
Il crollo del ponte di ghiaccio del Perito Moreno
Lo scorso 10 marzo i fortunati turisti che si trovavano in Patagonia hanno potuto assistere allo spettacolare crollo del ponte di ghiaccio del Perito Moreno.
Le cause del crollo pare non siano connesse al fenomeno del riscaldamento globale, ma sono riconducibili alla pressione esercitata dalle acque del lago Brazo Rico.
In Patagonia il ghiacciaio Perito Moreno, la terza riserva di acqua dolce al mondo dopo le calotte polari, si estende nella provincia di Santa Cruz, in Argentina, lungo la cordigliera delle Ande. Ogni quattro anni, di solito alla fine dell’estate, il ponte naturale che lo unisce alla terraferma crolla dando origine a uno spettacolare fenomeno naturale. Quest’anno è stato possibile osservare il crollo in diretta, poiché è avvenuto di giorno, davanti agli occhi strabiliati dei turisti e dei telespettatori di tutto il mondo.
Un ghiacciaio sconfinato
Il Perito Moreno è uno dei ghiacciai più estesi del mondo (alto 60 metri, come un palazzo di 20 piani, ha una lingua anteriore larga 5 km e una superficie di circa 200 km2) e si origina dall’accumulazione, dal compattamento e dalla cristallizzazione della neve che cade copiosa. Grazie al cuscino di acqua sottostante formato dal lago Argentino che lo mantiene staccato dalla roccia, è in continuo e visibile movimento, con un avanzamento quotidiano di circa 2 metri (700 all’anno).
Il 10 marzo scorso il suo famoso ponte di ghiaccio è crollato, davanti a migliaia di turisti e curiosi, reporter e fotografi (nonché la televisione nazionale argentina che riprende le immagini e le diffonde in tutto il mondo), accorsi appositamente sul luogo. Il Perito Moreno, quando raggiunge la penisola di Magellano, divide letteralmente in due il lago, costituendo una sorta di argine naturale. Il livello delle acque della parte inferiore, il Brazo Rico, sale di oltre 30 metri, esercitando un’enorme pressione che provoca rotture nel ghiaccio. Il ponte, alto 30 metri, si forma a causa dell’opera di erosione da parte delle acque sottostanti, che lentamente si creano un varco: il passaggio si fa via via più grande, cominciano a cadere dei lastroni finché, anche per la pressione esercitata dal ghiacciaio che preme contro la costa, l’intero ponte crolla, trasformando la morfologia di questa sconfinata massa di ghiaccio.
Guarda il video del crollo del ponte del Perito Moreno
Non si tratta di riscaldamento globale
Non si tratta però di scioglimento dei ghiacci dovuto al riscaldamento globale: il Perito Moreno è uno dei pochi ghiacciai al mondo che non diminuisce in estensione (ha pressoché la stessa superficie di un secolo fa), riuscendo a recuperare, nel corso del tempo, quello che perde con le rotture e i crolli grazie all’immensa quantità di neve che si deposita sulla sua superficie. A poca distanza, per esempio, il Grey, nel Parco Torres del Paine in Cile, si riduce ogni anno di oltre 100 metri. Il Perito Moreno è quindi oggetto di studio e discussione tra gli scienziati, divisi sulle conseguenze dovute all’aumento della temperatura media sulla Terra: almeno in questo caso, sembrano non esserci ripercussioni negative.
Fotografie: © Iris Troiano
