
Melograno: cura, coltivazione e varietà dell’albero da giardino
Melograno: storia di una pianta antica e sacra
Il melograno è un albero coltivato da millenni in diverse parti del mondo, ha ispirato artisti e poeti ed è stato dipinto su tele, vasi e stoffe mentre i frutti sono stati raffigurati persino nelle tombe egiziane del 2500 a.C. Conoscere le numerose varietà e i segreti della coltivazione di questa splendida pianta è il primo passo per prendersene cura.
Il Punica granatum, nome botanico del melograno, appartiene alla famiglia delle Lythraceae e al genere Punica. È una pianta che nasce nell’area geografica che va dall’Iran alla zona himalayana dell’India settentrionale ma già in tempi preistorici era diffuso nel Caucaso e in tutto il bacino del Mediterraneo.
È tra gli alberi da frutto più diffusi e coltivati in Armenia, Azerbaigian, Iran, Afghanistan, Turchia, Israele, e nelle zone più aride del Sud-Est Asiatico: dall’Arabia al Pakistan, dall’India alla Malaysia e fino all’Indonesia. Lo si può trovare anche in alcune aree dell’Africa tropicale.
Giunto in Europa grazie ai mercanti Fenici, il melograno era particolarmente apprezzato dagli antichi Greci e Romani e viene citato anche nella Bibbia.
La melagrana, conosciuta anche con il nome di mela granata o granata, è uno dei sette frutti che la Terra promessa produce in abbondanza. Nel capitolo 8 – versetto 8 del Deuteronomio, il quinto libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana, si legge: “terra di frumento, di orzo, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele”. Inoltre, insieme all’uva e ai fichi, la melagrana è il frutto che i dodici esploratori portarono a Mosè di ritorno dalla Terra di Canaan successivamente indicata con il nome di Terra promessa o Terra di Israele.
E ancora, nel libro dell’Esodo il frutto, simbolo della benedizione di Dio, decora le vesti del sommo sacerdote. Si legge, infatti: “Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo disporrai sonagli d’oro: un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana intorno all’orlo inferiore del manto”. Nel libro dei Re, invece, le melagrane sono raffigurate sui capitelli del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
Nel Cantico dei Cantici, noto più semplicemente come Cantico, il melograno indica l’amore fedele e fecondo, la forza del sentimento che lega l’uomo e la donna, la bellezza dell’amata che viene così descritta: “come spicchio di melagrana è la tua tempia dietro il tuo velo” (cfr. 4,3; 6,7).
Anche nella mitologia classica i riferimenti alla pianta sono numerosi e il frutto è spesso associato alle figure di divinità femminili come Afrodite che secondo gli antichi Greci piantò l’albero sull’isola di Cipro. Tuttavia un’altra leggenda racconta che il melograno è nato da una goccia del sangue di Dioniso che una volta caduta a terra avrebbe dato origine al primo albero.
La melagrana, insieme al papavero, è menzionata nel mito di Persefone, la figlia di Demetra e Zeus, rapita da Ade e trascinata nel regno delle ombre e dei morti. Qui le venne offerto un ricco cesto di frutta ma Persefone si limitò a mangiare solo sei semi di melagrana senza sapere che consumare i frutti degli inferi significava vivere per l’eternità nel regno dell’oltretomba.
In America latina la pianta fu introdotta dai colonizzatori nella seconda metà del Settecento e ancora oggi è ampiamente coltivata in Messico, in California e in Arizona.
Scopriamo insieme quali sono le varietà di melograno più conosciute, i segreti della coltivazione e come prendersi cura della pianta.
Melograno: le caratteristiche e le varietà più famose
Il melograno è un piccolo albero o una pianta con portamento arbustivo cespuglioso, caducifoglie e latifoglie, e ha una forte tendenza a produrre polloni radicali soprattutto nei primi anni di vita.
In genere i melograni non superano i 5-6 metri di altezza e hanno un fusto snello, liscio e regolare che a volte può essere leggermente nodoso. La corteccia è di colore grigio bruno e tende a sfaldarsi.
Le foglie sono caduche e a margine intero, lucide, strette e allungate, opposte o sub opposte, larghe 2 cm e lunghe dai 4 ai 7 cm. Le più giovani presentano una sfumatura rossiccia mentre le foglie adulte hanno un colore verde brillante con la pagina inferiore di una tonalità più scura.
La forma dei fiori, singoli o riuniti in grappoli, ricorda quella di un calice con un diametro di circa 3 cm e un numero di petali che variano dai cinque agli otto di colore rosso vermiglio. Nelle varietà ornamentali i fiori possono essere più grandi, doppi e di colore rosso, giallo, bianco o variegato.
La Balausta, nome botanico del frutto conosciuto più semplicemente con il nome di melagrana o granata, è rotonda, ha una buccia coriacea e una dimensione che cambia in base alla varietà che si sceglie di coltivare. Al suo interno la melagrana può contenere fino a 600 arilli ovvero i semi di colore rosso che possono essere consumati al naturale o sottoforma di succo. Il frutto, inserito nella lista dei superfood insieme ad alga spirulina, curcuma, zenzero, cacao, bacche di goji e semi di chia, presenta in posizione apicale la caratteristica e robusta corona a quattro-cinque pezzi che sono il residuo del calice fiorale.
Le cultivar sono numerose e si differenziano per dimensione della pianta, caratteristiche dei fiori, tempo di maturazione della Balausta, grado di dolcezza o acidità dei semi, frutto edibile o non commestibie.
Ecco quali sono le varietà più famose di melograno:
- Wonderful One
- Maxima rubra
- Lallegrei
- Nana
- Mollar Del Elché
- Viola
- Ako
- Dente di cavallo
- Hicaz
- Soveh
- Sioh
- Rabob
- Aghaei
- Ardestony
- Shisheh cap
- Shirin Shahvor
- Bajestony
- Malas e Daneh Siah
- Touq Gardan
- Khazar,
- Shecar e Ashraf (Behshahr)
- Alak, Arous, Farouq
- Rahab, Khafar e Shiraz
- Ferdous e Khorasan
- Bi daneh Sangan
Alla specie Punica appartiene anche il Melograno di Socotra (Punica protopunica) con fiori di piccole dimensioni, rossi o rosa, e frutti meno dolci. È una pianta tipica dell’isola di Socotra situata nell’Oceano Indiano.
Melograno: tutto sulla coltivazione e la cura della pianta
Simbolo di fertilità e ricchezza, la melagrana nell’antica Roma era conosciuta con il nome di “mela di Cartagine” o “mela Punica” in riferimento al nome che i Romani assegnarono all’area geografica da cui proveniva la pianta.
La coltivazione del melograno è molto antica e se volete sapere come prendervene cura, noi vi sveliamo tutti i segreti della Punica granatum:
Terreno e clima: la pianta è una specie tipica delle aree dal clima caldo e temperato, predilige le zone soleggiate e soffre le temperature sotto i 10° C e i ristagni idrici. Il terreno ideale è sciolto e ben drenato ma la pianta cresce bene anche in terreni molto argillosi a patto di miscelare della sabbia alla terra di scavo prima della piantumazione. Tollera bene il calcare e la carenza di ferro nel terreno. Il periodo migliore per piantare il melograno va da ottobre a dicembre ma nelle aree caratterizzate da temperature rigide è preferibile attendere la fine dell’inverno per contenere i rischi derivanti da improvvise gelate.
Annaffiature e concimazione: la pianta ha bisogno di irrigazioni regolari soprattutto quando le temperature sono particolarmente elevate. È consigliabile bagnare il terreno dopo il tramonto e sospendere le annaffiature in caso di precipitazioni abbondanti per evitare il rischio di ristagni idrici che possono provocare marciumi radicali. La soluzione ideale è l’irrigazione a goccia, detta anche irrigazione localizzata o micro irrigazione, un metodo che permette di somministrare l’acqua alle piante attraverso sottili getti d’acqua continui o intermittenti. Un concime a base di azoto, potassio e fosforo è necessario per una crescita sana e forte della pianta a cui non devono mai mancare anche magnesio, ferro e manganese. Il concime va somministrato quattro volte l’anno nelle piante più giovani e almeno due negli esemplari adulti. I melograni coltivati in vaso hanno bisogno di una concimazione liquida mensile.
Potatura: le potature della pianta vanno eseguite dopo la raccolta e quindi in autunno o verso la fine dell’inverno. La potatura di formazione serve per eliminare i rami superflui e dare alla pianta la forma che si preferisce mentre la potatura di produzione è necessaria per arieggiare la pianta, eliminare i rami ammalati e ottimizzare la produzione. Infine, la potatura di rinnovo ha l’obiettivo di eliminare le parti secche, rotte e malate per rallentare il processo di invecchiamento. La potatura verde, invece, è un tipo di potatura che si effettua nel periodo estivo e prevede l’eliminazione di rami che non sono necessari alla riproduzione e sottraggono nutrimenti ai rami che danno frutto.
Moltiplicazione: la pianta si moltiplica in primavera per talea semilegnosa, margotta, prelievo di polloni o innesto. La moltiplicazione per seme non è particolarmente diffusa perché nella maggior parte dei casi le piante ottenute tramite questo metodo non conservano le caratteristiche della pianta madre.
Malattie: il melograno è una pianta piuttosto resistente ma può essere colpita da patologie fungine, come l’alternaria detta anche cuore nero, e muffa grigia. Tra i parassiti a cui fare attenzione ci sono gli afidi e il ragnetto rosso.
