
Nuovi rifiuti da Coronavirus: SOS mascherine e guanti gettati per strada
Allarme nuovi rifiuti da Covid-19: strade colme di mascherine e guanti usa e getta
L’emergenza Coronavirus inizia a mostrare le sue conseguenze anche a livello ambientale: non solo in ambito climatico con la riduzione dell’inquinamento atmosferico, bensì anche in merito allo smaltimento dei nuovi rifiuti sanitari. Di cosa si tratta? Di centinaia di mascherine e guanti usa e getta – potenzialmente pericolosi – gettati per strada e nella natura senza alcun senso civico.
Infatti, dal 1 Marzo 2020 la Protezione Civile ha distribuito nel nostro Paese circa 160 milioni di materiali sanitari alla popolazione: di questi, circa 150 milioni sono mascherine e guanti protettivi. Purtroppo, a causa della mancanza di responsabilità civile, oggi gran parte di questo materiale si trova ai lati delle strade, nei parchi o sui marciapiedi.
Mascherine antivirus e guanti in lattice monouso gettati per strada costituiscono un pericolo importante sia a livello ambientale che a livello sanitario. Infatti, il materiale di cui sono costituite le mascherine usa e getta è generalmente il polipropilene, una sostanza plastica altamente dannosa per la natura.
Inoltre, il pericolo sanitario è notevole: questi materiali costituiscono rifiuti potenzialmente infetti. Basti pensare che l’Istituto Superiore di Sanità, pur non avendo ancora verificato scientificamente se mascherine e guanti rappresentino potenziali veicoli di contagio, ha deciso di modificare temporaneamente le norme relative alla raccolta differenziata per il Covid-19. Infatti, secondo l’ISS chi ha contratto il virus e chi si trova in quarantena obbligatoria deve interrompere la raccolta differenziata gettando mascherine, guanti e rifiuti potenzialmente infetti nell’indifferenziato. Al contrario, per chi non si trova in quarantena obbligatoria e non ha contratto l’infezione la raccolta differenziata deve procedere in modo ordinario.
È quindi evidente il rischio che guanti e mascherine potenzialmente infetti costituiscono per la nostra salute: lasciarli ai lati della strada è certamente il metodo più sbagliato per cercare di fornire il proprio contributo in questa battaglia.
La situazione dello smaltimento dei nuovi rifiuti da Coronavirus si aggrava notevolmente avvicinandosi alla Fase 2: infatti, il Politecnico di Torino, stima che il numero di materiali sanitari necessari per fronteggiare la seconda fase sia notevolmente superiore: circa 1 miliardo di mascherine, 500 milioni di guanti e 9 milioni di litri di gel igienizzante. Se tutti questi rifiuti fossero smaltiti nel modo sbagliato il danno ambientale e sanitario potrebbe diventare irreparabile.
Per evidenziare l’importanza dell’argomento, anche il WWF ha deciso di contribuire alla causa lanciando un nuovo appello per predisporre appositi contenitori per i rifiuti nei pressi di luoghi pubblici, supermercati, parchi e strade. Così ha commentato la situazione Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia:
“Così come i cittadini si sono dimostrati responsabili nel seguire le indicazioni del governo per contenere il contagio restando a casa, ora è necessario che si dimostrino altrettanto responsabili nella gestione dei dispositivi di protezione individuale che vanno smaltiti correttamente e non dispersi in natura”.
Certamente non potranno essere solo i nuovi contenitori per rifiuti sanitari a fare la differenza. Infatti, in questa situazione difficile e quasi surreale, è indispensabile che ogni individuo si impegni per dimostrare un comportamento civilmente responsabile: solo in questo modo potremo gradualmente superare in modo collettivo questa emergenza sanitaria, economica e sociale.
