
Pistacchio: coltivazione, cura e proprietà dell’oro verde siciliano
Pistacchio: caratteristiche di una pianta dalla storia antica
Simbolo della Sicilia, il pistacchio è un albero coltivato sin dalla preistoria e le proprietà nutrizionali del frutto lo rendono un prezioso alleato della nostra salute.
Il pistacchio, originario del Medio Oriente, appartiene alla famiglia delle Anacardiacee e al genere Pistacia ed è un albero caducifoglie e latifoglie che può raggiungere un’altezza di circa 11-12 metri anche se generalmente non supera i 5-6 m.
Oltre a essere una delle piante più antiche coltivate dall’uomo, la Pistacia vera, nome botanico del pistacchio, è anche uno degli alberi da frutto più longevi e può vivere per due o tre secoli. Il frutto rientra nella categoria della frutta secca a guscio detta anche frutta oleosa o frutta lipidica.
È un albero dalla crescita lenta, dotato di un apparato radicale abbastanza profondo, di un fusto duro e denso e di una corteggia di colore giallastro che tende a scurirsi nel tempo fino ad assumere una sfumatura rossastra negli esemplari più anziani.
Si tratta di una pianta con fiori unisessuali e, quindi, dioica. Ciò significa che esistono piante di Pistacia vera provviste solo di fiori maschili e piante con soli fiori femminili che producono i frutti. Altre caratteristiche che aiutano a distinguere le piante femminili da quelle maschili sono la chioma, meno fitta nelle prime e più folta nelle seconde, e i rami, penduli nelle femmine e più rigidi nei maschi.
Le foglie, caduche, imparipennate e composte, sono formate da circa 3-5 foglioline di colore verde lucido e nelle piante più giovani sono ricoperte da una fitta e leggera peluria mentre in quelle adulte sono dure e glabre.
La pianta produce fiori di un bel color porpora e raccolti in grosse infiorescenze a pannocchie che fanno la loro comparsa nel periodo tra aprile e maggio.
I frutti, riuniti in grappolo, sono delle piccole drupe dalla forma ovale con un guscio sottile e duro che contiene il seme, comunemente chiamato pistacchio, dal colore verde smeraldo nascosto sotto una buccia rosso violaceo. La raccolta dei frutti avviene tra settembre e ottobre.
Il sofista greco Ateneo di Naucrati nella sua celebre opera I deipnosofisti (o dipnosofisti), nota anche con il titolo I dotti a banchetto, racconta che il pistacchio era coltivato sin dalla preistoria. Inoltre, diversi autori greci ed ellenistici collocano la coltivazione della pianta, che chiamano bistachion o pistakia o pistakion, in Siria, Persia e India.
Narra la leggenda che i pistacchi fossero uno degli alimenti preferiti della regina di Saba che ne aveva una piantagione a uso esclusivo suo e della corte. Sembra che anche il re Nabucodonosor II li facesse coltivare nei bellissimi giardini pensili di Babilonia.
Il frutto della Pistacia vera compare anche nel libro della Genesi, capitolo 43 versetto 11: “Israele loro padre rispose: Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono a quell’uomo: un po’ di balsamo, un po’ di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle”.
Il pistacchio arriva in Grecia nel IV secolo a.C. grazie ad Alessandro Magno e con la conquista araba della Sicilia trova alle pendici dell’Etna, e più precisamente a Bronte, le condizioni climatiche favorevoli e l’habitat perfetto per crescere rigoglioso.
Oggi il pistacchio è il simbolo della Sicilia e noi vi sveliamo tutti i segreti sulle proprietà e la coltivazione dell’oro verde.
Pistacchio: come coltivarlo e quali sono le proprietà del frutto
Se volete fare spazio nel vostro giardino a un albero di Pistacia vera ecco tutto quello che dovete sapere sulla coltivazione, la cura del pistacchio e le proprietà del frutto.
Temperatura e terreno: la pianta ama i climi miti con temperature comprese tra i 18° C e i 30°C. Tollera bene le temperature rigide, tuttavia verso la fine dell’inverno improvvise gelate possono comprometterne la crescita. Sensibile all’umidità, predilige luoghi soleggiati e sufficientemente ventilati. Si adatta a diversi tipi di terreno, compresi quelli calcarei o argillosi, a patto che siano ben drenati. I ristagni idrici, infatti, possono provocare marciumi radicali e contribuire allo sviluppo di malattie fungine.
Messa a dimora: il periodo ottimale per la messa a dimora va da novembre a giugno fatta eccezione per gli esemplari a radice nuda che devono essere trapiantati entro aprile. È necessario scavare buche profonde e mescolare alla terra del compost o del letame maturo prima di inserire la pianta, ricoprire con la terra e irrigare. Il consiglio è di optare per sesti di 6X6 o 6X7 metri avendo cura di alternare alberi maschili con alberi femminili. Non va dimenticato che la La Pistacia vera è una pianta dioica e un albero maschile è in grado di produrre polline sufficiente per fecondare 10 piante femminili.
Innaffiature: le piante, soprattutto gli esemplari più giovani, devono essere regolarmente annaffiate nel periodo compreso tra la primavera e l’estate. Bisogna assicurarsi che il terreno non resti asciutto durante il periodo di produzione facendo però attenzione a non somministrare troppa acqua. Il Pistacia vera è in grado di sopportare brevi periodi di siccità.
Concimazione e potatura: per avere una pianta rigogliosa l’ideale è utilizzare in primavera del concime ricco di azoto, fosforo e potassio. Nelle piante giovani le operazioni di potatura sono molto importanti perché servono a dare all’albero una forma equilibrata e armoniosa mentre negli esemplari adulti sono sufficienti potature annuali utili a diradare leggermente la chioma e necessarie per eliminare rami secchi, malati e polloni. Il momento ideale per la potatura è il mese di ottobre.
Raccolta: la Pistacia vera impiega circa 5-7 anni di età prima di entrare in produzione ed è soggetta ad alternanza di produzione. Ciò significa che si hanno anni di carica e anni di scarica e quindi la coltivazione ha un ciclo biennale. In genere, la raccolta avviene tra agosto e settembre ma esistono alcune varietà tardive per cui è necessario attendere i mesi di ottobre o novembre. Quando si nota una parziale apertura del guscio significa che i frutti sono maturi. Una pianta produce in media 10 kg di pistacchi ma nelle annate buone si possono ottenere anche più di 20 kg. Una volta raccolti, per poterli conservare a lungo, è necessario rimuovere il mallo e ridurre l’umidità dei pistacchi lasciandoli asciugare al sole o utilizzando un forno essiccatore a una temperatura massima di 50°C.
Malattie e parassiti: la pianta è soggetta a malattie fungine come la Ruggine, l’Alternaria, la Botyosphaeria ibis e la Septoriosi. Per combatterle si possono utilizzare macerati naturali come equiseto, ortica e aglio, o funghicidi chimici. Gli insetti dannosi per la pianta sono la Teleiodes decorella, il Chaetoptelius vestitus, il Megastigmus pistaciae e il Coeliodes erithroleucus. Per combattere i parassiti sono utili interventi a base di rame da effettuare nel periodo invernale.
Proprietà del frutto: fonte di proteine e sali minerali, come fosforo, calcio, ferro, rame, zinco, selenio e magnesio, i pistacchi sono ricchi di fibre, vitamina E, carotenoidi e vitamine del gruppo B. Contengono anche luteina, beta-carotene e tocoferoli, sostanze antiossidanti. Inoltre, aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, prevengono l’invecchiamento e i disturbi legati all’apparato cardiovascolare. Come se non bastasse, la presenza di antiossidanti naturali li rende preziosi alleati per la salute di pelle e occhi.
