nigrita la tartaruga ottant'enne che salva la specie

Nigrita, la tartaruga che salva la specie in via di estinzione

Ottant’anni, quasi 100 chili di peso e 9 cuccioli appena nati per Nigrita, la tartaruga gigante delle Galapagos che da 70 anni vive nello zoo di Zurigo. Le uova, deposte lo scorso autunno, si sono schiuse tra febbraio e aprile.

Con un peso che varia tra i 120 e i 140 grammi, i nuovi arrivati sono una vera gioia per gli occhi e rappresentano la giusta chiave per spalancare le porte a un meno cupo futuro per la specie, a rischio di estinzione.

Nigrita si trova dall’altra parte del mondo rispetto al suo habitat naturale, le isole ecuadoriane, ma nonostante ciò è in grado di cambiare il destino dell’intera specie. Ospite dello zoo di Zurigo fin dal 1946, Nigrita ha infatti da poche settimane dato alla luce 9 piccole tartarughine.

Una vita per il futuro

Le nascite di quest’anno sono infatti un avvenimento speciale, ma non così raro per la mamma più anziana del pianeta. Sotto le amorevoli cure del personale dello zoo, Nigrita ha infatti già dato alla luce numerosi piccoli e deposto oltre 300 uova delle dimensioni di una pallina da tennis. Nel 1989 sono nati i primi due piccoli. Oggi, oltre alla neo mamma, la struttura accoglie Jumbo il 54enne compagno di Nigrita dal peso di quasi duecento chili e ben 19 giovani esemplari.

L’aria della Svizzera deve fare bene a Nigrita. Lo zoo di Zurigo è infatti l’unico impianto in Europa in grado di far riprodurre le tartarughe delle Galapagos. La collaborazione con 15 istituzioni in tutto il continente punta a migliorare le prospettive di sopravvivenza della specie, attraverso uno specifico programma di allevamento.

Una specie preziosa e un habitat da ricostruire

Le lunghe aspettative di vita delle tartarughe giganti delle Galapagos sono possibili grazie a un metabolismo molto lento che permette loro di immagazzinare grandi riserve d’acqua e sopravvivere anche a lunghi periodi di digiuno. Per questi motivi, sono da sempre molto importanti per gli abitanti dell’arcipelago ecuadoriano e rappresentano una preziosa fonte di approvvigionamento per le imbarcazioni che ne navigavano le acque.

Ma queste tartarughe sono una delle specie in via di estinzione a causa dell’assottigliarsi delle speranze di sopravvivenza va di pari passo con il ridursi dell’habitat naturale delle tartarughe. Negli anni, infatti, hanno visto depredare la propria casa da specie estranee, trapiantate nelle Galapagos. Recenti programmi di salvaguardia puntano a restituire alla tartarughe parte del loro habitat, con evidenti benefici e programmi a lungo termine per le isole su cui Darwin sviluppò le teorie evoluzionistiche.

Guarda il video di Nigrita

Darwin parla italiano

Nel 2011 un team di scienziati dell’università di Yale, di cui fanno parte gli italiani Adalgisa Caccone e Claudio Ciofi, ha identificato una nuova specie di testuggine riconducibile alle Chelonoidis elephantopus studiate da Darwin.

È invece di fine 2015 la scoperta di una nuova specie, denominata Chelonoidis donfaustoi, in onore di Fausto Llerena, l’uomo che accudì la famosa tartaruga Lonesome George, ultimo superstite della sua specie scomparsa ultracentenaria nel 2012. La recente identificazione, che vede nuovamente coinvolta Adalgisa Caccone, è stata documentata dalle maggiori riviste scientifiche del pianeta e punta a sensibilizzare circa la precarietà di un universo tanto importante quanto fragile.

 

 

 

 

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