Digital wellbeing: 5 consigli per migliorare il nostro rapporto con la tecnologia

Digital wellbeing: 5 consigli per migliorare il nostro rapporto con la tecnologia

Coltivare una relazione più sana ed equilibrata con la tecnologia è essenziale per riuscire a sfruttarne i vantaggi senza rischiare di diventarne dipendenti. In questo articolo, esploreremo il concetto di benessere digitale e scopriremo come implementarlo nella nostra vita lavorativa e quotidiana in cinque semplici mosse. 

In un mondo sempre più digitalizzato, connesso e pieno di stimoli – in cui l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno lentamente sostituendo l’uomo nell’esecuzione di compiti sempre più complessi – lasciare a casa il telefono è ormai diventato un atto quasi rivoluzionario, mettere in discussione il nostro rapporto con la tecnologia può aiutarci a riprendere in mano le redini della nostra vita e a sperimentare la quotidianità in modo più attivo e partecipato.

In questo articolo, esploreremo benefici e significato del termine benessere digitale, e vedremo come implementarlo in modo concreto nella nostra routine attraverso cinque semplici consigli.

Dipendenza da tecnologia: una realtà sempre più diffusa

Secondo un’indagine condotta da Reviews.org, l’89 % delle persone intervistate controlla il proprio telefono entro dieci minuti dal suono della sveglia, e lo continua a fare anche altre volte durante la giornata- in media 150 -, mentre la maggior parte delle stesse (circa il 75%) si dichiara profondamente a disagio all’idea di dover lasciare il telefono a casa. Lo stesso studio ci rivela che, con l’avvento dei moderni smartphone e di social network come Instagram e Tik Tok, il cui algoritmo premia la condivisione di contenuti accattivanti e di breve durata, siamo diventati anche sempre più impazienti: il 75% delle persone interpellate afferma di controllare il proprio telefono entro cinque minuti dalla ricezione di una notifica.

Che sia un gesto compulsivo, un’abitudine, un automatismo o semplicemente la paura di perdersi qualcosa (la cosiddetta “fomo”, “fear of missing out”), questo comportamento è un vero e proprio campanello d’allarme che ci rivela un bisogno sempre più diffuso, che a tratti prende la forma di una vera e propria dipendenza: quello di essere sempre disponibili, sempre sul pezzo, sempre pronti ad avere un’opinione e volerla condividere con il mondo.

Purtroppo, il rovescio della medaglia è uno stato di stress ed iperstimolazione sempre più diffuso, che ci rende incapaci di ascoltare veramente i nostri bisogni, i nostri desideri, ma anche le richieste degli altri, e di vivere in modo consapevole il momento, senza farci prendere dalle infinite distrazioni provenienti dai nostri device. Tutto questo porta a diventare sempre più dipendenti dai comportamenti, dai pensieri e dai giudizi altrui: vediamo nel conformarci un modo relativamente semplice e veloce per confonderci con la massa ed evitare di doverci esporre pubblicamente in modo intimo e profondo, eludendo la logica stessa per cui i social stessi erano nati in origine, ovvero dare a tutti la possibilità di far sentire la propria voce ed esprimersi in modo autentico.

E se, da un lato, non è possibile – e nemmeno auspicabile – disfarci completamente dei dispositivi tecnologici che sono ormai diventati parte integrante di molti aspetti della nostra quotidianità (lavoro e socialità compresi), dall’altra non possiamo più ignorare i rischi connessi con un loro abuso, soprattutto alla luce del fatto che sempre più persone soffrono di vere e proprie forme di dipendenza da smartphone ed altri device digitali.

Senza contare che l’uso eccessivo della tecnologia può avere diversi impatti negativi sulla nostra salute fisica. Uno dei principali è la riduzione della qualità del sonno a causa della luce blu emessa dagli schermi dei dispositivi, che può interferire con la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. A questo si aggiungono sintomi più o meno gravi quali problemi posturali, secchezza oculare, emicrania e visione offuscata.

Alla luce di tutto questo, il concetto di digital wellbeing o “benessere digitale” – può aiutarci ad acquisire consapevolezza delle potenziali conseguenze negative derivanti dalle nostre abitudini all’interno del mondo digitale e a costruire un rapporto più intenzionale, consapevole ed equilibrato con la tecnologia, tanto in ambito lavorativo quanto in quello personale, in modo da cogliere quanto di buono questa può offrirci.

Digital wellbeing: cos’è il benessere digitale come può aiutarci?

Sfruttare quanto di buono la tecnologia può offrire, senza però rischiare di cadere vittima dei suoi meccanismi: ecco, in breve, l’idea alla base della diffusione del digital wellbeing, in italiano “benessere digitale”, un concetto nato assieme a quello di digital detox per contrastare il dilagare della dipendenza da smartphone che, in maniera più o meno evidente, colpisce ormai tutti.

In poche parole si tratta di mettere in atto abitudini digitali più sane e intenzionali, volte a ritrovare un rapporto più equilibrato e consapevole con le tecnologie che fanno parte della nostra quotidianità, ma che al tempo stesso ci aiutano a tutelare e promuovere il nostro benessere emotivo, mentale e fisico.

Tra queste troviamo, ad esempio, l’impostazione di limiti temporali all’utilizzo di determinate app, nonché la pulizia di quelle che ci allontanano ai nostri obiettivi, ma che creano solo confusione sulla schermata home del nostro telefono o, ancora, la messa in pausa delle notifiche non essenziali durante le ore lavorative.

Accorgimenti semplici, ma che possono concretamente migliorare non solo il nostro utilizzo dei device digitali, aiutandoci a diventare più efficienti, produttivi e focalizzati, ma anche la qualità della nostra vita quotidiana. Essere più consapevoli dei nostri comportamenti e del nostro modo di utilizzare la tecnologia nell’interfacciarci al mondo e agli altri esseri umani può infatti aiutarci a mettere in discussione abitudini poco funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi, nonchè a vivere più in connessione con noi stessi, i nostri valori, e i nostri bisogni più profondi e a strutturare relazioni più autentiche, interessate e interessanti.

Utilizzare il benessere digitale per contrastare la dipendenza da smartphone

Da un punto di vista più pratico, implementare il minimalismo digitale ci aiuta a concentrarci maggiormente su quello che stiamo facendo, senza distrazioni provenienti da notifiche che ci suggeriscono l’acquisto di un nuovo prodotto o che ci informano degli ultimi sviluppi nella vita di amici che non vediamo da anni, aumentando così la nostra produttività sul lavoro e riducendo il rischio di incorrere nella tanto temuta sindrome da burnout. Diversi studi hanno infatti dimostrato che, una volta persa l’attenzione, ci vogliono circa 25 minuti per ritrovarla.

Inoltre, ci permette di sentirci padroni del nostro tempo, anziché schiavi del nostro telefono. Pochi sono infatti consapevoli dei rischi provenienti dalla cosiddetta phone addiction, ovvero “dipendenza da cellulare”, tanto più simile alla dipendenza da gioco e sostanze di quello che potremmo immaginare.

Per capire come questo sia possibile, basta pensare che gli smartphone sono progettati per fornire un flusso continuo di stimoli attraverso notifiche, messaggi, aggiornamenti provenienti dai social media e dalle applicazioni. Questa stimolazione costante innesca il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa. Peccato che questo aumento di dopamina sia temporaneo, così come il senso di gratificazione da esso prodotto, e porti presto ad un senso di delusione e insoddisfazione che rafforza il desiderio di controllare nuovamente il telefono, innescando un circolo vizioso che ci porta a tenere il capo chino sullo schermo per ore e ore.

La buona notizia è che, come vedremo meglio a breve, rompere questo ciclo è non solo possibile ma, con le giuste accortezze e strumenti, anche relativamente semplice.

5 semplici consigli per aumentare il nostro benessere digitale

Come suggerito in precedenza, la chiave del benessere digitale sta nella consapevolezza: dei nostri comportamenti nel mondo digitale, dei rischi insiti nella tecnologia, ma anche nel suo immenso potenziale.

Concetti tanto cari anche a Google, che da anni si fa portavoce della massima “La tecnologia non deve rappresentare una fonte di distrazione, ma deve migliorarti la vita!” e che ha creato un corso proprio sull’argomento del benessere digitale, consultabile a questo link (in lingua inglese), ricco di spunti per riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia e di strumenti utili per definire e raggiungere la nostra personale concezione di “benessere digitale”.

A questo proposito, ecco cinque semplici consigli da mettere in atto fin da subito per migliorare il nostro rapporto con gli strumenti digitali e praticare il digital wellbeing di cui abbiamo parlato in questo articolo.

  1. Acquisire consapevolezza del tempo trascorso online
    Essere consapevoli è il primo passo per cominciare ad avere le redini del nostro rapporto con la tecnologia. Spesso ci ritroviamo a passare ore sui social media o a navigare in modo passivo su Internet senza rendercene conto. In tal senso, utilizzare applicazioni o funzionalità che monitorano i tempi di utilizzo del telefono (come Quality Time, disponibile per dispositivi Android, Moment per quelli Apple o, ancora, la funzionalità “Tempo di Utilizzo” presente tra le impostazioni di iPhone, o “Benessere Digitale” tra quelle dei dispositivi Android). Questo ci aiuterà a “vedere” in maniera più concreta quanto tempo passiamo sul telefono ogni giorno, e come questo tempo sia distribuito tra le diverse app, nonché a fornirci un ottimo punto di partenza per prendere decisioni più informate sul nostro utilizzo della tecnologia, come quelle che vedremo nei prossimi punti.
  2. Definire dei limiti chiari per l’uso della tecnologia
    Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è sempre più a portata di mano. Senza considerare che gli strumenti digitali sono ormai indispensabili per lo svolgimento di pressoché qualsiasi attività lavorativa, anche fosse solo per sbrigare pratiche amministrative o inviare delle mail. Basti pensare che anche il settore agricolo, da sempre ad alta intensità di capitale umano, si sta sempre più indirizzando verso l’automazione e la digitalizzazione di processi tradizionalmente ritenuti ad esclusivo appannaggio della manodopera umana.Ecco perché è essenziale stabilire delle regole chiare e precise per l’utilizzo dei dispositivi tecnologici, sia per quanto riguarda tempistiche che modalità. Tra queste, ad esempio, evitare l’uso dei dispositivi elettronici appena svegli e nelle ore serali in modo da favorire rispettivamente un risveglio più lento e intenzionale ed un sonno più profondo e rigenerante, o limitare l’accesso ai social a determinati momenti della giornata. In questo modo, potremo continuare ad utilizzare le nostre app preferite, ma senza per questo intaccare il nostro focus e la nostra produttività.Utile in tal senso la funzione “Tempo di utilizzo” dell’Iphone (su Android visualizzabile nella sezione “Benessere Digitale”) che, da un lato, permette di monitorare quanto tempo passiamo sulle diverse app presenti sul nostro smartphone e, dall’altro, di impostare dei timer alla cui scadenza viene automaticamente bloccato l’accesso alle app precedentemente selezionate.
  3. Prendere delle brevi pause dalla tecnologia e dedicarsi ad attività piacevoli
    Sulla scia di quanto detto sopra, il terzo consiglio per cominciare a vivere con più serenità e distacco il nostro rapporto con la tecnologia è quello di integrare delle pause di “digital detox” all’interno delle nostre giornate.
    Mentre la tecnologia ha reso la nostra vita più comoda e connessa, è importante bilanciare il tempo trascorso online con attività offline che ci nutrono mentalmente e fisicamente. Ad esempio, possiamo dedicare il tempo “guadagnato” limitando l’uso dello smartphone ad interessi ed attività per noi piacevoli, ma alle quali, per determinati motivi, non riusciamo mai a dedicare sufficiente tempo, come leggere un libro, fare una passeggiata all’aperto, prendere un caffè con un amico, frequentare una lezione di pilates, praticare la meditazione o tenere un diario.
    Ovviamente, è essenziale premurarsi di lasciare il telefono o il computer in un’altra stanza o di metterlo sulla funzione “aereo” in modo da evitare qualsiasi tipo di distrazione e focalizzarci al 100% sull’attività in questione. Queste pause non solo ci permetteranno di staccare dagli schermi, ma anche di riconnetterci con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
  4. Coltivare connessioni “reali”
    Nonostante la tecnologia ci permetta di rimanere connessi pressoché in simultanea con persone provenienti da ogni angolo del globo, questa non dovrebbe essere una scusa per trascurare le relazioni che abbiamo costruito nel mondo “reale”.Ecco perché, per poter trarre il massimo dalle immensa potenzialità offerta dalla tecnologia ed evitare di sentirci disconnessi dalla realtà, è essenziale dare la giusta importanza anche alle conversazioni faccia a faccia con i nostri amici, trascorrere del tempo di qualità con i nostri familiari, partecipare ad attività di networking ed eventi in presenza.
    Inoltre, durante queste occasioni è altresì essenziale evitare di interrompere le interazioni con le persone per rispondere alle notifiche digitali (salvo ovviamente eventuali urgenze) ed essere presente nel momento per prestare attenzione alle emozioni e ai dettagli che emergono durante le conversazioni. Di riflesso, coltivare connessioni reali può migliorare anche la qualità delle nostre relazioni digitali, e migliorare in generale il nostro benessere psichico ed emotivo.
  5. Utilizzare applicazioni che migliorano il benessere digitale
    A questo punto, non dovrebbe sorprendere che la stessa tecnologia causa di stress e distrazione può anche essere utilizzata per migliorare in modo concreto il nostro benessere digitale. Come anticipato poco fa, esistono numerose app progettate per aiutarci a ritrovare e mantenere un equilibrio più sano tra la vita online e quella offline.Tra queste, applicazioni che consentono di monitorare il tempo trascorso davanti allo schermo ed impostare limiti giornalieri, tra cui Your Screen, ma anche quelle che possono  a incoraggiarci a prenderti delle pause regolari, o guidarci -attraverso esercizi di mindfulness e meditazione- a diminuire i nostri livelli di stress, migliorare la concentrazione, ed evitare così di trovare ricercare la nostra dose quotidiana di dopamina quotidiana dai like che riceviamo su Instagram. Tra le più amate troviamo Calm e Headspace.

In conclusione, migliorare il nostro rapporto con la tecnologia richiede consapevolezza, impegno e -non da ultimo- azioni specifiche e concrete, quali stabilire limiti chiari circa il nostro modo di utilizzare i device digitali, prendere nota del tempo di utilizzo delle nostre app preferite e dei meccanismi che ci tengono incollati ad esse, nonché dedicare più tempo alle nostre attività preferite, coltivare relazioni reali e, se questo non fosse abbastanza, farci aiutare da app create appositamente per migliorare il nostro digital wellbeing.

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