
Machu Picchu: in Perù 1 milione di alberi per combattere il climate change
Machu Picchu: un milione di alberi per salvare l’ambiente
Il governo del Perù ha annunciato che saranno piantati milione di alberi nei pressi della cittadella sacra di Machu Picchu per proteggere l’antico sito archeologico e combattere le conseguenze dei cambiamenti climatici che mettono a serio rischio la nostra salute e quella del pianeta Terra.
Il sito archeologico di Machu Picchu si prepara a diventare la prima destinazione turistica del mondo che si impegna concretamente a ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) nel prossimo futuro.
Il Ministero dell’Ambiente peruviano (Minam) ha infatti annunciato all’agenzia stampa Andina che saranno messi a dimora un milione di alberi nella zona del santuario storico della “città perduta” degli Inca.
Il progetto, già annunciato lo scorso gennaio, era stato rinviato a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. La ripresa dei lavori è stata comunicata dal ministro dell’Ambiente Kirla Echegaray durante l’Assemblea Internazionale Virtuale per il 79° anniversario della creazione del distretto di Machu Picchu.
L’operazione di riforestazione interesserà tutta la zona alle pendici del colle per un totale di 700 ettari di terreno che ospiteranno specie autoctone utili a contrastare l’aumento di CO2 e fondamentali per la tutela di flora e fauna. Le piante serviranno anche a formare una zona cuscinetto che proteggerà l’area di Machu Picchu dal pericolo di frane.
“Sono sicura – ha dichiarato il ministro Echegaray – che raggiungeremo questo obiettivo lavorando in modo coordinato”. Inoltre, il Minam ha sottolineato che il Servizio nazionale delle aree naturali protette dallo Stato (Sernanp) ha garantito la presenza del suo personale nell’opera di conservazione della natura anche nei momenti più difficili che il Paese ha attraversato durante la pandemia.
All’incontro virtuale ha partecipato anche il Ministro degli Affari Esteri, Mario Lopez, che ha parlato del rilancio del turismo di Machu Picchu, e Darwin Barca, sindaco del distretto, che ha sottolineato l’impegno della sua amministrazione nel promuovere azioni volte alla tutela dell’inestimabile patrimonio storico-culturale del sito archeologico.
Machu Picchu: una delle nuove sette meraviglie del mondo
Machu Picchu, o Machu Piktchu, è l’iconica cittadella sacra agli Inca, dichiarata Santuario storico del Perù nel 1981 ed entrato due anni dopo nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il nome deriva da machu e pikchu due termini della lingua quechua che significano rispettivamente “vecchio” e “cima” o “montagna”.
Dal 2007 la città situata nella valle del fiume Urubamba, a circa 2.430 metri sul livello del mare, è una delle sette meraviglie del mondo moderno, insieme a Petra, la Grande Muraglia cinese, il Colosseo, Chichén Itzá, il Taj Mahal e il Cristo Redentore, nonché il terzo sito archeologico più grande del mondo dopo gli scavi di Pompei e di Ostia antica.
Si pensa che la città sia stata costruita nel 1440 dall’imperatore inca Pachacutec Inca Yupanqui, noto anche con il nome di Pachacuti o Pachakutiq, per poi essere completamente abbandonata nel 1532 dopo la conquista spagnola. Secondo gli studiosi, la città era la residenza estiva dell’imperatore e della nobiltà e ospitava non più di 750 persone alla volta durante la bella stagione. Un numero che probabilmente diminuiva durante la stagione delle piogge.
Il sito fu scoperto casualmente il 24 luglio 2011 da Hiram Bingham III, esploratore, archeologo, politico statunitense e professore di storia prima a Harvard e poi a Princenton. Bingham si trovava in Perù sulle tracce delle rovine di Vilcabamba e pensò di averli trovati presso Machu Picchu ma ben presto capì di trovarsi di fronte ai resti di un’altra città.
L’esploratore, insieme all’ingegnere Ellwood Erdis, all’osteologo George Eaton e con la collaborazione di Toribio Recharte, Anacleto Álvare e di un gruppo di lavoratori della zona, diresse gli scavi archeologici della zona dal 1912 al 1915 e portò alla luce numerose tombe incaiche.
Nell’aprile del 1913 la rivista National Geographic dedicò l’intero numero a Machu Picchu e Bingham scrisse: “Quelli di Machu Picchu potrebbero essere i resti più grandi e importanti scoperti in Sud America dal tempo della conquista spagnola“.
In anni recenti, e più precisamente nel 2008, un gruppo di studiosi internazionali ha scoperto una serie di documenti custoditi negli archivi americani e peruviani che rivelano un’altra verità.
Sembra, infatti, che a scoprire Machu Picchu sia stato il tedesco Augusto Berns che nella seconda metà dell’Ottocento costruì una società con l’obiettivo di sfruttare le ricchezze del luogo. Dopo il passaggio di Berns e dei suoi colleghi molti tesori sarebbero stati trafugati per finire all’interno di collezioni private in giro per il mondo.
