quasi tutto può essere congelato, se necessario previa cottura (ricordiamoci però di consumare quanto congelato entro tre mesi). In alternativa, possiamo sempre regalare il cibo extra a famigliari, amici, o a chi ne hai più bisogno. Infine, non dimentichiamoci di rispettare la “regola delle due ore”, che dice che i prodotti deperibili (quali latticini freschi, pasta fatta in casa, uova ed alcuni tipi di frutta, verdura) non andrebbero mai lasciati a temperatura ambiente per più di due ore.
“Consumare entro” è diverso da “consumare preferibilmente”
Un altro accorgimento fondamentale per ridurre i nostri sprechi alimentari è quello di capire la differenza tra “consumare entro” e “consumare preferibilmente”. Infatti, queste due diciture, che spesso vengono confuse, sono in realtà ben diverse. Se “consumare entro” indica la data entro la quale un prodotto non è più consumabile, “consumare preferibilmente” indica soltanto che dopo quella data l’alimento potrebbe perdere alcune delle sue caratteristiche organolettiche. È dunque bene capire la distinzione tra le due in quanto, nel caso della seconda dicitura, l’alimento in questione potrà ancora essere ancora tranquillamente consumato (sarà soltanto meno gustoso che in origine).
“Brutto” non vuol dire “cattivo”
I prodotti ortofrutticoli che presentano piccoli difetti estetici o forme bizzarre sono tanto buoni – se non più buoni e più salutari, in quanto spesso coltivati in modo biologico e/o non trattati con cere che li rendono più appetibili – di quelli estaticamente perfetti. Inoltre, spesso sono venduti a prezzi molto vantaggiosi in quanto andrebbero altrimenti buttati perché non conformi a determinati standard estetici. Infine, i grandi supermercati mettono spesso in sconto diversi prodotti prossimi alla scadenza: controlliamo sempre l’area dedicata al “no-waste” per fare del bene al Pianeta e al nostro portafogli.
Riciclare in modo creativo gli avanzi
Riutilizzare gli avanzi in nuove preparazioni è un ottimo modo per sfoggiare la nostra creatività in cucina e, allo stesso tempo, evitare inutili sprechi alimentari. Per esempio, il pane raffermo è ottimo per creare dei gustosi canederli di pane, mentre le banane troppo mature sono la base di un ottimo banana bread. E, visto il periodo, se abbiamo ancora dei panettoni che girano per casa, queste ricette ci aiuteranno a smaltirli in modo originale e a dare loro nuova vita.
Alcune app e servizi per combattere gli sprechi alimentari
La tecnologia viene in nostro aiuto anche quando si tratta di combattere gli sprechi alimentari. Infatti, negli ultimi anni sono nate diverse app e servizi di consiglio a domicilio che ci consentono non solo di recuperare il cibo che, per diversi motivi, andrebbe altrimenti buttato (spesso a prezzi mediamente inferiori rispetto a quelli della grande distribuzione), ma anche di porre in essere modelli di consumo più virtuosi, consapevoli e che fanno bene al portafogli. Scopriamone insieme alcuni.
- Too Good To Go: l’applicazione Too Good To Go consente agli utenti di acquistare e ritirare delle box a sorpresa piene di prodotti invenduti direttamente dai rivenditori e a prezzi davvero vantaggiosi. Infatti, ogni giorno nei bar, nei ristoranti, negli alberghi, nei negozi di alimentari e nei supermercati si butta dell’ottimo cibo, semplicemente perché non è stato venduto in tempo. Too Good To Go è nato proprio per connettere direttamente consumatori e rivenditori, aiutando i primi ad avere accesso a prodotti super scontati e di ottima qualità ed i secondi a recuperare i costi persi dell’invenduto. Basterà soltanto scaricare l’app, attivare la localizzazione e scegliere la box che più ci ispira. Il contenuto effettivo della box sarà un mistero fino al momento del ritiro! .
- Babaco Market: Babaco Market è una start-up nata allo scopo di trasformare la frutta e la verdura normalmente scartata nella grande distribuzione -vuoi perchè presenta piccoli difetti o ha una forma “non convenzionale”- in una risorsa. Babaco Market si occupa dunque di selezionare frutta e verdura “imperfette”, di stagione e coltivate con metodi tradizionali e di creare delle box che ci saranno poi consegnate direttamente a casa, con la possibilità di sottoscrivere abbonamenti settimanali o quindicinali.
- UBO (Una Buona Occasione): l’app UBO è nata per aiutare tutti coloro che hanno poca dimestichezza con le regole di corretta conservazione del cibo e per dipanare l’alone di incertezza che spesso ci porta a dubitare del fatto che gli alimenti che abbiamo acquistato siano ancora “buoni”. L’app contiene informazioni su più 500 alimenti, oltre che notizie, consigli e suggerimenti su come, dove e per quanto tempo conservarli (sia cotti che crudi, sia preconfezionati che sfusi, sia freschi che surgelati), su quali siano le porzioni raccomandate, sulla relativa impronta idrica e sugli apporti nutrizionali, sul riutilizzo degli avanzi e degli scarti, sulla stagionalità della frutta e della verdura e perfino su come stilare una lista della spesa realmente antispreco.
- Best Before: Best Before è una piattaforma online che raccoglie diverse tipologie di prodotti prossimi alla scadenza, imperfetti o di fine stock. Ogni prodotto viene caricato esattamente a 14 giorni dalla data di scadenza e rimarrà sul sito per 7 giorni. Al prodotto sarà inoltre applicato uno sconto che partirà da un minimo del 20% il primo giorno fino ad un massimo del 70% il 7° giorno. Una volta acquistato, il prodotto in questione arriverà a casa entro 48 ore.
- Svuotafrigo: Svuotafrigo è un app disponibile sia per iOS che per Android, nata con lo scopo di aiutarci a cucinare con quel che c’è nel frigo, evitando inutili sprechi e dandoci la possibilità di mangiare piatti gustosi e nutrienti anche se in casa abbiamo poco o nulla. Basterà soltanto selezionare il nome dell’ingrediente che intendiamo utilizzare, la portata desiderata, o anche una ricetta che amiamo particolarmente…et voilà, il sistema filtrerà le ricette disponibili (più di 25.000) secondo i parametri inseriti e ci fornirà tante preziosissime ricette antispreco per valorizzare il cibo che avremo altrimenti buttato.
