
Nuova legge per ridurre l’inquinamento ambientale in Inghilterra
Cinque penny per un sacchetto. Anche l’Inghilterra ha provveduto ad allinearsi agli altri Paesi del Regno Unito, inserendo una piccola tassa sui sacchetti di plastica della spesa.
In osservanza della richiesta della UE di rispettare l’ambiente e gli animali, infatti, i supermercati della grande distribuzione e i grandi negozi non consegneranno più gratuitamente i sacchetti della spesa.
Il provvedimento è stato pensato per ridurre i consumi e gli sprechi della plastica e per limitare l’inquinamento ambientale. Spesso, infatti, i sacchetti non biodegradabili finiscono dispersi nell’ambiente a danno di pesci e animali che li ingeriscono credendo di mangiare delle prede oppure finiscono in queste trappole e ne muoiono soffocati.
I piccoli negozi sono esentati dalla tassa così come alcune categorie di cibo tra cui la carne e il pesce crudi, semi, patate e medicinali. Anche i sacchetti di carta continueranno a esistere e a essere distribuiti gratuitamente.
Infine l’Inghilterra
Gli altri Paesi del Regno Unito si erano già adoperati per disincentivare lo spreco attraverso un costo aggiuntivo: Scozia, Galles e Irlanda del Nord sono riusciti a ridurre rispettivamente del 12,8%, del 78,2% e dell’81,2% la quantità di shopper monouso richiesti e utilizzati. Anche in Italia il risultato è stato sorprendente. Vietati a partire dal 2011, il loro consumo si è dimezzato nell’arco di tre anni; nel 2010 infatti le buste usa e getta erano circa 180mila tonnellate mentre nel 2013 sono diventate circa 90mila.
Gli stati membri dell’UE possono decidere in completa autonomia come raggiungere l’obiettivo, adottando standard e costi differenti. L’Irlanda, a esempio, ha aggiunto un costo fisso di 22 centesimi a sacchetto; l’Italia invece ha vietato i sacchetti con uno spessore inferiore a 50 micron, lasciando sul mercato quindi solo quelli più resistenti o quelli biodegradabili (smaltibili quindi anche nell’umido) che tuttora sono quelli venduti nei supermercati.
La Francia tarda ancora a far entrare in vigore il divieto alla vendita di sacchetti in plastica, con una proroga al 1° luglio 2016 per consentire ai grossisti di smaltire le scorte di magazzino.
La plastica in mare
I primi a ringraziarci per tali misure sono gli animali. Di recente uno studio dell’ente di ricerca australiano ha rilevato che l’80% degli uccelli marini ha plastica nello stomaco. Gli animali infatti vengono attratti da forme e colori sgargianti confondendo i rifiuti in cibo che nello stomaco diventano letali. I mari e gli oceani risultano infatti i maggiori collettori di rifiuti in materiale plastico, che impiega centinaia di anni per smaltirsi, nel frattempo operando una serie di danni irreversibili. Le tartarughe marine sono una delle specie più a rischio; inoltre, accanto al pericolo di ingerimento si affianca quello di assorbimento di sostanze contaminanti e additivi tossici che le plastiche rilasciano nell’acqua.
Shopper di tela: una buona abitudine
Il consiglio green per risparmiare e ridurre l’inquinamento ambientale è tenere sempre – in borsa, in macchina o nello zaino – dei sacchetti per la spesa, di materiale resistente e quindi riutilizzabili più e più volte. Molte catene commerciali hanno creato sacchetti personalizzati che rivendono a prezzi convenienti nei loro punti vendita, oppure comodi sacchetti di tessuto ripiegabili e tascabili, pratici e che occupano poco spazio.
La soluzione migliore restano gli shopper di tela, spesso celebrativi di eventi o donati in omaggio in occasione di fiere e sponsor. È possibile anche realizzare il proprio shopper personalizzato; in rete sono numerosi i siti dove poter scegliere e in pochi minuti creare idee personalizzate di ogni forma e colore, ideali anche come simpatici regali.
Immagine di apertura: © Newlight | Dreamstime.com
