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Fiori di pesco: storia, significato, caratteristiche e cura

Fiori di pesco: i significati dalla florigrafia ai tatuaggi

I fiori di pesco sbocciano tra marzo e aprile e, insieme alla margherita, segnano la fine della stagione fredda e danno il benvenuto a una nuova primavera.

Se tra gli alberi da frutto il pesco è perfetto per abbellire giardini di medie e grandi dimensioni, i fiori di pesco sono uno dei disegni più amati e riprodotti dagli amanti dei tatuaggi floreali assieme a peonia, fiore di loto e fiori di ciliegio.

Il motivo lo spiega la florigrafia, una forma di comunicazione non verbale conosciuta più semplicemente con il nome di “linguaggio dei fiori”, che attribuisce un significato simbolico ai fiori e alle piante. Il significato può cambiare in base al colore, un esempio è la rosa, e alla cultura del paese in cui una determinata pianta viene coltivata.

Leggendo la storia del fiore di pesco, scopriamo che tra i suoi petali si nasconde più di un messaggio. In Occidente è sinonimo di rinascita e forza, in Cina è simbolo dell’immortalità, in Giappone rappresenta la fedeltà e protegge dalle forze del male e in Egitto è associato al silenzio. Inoltre, sempre secondo la florigrafia, il fiore di pesco rappresenta l’amore e in particolare un sentimento forte, profondo, capace di durare nel tempo e quindi eterno.

Nel piccolo Dizionario dei fiori, contenuto nel best-seller Il linguaggio segreto dei fiori della scrittrice americana Vanessa Diffenbaugh, alla voce fiore di pesco si scopre che regalare il piccolo fiore dai petali rosa intenso, rosso porpora o bianco, equivale a una dichiarazione d’amore appassionata che si traduce in parole semplici ma di grande effetto: sono tuo prigioniero.

Non è finita qui perché il fiore di pesco simboleggia anche la fertilità e la femminilità e sempre più spesso lo si trova all’interno del bouquet delle spose. Rinascita ma non solo, nel mondo dei tattoo chi sceglie di disegnare sul proprio corpo un ramo di fiori di pesco lo fa per raccontare la storia di una solida unione familiare in cui i boccioli sono i membri più giovani, i fiori già sbocciati rappresentano i componenti adulti e quelli dalle dimensioni più grandi sono gli anziani.

fiori di pesco leggenda

 

Fiori di pesco: tra storia e leggenda

Fiori rosa, fiori di pesco è il titolo, nonché l’indimenticabile incipit, di una celebre canzone del cantante italiano Lucio Battisti, ma qual è la storia dell’albero che oltre a una splendida fioritura primaverile ci regala anche uno dei frutti più dolci e versatili in cucina?

Una leggenda racconta che un vecchio pescatore un giorno riuscì a catturare un pesce di grandi dimensioni. Una volta tornato a casa, trovò nello stomaco dell’animale uno strano nocciolo che non aveva mai visto prima e decise di piantarlo nel suo giardino. Il seme divenne un albero dai magnifici fiori rosa e l’uomo chiamò pesca il primo frutto poiché la pianta era nata da un nocciolo pescato dal mare.

Se abbandoniamo il mito per approfondire la storia, scopriamo che il Prunus persica, nome botanico del pesco, è originario della Cina e giunse nel Vecchio Continente, attraverso la Persia, grazie alle spedizioni di Alessandro Magno nel 356-523 a.C. Fu così che la pianta si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Secondo lo scrittore romano Rutilio Tauro Emiliano Palladio, Alessandro III di Macedonia rimase affascinato dall’albero quando lo vide per la prima volta nei giardini di Dario III di Persia.

Esistono però altre due ipotesi che si pongono in contrasto con la ricostruzione storica più famosa. Secondo alcuni studiosi, infatti, il pesco arrivò in Europa attraverso gli scambi commerciali tra Impero romano e Grecia o durante l’occupazione romana della Siria.

Con la caduta dell’Impero romano il pesco scomparve quasi del tutto dalle campagne d’Europa e a coltivare le differenti varietà furono soprattutto i monaci e alcuni aristocratici. La pianta riconquisterà popolarità, soprattutto in Italia grazie all’antica famiglia fiorentina dei Medici, solo nel Rinascimento.

Nelle terre americane il pesco arriverà con la colonizzazione spagnola e oggi, insieme alle prugne, è una delle coltivazioni simbolo dell’agricoltura californiana.

 

Fiori di pesco: caratteristiche e consigli per la coltivazione

Il pesco, come il Prunus armenica da cui nasce l’albiccocca, appartiene alla famiglia delle Rosaceae e produce il noto frutto commestibile chiamato pesca, una drupa dalla forma rotondeggiante, profumata e carnosa, con la buccia liscia o vellutata e dalle sfumature giallo-rossastre.

L’albero può raggiungere un’altezza compresa tra i 4 e gli 8 metri. Nelle piante giovani la corteggia ha un colore rosso scuro che con il passare del tempo diventa sempre più chiara fino ad assumere una sfumatura grigiastra negli esemplari più anziani. Le foglie sono lanceolate, lunghe circa 15 cm, di colore verde chiaro e con il margine dentellato.

I fiori di pesco, ermafroditi, nascono all’inizio della primavera, prima delle foglie, e sbocciano raggruppati in grappoli o piccoli mazzetti. Sono formati da cinque petali e cinque sepali e all’interno custodiscono circa trenta stami, gli organi maschili del fiore, che possono essere di colore bianco o rosato. L’antera, ovvero la parte finale degli stami, è ricoperta da una polvere gialla, cioè il polline, che serve a fecondare l’ovario posto alla base del gineceo o pistillo.

I fiori hanno dimensioni e colori diversi in base alla varietà della pianta e possono essere:

  • magni petalo: fiori di grandi dimensioni di colore bianco o rosa tenue
  • brevi petalo: fiori di piccole dimensioni e dal colore rosa intenso

Ideale sia come pianta ornamentale che come albero da frutto da coltivare in vaso, in giardino o nell’orto, il pesco si adatta quasi a tutti i tipi di suolo, ma per crescere sano e forte ha bisogno di un terreno sabbioso misto a ghiaia e ricco di humus, ben drenato e dal ph neutro.

fiori di pesco cura e coltivazione

L’albero dev’essere piantato in pieno sole e preferisce aree dal clima mite e moderatamente ventilate.  Le irrigazioni devono essere regolari e abbondanti, soprattutto in estate, facendo però attenzione ai ristagni idrici che possono mettere in serio pericolo la salute della pianta.

L’inizio dell’inverno è il periodo ideale per la messa a dimora e in quel caso la concimazione dev’essere fatta utilizzando concimi organici, come il letame o lo stallico. Durante il risveglio vegetativo, invece, è consigliabile utilizzare quantità moderate di concimi azotati a lenta cessione che contribuiscono alla sviluppo di rami e foglie. Una volta comparsi i frutti, i concimi azotati andranno sostituiti con prodotti a base di potassio e fosforo.

La potatura, dove il clima è più mite, può essere effettuata in autunno mentre in zone più fredde è preferibile aspettare la fine dell’inverno. È importante utilizzare attrezzi puliti e disinfettati e praticare tagli netti e inclinati per ottenere buone cicatrizzazioni ed evitare ristagni di acqua.

Per la coltivazione del pesco in vaso è preferibile scegliere varietà nane che non superano i 2 metri di altezza, come la Garden Beauty, la Nectarella o la Bonanza, e utilizzare contenitori in coccio dal diametro di 50 cm e di pari profondità.

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