
Emergenza plastica in mare: quali sono le conseguenze?
SOS plastica in mare: la battaglia contro il mare di plastica
Inquinamento atmosferico e surriscaldamento globale non sono gli unici antagonisti del nostro Pianeta. Infatti, una delle principali problematiche ambientali della Terra è il cosiddetto “mare di plastica”, ovvero la presenza di una grande quantità di plastica in mare che mette quotidianamente a dura prova la sopravvivenza degli ecosistemi marini.
Interazioni, ingerimenti e intrappolamenti di specie marine con rifiuti plastici sono ormai all’ordine del giorno e mettono in pericolo centinaia di esseri viventi.
Ma, quanta plastica c’è in mare? Non è possibile fornire una risposta precisa a questa domanda: basti solo pensare che tra la California e le Hawaii, nell’Oceano Pacifico, è presente una vera e propria isola di rifiuti plastici che si estende per circa 1.6 milioni di kmq. L’isola è costantemente monitorata da esperti ed è soprannominata Great Pacific Garbage Patch: è costituita per lo più da plastiche come polietilene e polipropilene, unite a resti di accessori da pesca.
Scopriamo insieme cosa avviene nelle profondità degli oceani e quali sono le conseguenze della presenza di rifiuti plastici in mare per gli ecosistemi marini del nostro Pianeta.
Plastica negli oceani e interazione con le specie marine: quali sono le conseguenze?
Gli esseri viventi sono abituati ad interagire in natura con altri esseri viventi e con membri dell’ecosistema: ma cosa accade quando un essere vivente viene in contatto con un elemento non naturale come la plastica?
Semplicemente poggiandosi sulla superficie marina le plastiche possono danneggiare le barriere coralline e gli organismi dell’ecosistema marino. Infatti, la plastica è in grado di soffocare gli invertebrati e di depositarsi sul fondale fungendo da filtro per la luce solare indispensabile per la sopravvivenza delle piante marine e dei coralli.
Inoltre, i materiali plastici bloccano lo scambio gassoso e impediscono la deposizione di materiale organico sul fondale: questo materiale è indispensabile per la sopravvivenza del sistema in quanto funge da nutrimento per molti animali e organismi del sistema marino.
Le isole di plastica galleggianti nelle vicinanze delle spiagge sono dannose per la corsa delle tartarughe neonate verso il mare, mentre le bottiglie di plastica in mare depositate sui fondali possono essere scambiate per rifugi sicuri da polpi e paguri che ne rimangono intrappolati.
Inquinamento marino e intrappolamenti di animali
La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha recentemente condiviso uno studio dal quale emerge che ben 115 specie marine in America sono state coinvolte in episodi di intrappolamento e imbrigliamento causati da rifiuti di plastica in mare. I rifiuti più pericolosi in questi casi sono le attrezzature di pesca commerciale come anelli di plastica, reti e lenze. Infatti, la maggior parte dei materiali utilizzati per creare queste attrezzature non sono biodegradabili e non riescono ad essere smaltite dall’ecosistema.
Anche nei nostri mari esistono centinaia di tartarughe marine, uccelli e cetacei che spesso rimangono vittima di imbrigliamento all’interno di reti da pesca: la maggior parte delle volte questi animali vengono trascinati sul fondale con le reti e muoiono per annegamento.
Per aiutare questi animali a liberarsi dalle trappole di plastica esistono numerosi gruppi di professionisti che operano nelle vicinanze delle coste. Per salvare l’animale viene applicato un sedativo e di seguito viene rimosso il corpo estraneo cercando di procurare meno danni fisici possibili.
Ingestione di plastica nel mare da parte di specie animali: quali sono le conseguenze?
La plastica nel mare non è esclusivamente causa di imbrigliamento e interazioni dannose per gli animali: infatti, numerose specie marine scambiano i rifiuti plastici per cibo. Il caso più comune? Le tartarughe marine che ingeriscono sacchetti e buste di plastica scambiandole per meduse. Ma, oltre alle tartarughe anche balene, uccelli e pinnipedi sono vittima di questo fenomeno.
Purtroppo, l’ingestione di plastica può condurre a conseguenze disastrose: infatti, numerosi uccelli marini vengono quotidianamente trovati morti a causa della presenza nel proprio stomaco di buste, tappi e sacchetti di plastica. Questi oggetti causano facilmente ostruzioni parziali o totali che portano l’animale ad una morte lenta dovuta alla lacerazione di organi interni.
Ma, la presenza di plastica nello stomaco degli animali può causare anche fenomeni di falsa sazietà: in altre parole, l’animale percepisce sazietà e non ricerca ulteriore cibo. La conseguenza è il deperimento repentino dell’animale con conseguente indebolimento.
Plastica in mare e inquinamento degli oceani: il cambiamento proviene dai piccoli gesti
Il fenomeno del mare di plastica può essere combattuto a partire da piccoli gesti quotidiani: infatti, cercando di ridurre al minimo il numero di rifiuti prodotti sarà possibile migliorare le condizioni ambientali.
Come finisce la plastica in mare? Per mano dell’uomo. Come cercare di migliorare la situazione? In primo luogo, limitando l’utilizzo di plastica monouso e favorendo il riciclo di tutti i materiali che possono essere riutilizzati. È solo partendo da questi piccoli gesti individuali che potrà essere possibile ottenere un cambiamento a livello collettivo.
