carta riscrivibile

Scienza e ambiente: carta riscrivibile e stampabile fino a 80 volte

Scienza e ambiente insieme in un progetto a sostegno della conservazione delle foreste, della riduzione dell’inquinamento e della sostenibilità delle risorse.

La carta riscrivibile è un’invenzione non solo scientificamente interessante ma con grandi effetti benefici in termini di impatto ambientale.

Carta e cartone sono uno dei materiali più inquinanti per il nostro pianeta. Sebbene in calo rispetto agli anni precedenti, la produzione di carta a livello mondiale resta alta, con dati che si aggirano intorno ai 400 milioni di tonnellate, di cui il 50% è la carta prodotta per gli imballaggi e il confezionamento dei prodotti (fonte FAO).

Fino ad ora governi e associazioni ambientaliste di tutto il mondo, per cercare di diminuire il consumo di carta e contrastare il cambiamento climatico, si erano attivati nel promuovere e divulgare la cultura del riciclo e del riuso della carta, con leggi e incentivi per una corretta raccolta differenziata di carta e cartone in quei Paesi dove ancora si svolgeva regolarmente e rendendo sempre meno necessario l’uso della carta stampata con sistemi di digitalizzazione di pratiche e documenti.

Ma, sebbene tutti questi metodi siano sicuramente validi, mancava un’invenzione in grado di rivoluzionare l’intero settore della produzione e distribuzione di carta e cartone. Ci ha pensato un team di ricercatori cinesi e americani dell’università della California, che hanno creato la carta riscrivibile, ovvero un metodo con cui si può stampare su uno stesso foglio di carta fino a 80 volte attraverso un sistema di riscaldamento.

carta riscrivibile

Lo studio parla di una sorta di pellicola in grado di cancellare qualunque traccia di toner dai fogli di carta stampata. Con una serie di procedimenti chimici e con la forza dei raggi ultravioletti, gli scienziati sono riusciti a riutilizzare direttamente la carta, senza passare dagli abituali processi di riciclo, studiando i pigmenti di colore dell’inchiostro e la loro reazione chimica nei confronti dei raggi UV.

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Ecco qual è il suo funzionamento: la pellicola di nanoparticelle, applicata al foglio di carta al momento della stampa, se stimolata attraverso i raggi ultravioletti cambia colore, diventando così riscrivibile fino a 80 volte semplicemente riscaldandola a 120 gradi.

Altri prima di loro avevano sperimentato metodi per ridurre l’impatto ambientale del settore della produzione di carta e cartone (un esempio su tutti, il metodo Reduse dei due ricercatori dell’Università di Cambridge) ma per farlo si dovevano usare mix di solventi, dannosi in egual modo all’ambiente, oppure cancellare l’inchiostro con il laser, un metodo molto costoso e quindi poco efficiente.

Ora invece, questa pellicola non ha controindicazioni né per l’ambiente né per l’economia dal momento che si serve di due pigmenti di colore: il pigmento blu di Prussia (che diventa incolore quando si carica elettricamente) e il biossido di Titanio (TiO2). Questo composto, applicato sotto forma di pellicola sulla carta, se stimolato con raggi ultravioletti, reagisce cancellando completamente ogni traccia di inchiostro. Il procedimento, hanno scoperto i ricercatori, non altera la fibra del materiale, rendendolo quindi riutilizzabile fino a 80 volte.

La leggibilità dei fogli stampati con questo metodo, sarebbe a breve termine: fino a 5 giorni, prima che il foglio torni di nuovo di colore blu come in origine. Non pensiamo però che questa tecnologica innovazione serva per stampare libri storici o atti catastali, l’idea è nata pensando all’incredibile quantità di carta e cartone stampati che finiscono nella spazzatura dopo pochi giorni, a volte dopo pochi minuti, come nel caso degli imballaggi e delle confezioni dei prodotti. L’uso di questo tipo di carta riscrivibile avrebbe, secondo i ricercatori, moltissime applicazioni pratiche anche nella stampa e nella lettura d’informazione a breve termine, come giornali, riviste, volantini e cartelloni pubblicitari, con un notevole impatto in termini di tempo e di risorse per le imprese e per l’ambiente.

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