drinkable book il libro che si beve

Drinkable Book, il primo libro che si beve

Acqua potabile e senza batteri ottenuta dalle pagine  di un libro imbevute di nano-particelle di argento.

Il libro, oltre a filtrare ed eliminare i batteri, fornisce consigli e istruzioni per il corretto utilizzo della risorsa più preziosa del Pianeta.

L’avreste mai immaginato che il libro sarebbe diventato… un filtro per l’acqua?
Il merito dell’invenzione è di Theresa Dankovich, dottoranda presso l’Università Carnegie a Pittsburgh. Per la sua tesi di dottorato, infatti, Theresa ha realizzato il Drinkable Book: un libro le cui pagine, ricoperte da nano-particelle di argento, sono in grado di eliminare i batteri presenti nell’acqua, depurandola. I fogli contengono, inoltre, consigli e istruzioni (in inglese e nella lingua del paese di destinazione) sul corretto utilizzo dell’acqua, per evitare gli sprechi di questo prezioso bene.

Il filtro-manuale non sarà messo in commercio, ma spedito nei paesi che più soffrono della mancanza di acqua potabile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che più di 3,4 milioni di persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, muoiono ogni anno per cause relative alla scarsa igiene dell’acqua. Un prototipo del libro è stato presentato alla comunità scientifica nel corso del 250° raduno nazionale della Società Americana di Chimica a Boston.

La preparazione delle pagine

Nel silenzio della cucina di una chiesa, Theresa e il suo team di collaboratori hanno pazientemente realizzato le pagine, impiegando più di 60 ore, per un numero sufficiente a formare circa 50 libri. I fogli sono stati immersi uno a uno in una soluzione formata da ioni di argento e glucosio poi sono stati passati nel forno a microonde a circa 100C per pochi minuti. L’evaporazione delle sostanze assorbite dalla carta ha fatto sì che sulla superficie delle fibre di cellulosa si depositassero le nano-particelle di argento. A contatto con l’acqua, le nano-particelle vengono “inghiottite” dai batteri, e ciò si rivela fatale per i microbi Escherichia coli e Enterococcus faecalis, oggetto degli esperimenti.

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Gli esperimenti sui campioni

Ultimata la fase preparatoria, la ricercatrice ha avviato una collaborazione sia con Water for Life, organizzazione no-profit nata nel 2009 allo scopo di fornire acqua potabile e diffondere programmi di educazione sanitaria e igienica, sia con International Development Enterprises (IDE), organizzazione che si occupa di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali. È stato così possibile condurre test in 25 siti per verificare l’efficacia dei filtri, prelevando i campioni d’acqua in Sudafrica, Ghana, Haiti, Kenya e Bangladesh.

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