Energia Marina: che cos’è e come funziona

L’energia marina è una tra le energie rinnovabili più forti e potenti che esistono al mondo.

Anche se poco conosciuta, l’energia marina potrebbe diventare una delle fonti di energie alternative più utilizzate al mondo entro il 2050.

Grazie alla sua conformazione geografica, l’Italia potrebbe essere tra i paesi Leader per lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di utilizzare al meglio l’ energia marina nelle sue diverse declinazioni.

Ma che cos’è l’energia marina?

L’ energia marina è chiamata anche energia oceanica o energia pelagica proprio per via della fonte da cui proviene: i mari e gli oceani. Questa forma di energia può essere estratta attraverso tecnologie che utilizzano la forza motrice dell’acqua del mare (moto ondoso, maree e correnti) e attraverso tecnologie che sfruttano il potenziale chimico o termico (gradiente di temperatura e salinità).

A seconda della fonte utilizzata per estrarre l’energia marina, avremo un diverso tipo di tecnologia in grado di trasformarla in energia elettrica. Le prime stime a livello mondiale sull’utilizzo di questa fonte di energia parlano di una vera e propria rivoluzione energetica: sfruttando l’energia marina saremmo in grado di superare il fabbisogno attuale della popolazione con un basso rischio ambientale. I dispositivi tecnologici utilizzati per convertire l’energia del mare in energia elettrica sono caratterizzati da un basso rischio ambientale e un numero minore di emissioni di gas serra rispetto alle altre fonti energetiche durante tutto il loro ciclo di vita, dalla costruzione, all’installazione fino al mantenimento degli impianti.

Come funziona l’estrazione di energia marina

Le tecnologie per estrarre l’energia marina e convertirla in energia elettrica hanno quasi tutte una storia recente e sono quindi in fase di sviluppo. In linea di principio, il metodo per sfruttare l’energia marina è simile a quello utilizzato per l’energia eolica. Alla base del sistema c’è lo sfruttamento dell’energia cinetica che è in grado di spostare le pale e generare energia meccanica che viene trasformata poi in energia elettrica.

L’Italia è un paese con grandissime potenzialità in termini di sfruttamento della forza energetica del mare e delle correnti. Nel nostro paese inoltre si trova uno dei siti più interessanti per lo studio dell’energia elettrica prodotta da correnti marine: lo stretto di Messina. Questo luogo, con correnti che raggiungono in media 1.5m/s è uno dei migliori al modo per produrre energia per mezzo di generatori studiati ad hoc che presto potranno essere commercializzati in tutto il mondo.

Energia marina dalle maree

Al di là dei casi particolarmente innovativi, il tipo di tecnologia più utilizzata per estrarre energia marina è quella legata alle maree. Questa energia viene ricavata dagli spostamenti d’acqua, movimenti orizzontali di grosse quantità di fluido che avvengono in seguito alla variazione di profondità del fondale marino.

Questo tipo di impianti raggiungono l’intensità sufficiente per la generazione di energia elettrica soprattutto negli stretti marini, per questo motivo le zone con un grande potenziale di utilizzo di questa fonte di energia rinnovabile e pulita sono poche.

In Europa i paesi che hanno un maggior potenziale energetico sono: Scozia, Grecia, Irlanda, Francia e Italia. Oltre allo stretto di Messina, nel nostro Paese ci sono anche altri luoghi dove si potrebbero installare impianti per lo sfruttamento dell’energia marina: la laguna di Venezia, le bocche di Bonifacio in Sardegna e il canale di Sicilia.

Non è un caso che alcuni tra i dispositivi più innovativi e promettenti di conversione delle correnti di marea in energia elettrica siano stati sviluppati in Italia. Tra questi, citiamo le turbine KOBOLD, che sono state installate nello stretto di Messina nel 2001 nell’ambito del progetto ENERMAR, uno dei primi impianti in scala reale progettati al mondo.

Energia marina dal moto ondoso

Il moto ondoso è un’altra forma di sfruttamento dell’energia marina, che però nel Mediterraneo resta meno potente rispetto alle maree. I convertitori di energia dal moto ondoso più interessanti che si posso utilizzare nei mari Italiani sono REWEC3 e ISWEC.

REWEC3 (REsonant Wave Energy Converter) ha la struttura simile a quella di un cassone portuale tradizionale con alcune differenze rispetto ai tradizionali dispositivi a colonna d’acqua oscillanti normalmente utilizzati per produrre energia elettrica. La principale differenza sta nel fatto che nel REWEC3 le onde non entrano direttamente all’interno della struttura, ma funzionano come forza che determina il moto di compressione e decompressione della sacca d’aria all’interno dell’impianto. Un’altra eccellenza italiana è ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter) un sistema concepito appositamente per utilizzare le onde corte e poco potenti tipiche del Mar Mediterraneo. ISWEC è un dispositivo galleggiante che utilizza gli effetti giroscopici per convertire l’energia delle onde marine in energia elettrica.

Per quanto riguarda invece lo sfruttamento del potenziale chimico e termico, il Mar Mediterraneo, per via della conformazione geografica e geologica, è caratterizzato da una circolazione marina con gradienti di temperatura e salinità molto più deboli di quello oceanici ed è per questo meno interessante sviluppare questo tipo di impianti.

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