
«Raccolto Zero» e desertificazione: gli impatti su alimentazione, emissioni e acqua
Le regioni più vulnerabili del pianeta stanno raggiungendo il cosiddetto “Raccolto Zero”, ovvero la totale improduttività dei terreni dovuta alla progressiva desertificazione. A lanciare il monito il movimento Salva il Suolo di Sadhguru.
Le riserve mondiali di suolo fertile si stanno esaurendo al ritmo di 24 miliardi di tonnellate all’anno con un impatto catastrofico sulla catena alimentare del pianeta, sulle emissioni di carbonio e sulla sicurezza idrica.
Se i governi, le imprese e i settori agricoli di tutto il mondo non adotteranno politiche che tutelino la fertilità dei terreni, molte regioni vulnerabili si troveranno presto ad affrontare il primo “Raccolto Zero”.
Oggi il 33% dei terreni agricoli della Terra è già degradato e secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, la progressiva erosione potrebbe ridurre del 90% la resa dei raccolti a livello globale entro il 2050. Il che equivale a sottrarre all’agricoltura milioni di ettari di terreni con ripercussioni a livello economico e un danno che, tra carenza di cibo, di servizi eco-sistemici e abbattimento del reddito pro capite, è stimato in 23.000 miliardi di dollari.
Complessivamente, il mondo dipende dal suolo per il 95% della produzione alimentare. Alcune aree del pianeta hanno già raggiunto il “raccolto zero”; la regione del Sahel, per esempio, nell’Africa occidentale e centro-settentrionale, che ha vissuto carestie diffuse e catalizzato la proliferazione di gruppi terroristici come Boko Haram sta lottando contro la desertificazione dei terreni agricoli dagli Anni 60.
Il suolo contiene un importante biota (il complesso degli organismi che occupano un determinato spazio in un ecosistema) che da solo rappresenta il 25% della biodiversità mondiale ed è in grado di trasformare e scomporre le sostanze chimiche e altri contaminanti presenti nell’acqua. Grazie poi alla capacità di assorbire fino a 2.500 gigatoni di carbonio, ovvero tre volte la quantità presente nell’atmosfera e quattro quella immagazzinata in tutte le piante e gli animali viventi, svolge un ruolo cruciale nel mitigare i cambiamenti climatici intrappolando oltre il 25% delle emissioni mondiali derivate dall’impiego di combustibili fossili.
Tuttavia, poiché la metà dei terreni presenti sul pianeta è stata destinata all’agricoltura, il suolo ha perso tra il 50 e il 70% del carbonio che un tempo conteneva, contribuendo paradossalmente all’emissione di un quarto dei gas serra presenti nell’atmosfera.
Le cause principali del diffuso degrado del suolo sono la deforestazione, le pratiche agricole non sostenibili e la quantità eccessiva di appezzamenti destinati al pascolo.
La campagna Salva il Suolo di Sadhguru intende esortare i leader di tutto il mondo a introdurre politiche agricole di tutela e rigenerazione ambientale nel loro programma di lotta ai cambiamenti climatici. A partire dall’imposizione di un contenuto organico minimo del 3-6% in tutti i terreni destinati alla coltivazione.
