
Giornata Mondiale del Suolo: perché è così importante celebrarla
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Il 5 dicembre 2022 si celebra la nona edizione della Giornata Mondiale del Suolo. Il tema centrale di quest’anno sarà “Suoli, dove il cibo nasce”, un’occasione per rimarcare l’importanza di proteggere il suolo per il futuro dei nostri sistemi agroalimentari.
«Il suolo è indispensabile per la vita della terra e proteggerlo è indispensabile per il futuro dei sistemi agroalimentari»: con queste parole la FAO (Food and Agriculture Organization, ossia l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che ha come mandato primario quello di accrescere i livelli di produttività agricola e di nutrizione su scala globale) ha presentato l’edizione 2022 della Giornata Mondiale del Suolo, quest’anno dedicata alla complessa interazione tra il suolo e la possibilità di garantire una piena sicurezza alimentare per le generazioni presenti e future.
La Giornata Mondiale del Suolo, istituita per la prima volta nel 2014 e ormai giunta alla sua nona edizione, ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul ruolo fondamentale che il suolo ricopre per il benessere umano, per preservare la biodiversità naturale e per mitigare il cambiamento climatico, nonché su quali azioni possiamo concretamente mettere in atto per proteggerlo.
Giornata Mondiale del Suolo: quando è stata istituita e perché si celebra
L’idea di istituire una giornata internazionale dedicata al suolo affonda le sue radici nel 17° Congresso Internazionale sulla Scienza del Suolo, tenutosi a Bangkok (Thailandia) nel 2002.
Durante i lavori del Congresso, l’Unione Internazionale delle Scienze del Suolo (UISS, una società scientifica non governativa fondata nel 1924 con lo scopo di stimolare la ricerca scientifica sul suolo e promuoverne l’applicazione a beneficio dell’umanità) ha raccomandato l’istituzione di una giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione sul ruolo del suolo nel corretto funzionamento dei nostri ecosistemi.
Successivamente, la FAO, in collaborazione con la Global Soil Partnership (un meccanismo di coordinamento internazionale volto a promuovere la gestione sostenibile dei suoli), ha sostenuto l’istituzione di una Giornata Mondiale dedicata al suolo attraverso una risoluzione ufficiale presentata davanti alla 68a Assemblea generale delle Nazioni Unite (2013). Il 5 dicembre 2014 è stato successivamente designato come data ufficiale per la prima Giornata Mondiale del Suolo.
La Giornata Mondiale del Suolo è ormai giunta alla sua nona edizione e mai come oggi è fondamentale agire tempestivamente e concretamente per proteggere il suolo su cui viviamo. Basti pensare che il consumo del suolo è aumentato in maniera vertiginosa negli ultimi dieci anni, raggiungendo una media di 19 ettari al giorno soltanto in Italia, e che questa tendenza non è certamente destinata a fermarsi negli anni a venire.
Suolo, materia “viva”
Come detto in precedenza, l’edizione 2022 della Giornata Mondiale del Suolo è interamente incentrata sul delicato legame tra un suolo “sano” e la sicurezza dei sistemi alimentari presenti e futuri.
Contrariamente a quanto siamo superficialmente portati a pensare, il suolo non è affatto un ammasso di granelli di polvere inerte e senza vita. Il suolo è materia “viva”, ricca di microrganismi che interagiscono in maniera complessa tra di loro e con il nostro ecosistema, e che sono dunque essenziali per la tutela della biodiversità naturale.
È inoltre cruciale per la vita del nostro pianeta perché regola i cicli dell’acqua, del carbonio, del fosforo e dell’azoto, nonché uno dei maggiori depositi di carbonio sulle terre emerse.
Ecco perché un suolo “sano” è fondamentale per la sicurezza presente e futura dei sistemi di produzione agricola e alimentare, già fortemente minacciata dalle estreme conseguenze del cambiamento climatico (in primis eventi meteorologici quali alluvioni e siccità estreme e piogge acide) nonché dalle pressioni esercitate da una popolazione mondiale in costante crescita. .
Senza dimenticare che un suolo fertile non è soltanto un suolo più produttivo, ma è anche un suolo in grado di mitigare e sopportare i danni causati da un clima in rapido cambiamento.
Tuttavia, è importante sottolineare anche come il suolo sia una risorsa in larga misura non rinnovabile, altamente sensibile sia ad eventi naturali che agli effetti delle attività umane. Ma quali sono le principali minacce per la salute del nostro suolo?
Quali sono le principali minacce per la salute del nostro suolo
Tra le minacce per la salute del suolo troviamo, in primo luogo, cause imputabili all’azione umana. Tra queste l’erosione causata da pratiche agricole intensive, come l’uso sconsiderato di pesticidi e fertilizzanti chimici, che può essere accelerata da eventi climatici estremi quali piogge intense, siccità, ondate di calore e tempeste.
Un’altra grave minaccia è quella legata alla salinizzazione del terreno, spesso causata da attività industriali, quali l’uso eccessivo di fertilizzanti, metodi di irrigazione particolarmente aggressivi e deforestazione su larga scala, ma che può essere esacerbata anche da cause naturali, quali l’innalzamento del livello del mare. L’innalzamento del livello del mare, spesso conseguenza del riscaldamento globale, può infatti modificare il suolo delle aree costiere ed apportare contaminanti di origine marina, compreso il sale.
Altre minacce sono invece legate all’aumento della popolazione globale e dunque all’avanzamento della cementificazione, nonché ad uno scorretto smaltimento dei rifiuti agricoli e urbani, quest’ultimo in larga parte dovuto allo scarso utilizzo di confezioni sostenibili per l’ambiente.
Le conseguenze per i sistemi agricoli ed alimentari
In tutti questi casi, le conseguenze per i sistemi agricoli e alimentari sono particolarmente drammatiche. Si passa dalla perdita di qualità degli habitat naturali all’impoverimento della capacità produttiva e biologica del suolo (intesa come la capacità di fornire cibo, fibre e combustibile a sostegno delle attività umane).
L’impoverimento del suolo ha importanti ripercussioni anche sulla sicurezza alimentare globale, definita dal World Food Summit come «la capacità di assicurare a tutte le persone e in ogni momento una quantità di cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita attiva e sana».
Tali problematiche affliggono in particolar modo le aree del mondo più povere, che generalmente sono anche quelle più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, inasprendo ancor più le diseguaglianze globali in termini di accesso al cibo e alle risorse primarie.
Ultimo ma non meno importante, un suolo “malato” ha anche una ridotta capacità di agire come filtro contro agenti inquinanti (in primis piogge acide, reflui zootecnici o diversi tipi di fertilizzanti chimici) e di immagazzinare il carbonio presente nell’atmosfera. Ciò diminuisce ulteriormente il valore biologico del terreno e dunque la possibilità di sfruttarlo per la produzione alimentare.
Cosa possiamo fare per salvare il suolo?
Come abbiamo appena visto, preservare la qualità del suolo e prevenire il suo consumo sono azioni necessarie per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e, di conseguenza, assicurare la sicurezza dei nostri sistemi agricoli e alimentari. Ma quali sono le azioni che possono concretamente aiutare a “salvare” il suolo?
In primo luogo, sarà necessario inserire una corretta gestione e pianificazione del suolo all’interno delle priorità degli enti governativi locali incaricati della progettazione territoriale. In questo senso, privati ed organizzazioni senza scopo di lucro possono avere ruolo fondamentale nel portare alla luce le problematiche legate ad un’inefficiente gestione del suolo, indirizzando così gli sforzi legislativi.
È inoltre necessario che contadini e agricoltori comincino a gestire in modo più razionale, efficiente e sostenibile i terreni, per esempio attraverso lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica. Entrambe queste tecniche mirano a preservare e ad arricchire la struttura e il valore biologico del suolo attraverso pratiche quali la pacciamatura naturale (ovvero lo spargimento sul terreno di materiale naturale – quale ad esempio corteccia o paglia – per proteggerlo da sbalzi di temperatura, conservarne l’umidità e favorire lo sviluppo di microorganismi benefici), il sovescio (ossia la coltivazione di vegetali – per lo più leguminose, ricche di azoto – al fine di arricchire un terreno con materia organica e proteggerlo da intemperie) e la rotazione delle colture.
Un’altra pratica utile è quella di impiantare siepi e alberi attorno ai campi adibiti a uso agricolo e alimentare, in modo da minimizzare l’azione erosiva del vento sul suolo e prevenire la disidratazione delle colture (l’eccessiva traspirazione costringe le piante a prelevare una quantità crescente di acqua dal suolo, impoverendo quest’ultimo di minerali e sostanze necessarie per la sua “salute”).
Ma, cosa forse più importante, è indispensabile sensibilizzare quanto più possibile la società civile circa il ruolo essenziale del suolo per la nostra sopravvivenza. Ecco perché giornate come il 5 dicembre sono essenziali per mettere in luce le problematiche legate alla gestione del suolo e a delineare le azioni necessarie per proteggere e preservare questo bene fondamentale.
Per maggiori informazioni circa la giornata mondiale del suolo 2022 e per scaricare materiali utili per comunicare questa iniziativa, possiamo consultare la sezione dedicata sul sito della FAO. Inoltre, abbiamo ancora qualche giorno per partecipare al contest “Dal suolo al piatto”, un concorso gastronomico volto a celebrare la ricchezza del nostro suolo attraverso ricette nutrienti e gustose, sensibilizzando così l’opinione pubblica sull’importanza di un suolo sano per un cibo più buono e salutare.
