
Inquinamento luminoso: 8 italiani su 10 non vedono le stelle
Un team di scienziati di livello mondiale, ha realizzato il primo atlante dell’inquinamento luminoso in grado di mostrare una mappa della luce artificiale presente sulla superficie della Terra.
I risultati sono sconfortanti: l’80% della popolazione mondiale non vede il cielo stellato e l’Italia è fra i paesi messi peggio, con livelli di inquinamento luminoso pari a quelli di Singapore. Dagli anni 70 ad oggi la luminosità artificiale del cielo è più che quadruplicata.
Realizzato grazie all’elaborazione dei dati raccolti da satellite e alla creazione di un complesso modello di calcolo, l’atlante offre la valutazione più accurata mai realizzata finora dell’impatto globale dell’inquinamento luminoso, dannoso non solo dal punto di vista artistico e culturale, ma anche ecologico e ambientale.
Se il cielo stellato è stato un’importante musa ispiratrice per l’arte, la letteratura, la religione e la filosofia, è anche oggetto di studio fondamentale per la scienza e l’astronomia. Al pari di tutte le altre bellezze della natura, è un patrimonio dell’umanità che deve essere tutelato, dal momento che La Via Lattea è la nostra Casa nell’Universo.
Guarda il video sugli effetti dell’inquinamento luminoso
Negli Stati Uniti e in Europa il 90% della popolazione vive in zone troppo illuminate: non riusciamo più a vedere le stelle come i nostri genitori e i nostri nonni, ma – questione ancor più grave – in questo modo possono insorgere patologie dannose per l’uomo, verificarsi disastri ecologici, senza considerare uno spreco immane di energia. Negli ultimi decenni lo sviluppo incontrollato e una sfrenata urbanizzazione hanno ricoperto il nostro pianeta di una cortina di luce che impedisce letteralmente di vedere oltre.
La luce artificiale influisce direttamente sulla fisiologia e sul comportamento dell’uomo, come l’alterazione del battito cardiaco o la produzione incontrollata di ormoni. Ma è anche in grado di modificare il ciclo del sonno, limitando la formazione di melatonina e aumentando i livelli di cortisolo, ormone da cui dipende il nostro umore.
L’inquinamento luminoso però danneggia anche gli animali: per esempio, è stato notato come i lampioni della luce vicino al mare disorientano le tartarughe appena uscite dal guscio, che invece di dirigersi velocemente verso l’acqua, sbagliano strada finendo preda dei predatori o morendo disidratate. Ma più in generale fauna e flora vedono mutati basilari processi naturali come la fotosintesi clorofilliana o il delicato equilibrio delle abitudini notturne degli animali selvatici.
Non resta che intraprendere azioni concrete per un deciso risparmio energetico, spegnendo le fonti luminose dove non necessarie… nel frattempo possiamo rifugiarci, almeno per godersi una notte stellata, nelle piccole oasi di oscurità costituite da regioni rurali di alcuni Paesi africani, come il Ciad, la Repubblica Centrafricana e il Madagascar, ma anche di Paesi molto vasti e con molte regioni desertiche come il Canada o l’Australia, e, se non vogliamo andare tanto lontano, proviamo a concederci un week end in mezzo alla natura, in montagna o al mare, all’insegna del turismo sostenibile, lontano dalle città.
