
Creme solari ecosostenibili: perché sceglierle e quali sono le migliori
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Amiche del mare e dei suoi abitanti, le creme solari biodegradabili e plastic-free sono realizzate con ingredienti naturali che non intaccano in alcun modo la biodiversità della fauna e della flora marina. Inoltre, sono sicure per la nostra pelle, poiché non contengono octocrylene o altre sostanze potenzialmente tossiche. Scopriamo quali sono le caratteristiche delle creme solari ecosostenibili e quali le migliori attualmente in commercio.
La bella stagione è ormai alle porte, e con essa anche la corsa all’acquisto delle creme solari. D’altronde, le scottature sono davvero una gran scocciatura! Tuttavia, prima di acquistare impulsivamente la prima crema solare che troviamo nella sezione profumeria del nostro supermercato, dovremo prestare molta attenzione agli ingredienti utilizzati nella sua formulazione.
Diversi studi condotti sulla composizione delle creme solari più famose hanno infatti portato alla luce la presenza di sostanze potenzialmente nocive sia per l’essere umano che per gli ecosistemi naturali di mari ed oceani. Senza contare che, ogni anno, migliaia di tonnellate di confezioni di creme solari finite vengono abbandonate nelle prossimità delle spiagge, e spesso vengono trasportate dalla correnti nelle profondità marine, dove non solo finiscono per danneggiare la barriera corallina, ma mettono anche a serio pericolo la sopravvivenza di tutti i suoi abitanti.
Fortunatamente, negli ultimi anni l’offerta di creme solari ecosostenibili ed ocean friendly è sensibilmente cresciuta. Si tratta di prodotti realizzati prevalentemente con ingredienti vegetali e naturali, nella maggior parte dei casi confezionati in packaging facilmente biodegradabili e plastic-free.
Scopriamo quali dovrebbero essere le caratteristiche di questi prodotti e come scegliere i migliori solari per il Pianeta -ed anche per la nostra pelle.
Creme solari e inquinamento: quali sono le sostanze più pericolose?
Gli oceani sono il vero e proprio “polmone blu” del nostro Pianeta, che ricopre oltre i due terzi della superficie terrestre: non solo le acque marine sono responsabili della produzione di oltre il 50% dell’ossigeno necessario alla vita umana, ma riescono anche ad assorbire oltre un terzo delle emissioni di anidride carbonica collegate alle attività umane. In poche parole, un oceano in salute è un oceano in grado di supportare la vita sulla Terra. Ma cosa succede quando i livelli di inquinamento delle acque cominciano a salire, mettendo a serio pericolo la capacità degli oceani di assolvere alle funzioni elencate sopra?
I delicati equilibri insisti nei vari ecosistemi marini e terrestri, così come il loro rapporto di reciproca comunicazione ed assistenza andrebbe rapidamente a compromettersi, con conseguenze potenzialmente deleterie per la sopravvivenza della stessa vita umana sul Pianeta Terra. Fortunatamente, non abbiamo ancora raggiunto un punto di non ritorno ed abbiamo ancora spazio sufficiente per agire o, perlomeno, smettere di inquinare il mare.
Tra gli accorgimenti che possiamo prendere c’è, per l’appunto, quello di scegliere con attenzione la nostra nuova crema solare. Gran parte delle lozioni e dei solari di “vecchia generazione” possono infatti ancora contenere filtri chimici nocivi per l’ambiente quali, ad esempio, l’ossibenzone e l’ottilmetossicinnamato. Questi sono composti responsabili dello sbiancamento dei coralli, che possono addirittura portare alla loro morte.
Non a caso, negli ultimi anni Paesi quali Palau (in Micronesia), le isole Vergini e Marshall, lo stato di Hawaii e la città di Key West (in Florida) si sono già mossi per bandire la vendita e l’acquisto di prodotti solari contenenti questi pericolosissimi ingredienti. E se il divieto di vendita è stato mosso, almeno in parte, dalla necessità di preservare lo stato della barriera corallina, attrazione turistica che costituisce una delle fonti di reddito primarie per questi Paesi, lo sforzo è comunque da apprezzare.
Purtroppo, ossibenzone e octinoxate (che tra l’altro sono contenuti anche in prodotti per la cura personale, quali shampoo, gel e lozioni per capelli) non sono gli unici composti contenuti nelle lezioni solari ad avere effetti inquinanti. Tra gli altri ingredienti di sintesi contenuti nelle creme solari troviamo infatti anche benzofenone-1, benzofenone-8, OD-PABA, canfora 4-metilbenzilidene, canfora 3-benzilidene, biossido di nano-titanio, e ossido di nano-zinco. Analogamente alle sostanze di cui abbiamo parlato sopra, anch’essi “avvelenano” il corallo, mettendo a serio pericolo la sua sopravvivenza, e possono in seguito risalire la catena alimentare fino ai pesci ed ai frutti di mare commestibili. Non a caso, i ricercatori hanno evidenziato molteplici casi di mutazioni genetiche negli abitanti marini, con pesci che si “femminilizzano” o molluschi che si alterano fin dall’embrione.
Da non sottovalutare anche il fatto che molti solari in commercio contengono ancora un altissima percentuale di nano e microplastiche (cosiddette “primarie”), ovvero piccolissimi pezzi di plastica non biodegradabili con dimensioni che possono andare dai 330 micrometri ai 5 millimetri. Queste vengono aggiunte, spesso per ragioni di convenienza, alla formulazione del filtro solare, con lo scopo di aumentarne l’impermeabilità o migliorarne texture e consistenza.
Una volta finite in mare, queste microplastiche possono alterare permanentemente la flora marina, causando danni che si riversano poi anche sugli organismi viventi che la popolano. Inoltre, questi piccolissimi pezzi di plastica sono spesso ingeriti -sia volontariamente che involontariamente- dai pesci e dagli altri animali marini. Con il tempo, si accumulano nei loro tessuti, portando nei casi peggiori a blocchi intestinali, ulcere, necrosi, perforazioni e lesioni di vario tipo. Per giunta, il consumo di microplastiche da parte di pesci ed altri animali marini facilita il loro ingresso all’interno della catena alimentare umana, con potenziali conseguenze dannose per la nostra salute, quali alterazioni nel normale funzionamento del sistema endocrino umano o, addirittura, mutazioni genetiche permanenti.
Non meno dannose sono le migliaia di tonnellate di confezioni di creme solari terminate che vengono abbandonate sul bagnasciuga e contribuiscono alla creazione delle cosiddette microplastiche “secondarie”. Queste, a differenza delle primarie, derivano proprio dal mancato smaltimento degli oggetti in plastica, che vengono decomposti in miliardi di microframmenti dai raggi solari e dai microbi presenti nelle acque marine. Anch’esse, come le primarie, possono mettere a serio rischio la vita della fauna e della flora marina.
Creme solari e salute umana: meglio i filtri chimici o fisici?
Che sia estate oppure inverno, proteggere la pelle dai raggi solari è fondamentale per prevenire disturbi quali invecchiamento precoce, macchie, rughe, ma anche problematiche più importanti, quali psoriasi, eczemi, e tumori della pelle.
Tuttavia, anche in questo caso, dobbiamo fare particolare attenzione ai prodotti che intendiamo acquistare. Infatti, alcune delle sostanze nocive elencate sopra, si sono rivelate potenzialmente dannose anche per la salute umana. Ad esempio, uno studio della Food and Drug Administration (FDA), una sottobranca del Dipartimento della Salute Statunitense, ha evidenziato come alcune sostanze chimiche comunemente utilizzate nella formulazione delle creme solari, quali l’avobenzone, l’oxybenzone, l’ecamsule e l’octocrylene, potrebbero contribuire non solo all’insorgenza di problemi all’epidermide (quali dermatiti da contatto fotoallergica o eczemi), ma anche ad un aumento nella produzione di radicali liberi da parte del nostro organismo. Questi, a loro, volta potrebbero causare danni irreversibili al nostro organismo, tra cui invecchiamento precoce delle cellule e, nel peggiore dei casi, tumori della pelle.
Per capire la ragione di questo, dobbiamo fare una distinzione tra filtri chimici e fisici. Mentre i primi (tra cui quelli elencati poco fa) sono composti sintetici realizzati in laboratorio in grado di assorbire la luce ultravioletta, i filtri fisici e inorganici sono generalmente costituiti da ingredienti di origine naturale, quali biossido di titanio o ossido di zinco, e vanno generalmente a costituire una barriera che riflette i raggi solari. Per questa ragione, i filtri fisici si sono dimostrati più sicuri per la nostra pelle e, in generale, la nostra salute sul lungo termine.
Inoltre, dovremo anche evitare, per quanto possibile, solari contenenti ingredienti derivati da oli minerali o petrolati (in INCI indicati come mineral oil, petrolatum, paraffinum) i quali possono essere irritanti, allergizzanti e comedogenici (ovvero responsabili di depositarsi all’interno dei pori della pelle portando alla formazione di punti neri e brufoli). Inoltre, questi derivati del petrolio rientrano nella categoria delle microplastiche “primarie” di cui abbiamo parlato poco fa.
In definitiva, scegliere dei solari di alta qualità, contenenti ingredienti naturali ed ecosostenibili e confezionati in packaging biodegradabili è certamente la scelta migliore sia per la nostra salute, che per quella degli oceani.
Ma quali sono le caratteristiche di una protezione solare ocean-friendly? Scopriamo insieme come leggere l’etichetta dei solari in commercio e come scegliere quelli realmente ecosostenibili.
Creme solari ecosostenibili e biodegradabili: come riconoscerle
Come abbiamo potuto imparare nel corso di questo articolo, i solari migliori sono quelli che non solo proteggono noi e la nostra pelle ma rispettano anche il mare ed i suoi abitanti. Ecco perchè, prima di acquistare la prossima crema solare, dovremo prestare particolare attenzione sia alla sua composizione, che ai materiali in cui è realizzato il packaging che la contiene.
In particolare, un solare è ocean-friendly se:
- Non contiene filtri chimici o componenti sinteticiUna crema solare può essere definita ocean friendly se, tra i suoi ingredienti, non troviamo filtri chimici e/o componenti sintetici potenzialmente dannosi, quali octocrylene, oxybenzone (o benzophenone-3), ethylhexyl methoxycinnamate (o octinoxate), 4-methylbenzylidene camphor (o enzacamene), parabeni, siliconi e petrolati;
- È stato formulato con filtri naturali e water resistantAl contrario, i solari ecosostenibili dovrebbero essere formulati con filtri biodegradabili e water resistant (ovvero resistenti all’acqua e che dunque non si disperdono in mare una volta che decidiamo di andare a fare il bagno), ancor meglio se di origine naturale. Tra questi troviamo, ad esempio, ossido di zinco, ossido di titanio e, in generale, i filtri minerali o fisici, alternative decisamente più sostenibili alle barriere chimiche. Questi sono generalmente indicati in etichetta con i nomi di MBBT (Methylen bis-benzotriazolyl), EHT (Ethylhexyl triazone) e DHHB (Diethylamino hydroxybenzoyl hexyl benzoane) e sono in grado di resistere in acqua più di un normale SPF, rimanendo sulla pelle e – di conseguenza – non inquinando il mare;
- È biodegradabileInoltre, dovremo optare per solari biodegradabili, ovvero realizzati con materiali in grado di degradarsi naturalmente quando rilasciati nell’ambiente (secondo la definizione ufficiale, un materiale può dirsi biodegradabile se si decompone di almeno il 60% in 10 giorni e del 100% entro un mese). Per questa ragione, le formulazioni dei solari biodegradabili sono spesso addizionate con enzimi e microrganismi, che ne facilitano la capacità di scomporsi in sostanze più semplici e non dannose per l’ambiente una volta a contatto con l’acqua o la sabbia;
- Ha una texture in crema o latteUn’altra caratteristica dei solari ecosostenibili è il loro formato: in particolare gli spray possono più facilmente depositarsi sui granelli di sabbia, ed alterare così gli equilibri dell’ecosistema circostante. Il consiglio è dunque quello di optare per formulazioni acqua in olio o texture in crema o latte;
- Il packaging è realizzato con materiali riciclati o riciclabiliInfine, non dobbiamo nemmeno scordare di valutare la sostenibilità dei packaging che contengono il solare. Ancora una volta, la scelta dovrebbe ricadere su solari con packaging realizzati in materiali riciclati o riciclabili, quali alluminio, plastica riciclabile o cartone certificato Fsc.
Fortunatamente, l’offerta di creme solari ecosostenibili e realizzate con ingredienti naturali e biodegradabili è in rapida espansione, ed acquistare una protezione ocean-friendly non è mai stato così semplice! Scopriamo quindi quali sono le migliori.
Le migliori creme solari ecosostenibili, cruelty-free e ocean-friendly
In conclusione, scopriamo insieme quali sono i migliori solari ecosostenibili e reef-friendly, molti dei quali sono, tra l’altro, realizzati con formulazioni vegan e cruelty-free e contenuti in packaging biodegradabili.
- EQ Crema solare con SPF 30, realizzata con ingredienti certificati BIO e filtri minerali ad alta protezione contro i raggi UVA/UVB. Facile da applicare e realizzata con una formulazione rispettosa degli oceani e della barriera corallina;
- Hawaiian Tropic Hawaiian Tropic – Aloha Care, una lozione solare protettiva con Spf 15, vegan e cruelty-free, priva di oxybenzone ed altri composti responsabili per lo sbiancamento dei coralli e danneggiamento delle barriere coralline. Inoltre, il packaging è composto al 45% da materiali riciclati e riciclabili;
- Suntribe Crema Solare Minerale, con fattore di protezione SPF 30, creata con una formulazione 100% naturale e ingredienti di origine biologica quali olio di cocco e burro di Karité. La crema solare contiene ossido di zinco, uno dei filtri UV più sicuri per la salute umana, i coralli e la vita marina, mentre è completamente priva di filtri UV chimici nocivi, parabeni, alcool, conservanti, profumi e prodotti chimici di sintesi;
- Sol De Ibiza Plastic Free Crema con protezione solare naturale minerale SPF50, resistente all’acqua, realizzato interamente con ingredienti naturali e biologici, tra i quali l’ aloe e vera raccolta direttamente sull’isola di Ibiza. Un solare racchiuso in un grazioso imballaggio privo di plastica che può essere riutilizzato una volta che il prodotto è terminato;
- MyKAI Latte Solare per Viso e Corpo, con protezione alta (SPF 50), ocean-friendly, 100% naturale e biodegradabile in acqua, che permette di ridurre le concentrazioni di filtri utilizzate pur garantendo l’ottenimento del valore di SPF desiderato. Inoltre, non contiene microplastiche dannose per l’ambiente, petrolati, polimeri siliconici e coloranti;
- Biotherm Waterlover Latte Solare Idratante con SPF 50, realizzato con una formula resistente all’acqua ed ocean-friendly e contenuto in uno speciale packaging realizzato con in plastica riciclata;
- Omia Latte Solare Protettivo per viso e corpo con SPF50+, realizzato con una formula 100% naturale e dermatologicamente testata, contenente preziosi estratti di Aloe Vera del Salento, pianate rinomati per le sue proprietà idratanti. Questo solare resiste all’acqua ed è conforme al Trattato dei Coralli di Hawaii, che bandisce l’utilizzo di Oxybenzone e Octinoxate nei prodotti solari ritenuti potenzialmente dannosi per i coralli e l’ecosistema marino.
