Smart cities: un viaggio nel futuro delle "città intelligenti"

Smart cities: un viaggio nel futuro delle “città intelligenti”

Innovazione tecnologica, sostenibilità ed efficienza sono i tre pilastri alla base del concetto di “città intelligente”, o smart city, una soluzione all’avanguardia per affrontare le sfide urbane del nostro tempo e rendere le città un luogo più vivibile, accessibile e sicuro.

Le città sono da sempre i centri pulsanti della civiltà umana, ma oggi – grazie ai rapidi progressi tecnologici nel campo delle comunicazioni e dell’informazione – stanno vivendo una trasformazione senza precedenti.

Le cosiddette “Smart Cities” – ovvero città intelligenti in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti grazie all’utilizzo di soluzioni digitali che vanno a beneficio dei loro abitanti ed imprese- stanno emergendo come il futuro delle aree urbane, promettendo da un lato di migliorare la qualità della vita dei cittadini e, dall’altro, di fornire concrete soluzioni per affrontare sfide sempre più attuali e di portata globale, come quelle riguardanti l’urbanizzazione incontrollata, l’incapacità di smaltire in modo adeguato i rifiuti (soprattutto quelli plastici), l’efficienza energetica e, più in generale, la sostenibilità ambientale.

Sebbene il termine “città intelligente” sia sempre più in voga, spesso questo viene ancora utilizzato da enti ed amministrazioni locali in modo vago e inappropriato, talvolta come strumento di marketing per promuovere una determinata agenda politica, altre focalizzandosi più sull’aspetto tecnologico e “futuristico” del termine più che sulle sue concrete implicazioni. Questo porta inevitabilmente a perdere di vista il reale impatto che una “città intelligente” può avere sul futuro della collettività – e su quello del nostro Pianeta.

In questo articolo, scopriremo che cosa si nasconde realmente dietro al termine “smart city”, esplorandone sia i benefici che i rischi per la nostra vita quotidiana, che le sfide che queste dovranno superare per contribuire alla risoluzione delle sfide urbane del nostro tempo.

Smart city:  che cos’è una “città intelligente”?

Sostenibilità, tecnologia, e innovazione: questi sono i tre pilastri alla base dell’idea di smart cities (o “città intelligenti”), le comunità urbane del futuro che integrano le ultime tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle proprie reti ed infrastrutture per migliorare in modo concreto la qualità di vita dei propri cittadini, ottimizzare la qualità dei servizi pubblici e di quelli offerti dalle imprese e promuovere la sostenibilità ambientale.

Attraverso la raccolta e l’analisi in tempo reale di una vasta mole di dati, queste tecnologie consentono infatti di semplificare e ottimizzare la gestione di svariati settori cardine per il buon vivere comune, da quello dei trasporti, a quello energetico, per passare alla gestione dei rifiuti e la sicurezza dei cittadini su tutto il suolo urbano.

Questo è reso possibile sia dagli sviluppi più recenti del cosiddetto “Internet delle Cose” – o Internet of Things, IOT – ovvero una rete di oggetti e dispositivi (come, ad esempio, come elettrodomestici, veicoli, dispositivi di monitoraggio ambientale, dispositivi indossabili, infrastrutture urbane e molto altro ancora) dotati di sensori, attuatori e software che permettono loro di raccogliere diverse tipologie di dati dall’ambiente circostante, interagire con esso e scambiare poi le informazioni ottenute con altri dispositivi o sistemi dello stesso tipo, che da un utilizzo sempre più ampio dell’Intelligenza Artificiale (AI) e delle sue principali applicazioni in diversi settori cardine dell’amministrazione pubblica, dall’assistenza sanitaria alla progettazione industriale, per passare alla finanza e alla sicurezza stradale e mobilità urbana.

Tra queste applicazioni concrete possiamo citare, ad esempio, i cosiddetti veicoli autonomi, che possono circolare in strada senza un conducente umano e, grazie all’analisi dei dati provenienti dai sensori e alla capacità di apprendimento automatico, sono in grado di prendere decisioni in tempo reale e adattarsi al traffico e alle condizioni stradali, con importanti vantaggi sia per la sicurezza stradale che per la gestione del traffico.

Tuttavia, come abbiamo accennato poco fa, non si tratta soltanto di una questione di tecnologia: una città intelligente si concentra anche – e soprattutto – sul coinvolgimento e sulla partecipazione attiva della comunità e sulla promozione di uno sviluppo più equo e sostenibile. Un coinvolgimento che si estende dalla pianificazione delle politiche urbane alla loro concreta messa in opera, e che mira a rendere i cittadini attori prima ancora che beneficiari di queste stesse iniziative governative. A sua volta, questo coinvolgimento contribuisce ad aumentare il senso di appartenenza e responsabilità della popolazione verso la propria città, in un circolo virtuoso che si autoalimenta e fornisce linfa vitale allo sviluppo e al miglioramento della smart city stessa.

Un forte investimento sul capitale umano che si riflette anche nella promozione di un’istruzione di alta qualità, convogliata attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, quali piattaforme e laboratori digitali che offrono contenuti educativi personalizzati e consentono agli studenti di apprendere in modo più interattivo e coinvolgente, così come di opportunità di formazione e sviluppo professionale. Attraverso programmi di apprendimento online, corsi di formazione digitale e collaborazioni con aziende e istituti di ricerca, le persone possono acquisire competenze di ultima generazione e adattarsi alle nuove tendenze del mercato del lavoro –un insieme di soft e hard skills riassumibile con il termine di “capitale intellettuale”.

In poche parole, seguendo quanto riportato nel report “Smart City. Progetti di sviluppo e strumenti di finanziamento” dell’Osservatorio Smart City dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), le smart cities si avvalgono di tecnologie all’avanguardia (in primo luogo intelligenza artificiale e Internet delle Cose) per potenziare ed ottimizzare la gestione delle risorse tangibili (come infrastrutture energetiche e di trasporto, e risorse naturali) e intangibili (quali capitale umano e sociale, istruzione e conoscenze, e capitale intellettuale) che sono alla base della corretta amministrazione del territorio urbano, con il fine ultimo di migliorare la vivibilità e la sicurezza della città stessa, ma anche di efficientare la gestione e l’erogazione dei suoi principali servizi. Di riflesso, questo permette di rispondere ad alcune delle sfide ambientali più pressanti connesse con la crescente urbanizzazione che sta interessando pressoché l’intero globo (quali gestione dei rifiuti, inquinamento legato ai trasporti terrestri e marini, uso delle energie fossili, e così via).

Smart cities: i sei pilastri alla base di una “città intelligente”

Sono sei i pilastri che, sulla base del report di analisi proposto dal CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) alle Istituzioni europee e ai Governi nazionali, dovrebbero stare alla base dello sviluppo di una smart city realmente integrata e in grado di rispondere alle sfide socio-economiche, politiche ed ambientali del futuro:

  1. Infrastrutture intelligenti e inclusività digitale: le smart cities sono dotate di infrastrutture intelligenti che utilizzano tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi urbani. Queste infrastrutture includono reti di comunicazione ad alta velocità, sensori intelligenti, sistemi di gestione energetica e dispositivi interconnessi (il cosiddetto “Internet of Things”). Questo si riflette anche nel cosiddetto redesign urbano, ovvero “la riprogettazione e la riconversione di edifici ed infrastrutture pubbliche in una logica produttiva, ambientale e sociale, con l’obiettivo di favorire non solo l’aumento di valore economico dei beni, ma anche del valore d’uso percepito dall’utenza , grazie anche alla diffusione di tecnologie efficienti e connesse”.Allo stesso tempo, gli amministratori di una smart city lavorano per ridurre il divario digitale e promuovere l’inclusione di tutti i cittadini nel tessuto sociale, garantendo a ciascuno di essi, indipendentemente dalle condizioni di partenza, libero accesso alle tecnologie digitali e alle reti di comunicazione. Ciò può voler dire fornire ai cittadini una connessione Internet gratuita nelle aree pubbliche, così come offrire un’adeguata formazione digitale alle persone svantaggiate o sviluppare servizi digitali accessibili a tutti.
  2. Uso efficiente delle risorse e sostenibilità ambientale: le città intelligenti si impegnano a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività attraverso un uso più efficiente delle risorse, una miglior gestione dei rifiuti, e piani concreti per la riduzione delle emissioni di carbonio ed il miglioramento della qualità dell’aria e la tutela degli ecosistemi urbani. Per fare questo, utilizzando tecnologie intelligenti e soluzioni innovative in grado di monitorare e ottimizzare il consumo delle risorse stesse, quali ad esempio infrastrutture elettriche intelligenti (smart grids) in grado di supportare e favorire piani di risparmio energetico e facilitare il ricorso ad un mix di fonti di approvvigionamento.
  3. Connettività e accesso all’informazione: come abbiamo detto sopra, le smart cities garantiscono ai propri cittadini un accesso libero, affidabile e veloce all’informazione, attraverso una rete Internet ad alta velocità, Wi-Fi pubblici sicuri e performanti, adeguati servizi digitali e piattaforme online a supporto delle più svariate esigenze della popolazione.
  4. Partecipazione cittadina e coinvolgimento nella pianificazione urbana: le smart cities promuovono la partecipazione e il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle decisioni e nella gestione della città. Attraverso l’uso di piattaforme digitali e applicazioni mobili, i cittadini possono partecipare attivamente alla pianificazione urbana, fornire feedback, segnalare problemi e proporre soluzioni, il tutto con il fine ultimo di migliorare la qualità della vita urbana e instillare in essi un senso di responsabilità e “fiducia” verso l’amministrazione della cosa pubblica. Inoltre, adottano approcci digitali per la fornitura dei servizi pubblici e la gestione del governo. Questo include la digitalizzazione dei servizi amministrativi, la fornitura di servizi online per i cittadini, la trasparenza delle informazioni pubbliche e l’uso di dati per migliorare la pianificazione urbana e la sicurezza delle città.
  5. Mobilità intelligente: la mobilità intelligente è al centro dei piani di sviluppo urbano delle smart cities, e viene promossa attraverso soluzioni di trasporto sostenibili e innovative, inclusi sistemi di trasporto pubblico avanzati, condivisione di veicoli e biciclette e servizi di ride-sharing (la cosiddetta sharing mobility), nonché l’uso delle ultime tecnologie per migliorare il flusso del traffico e ridurre le congestioni stradali.
  6. Economia sostenibile e innovazione: le smart cities si concentrano sulla promozione di un’economia sostenibile, favorendo l’innovazione, la creazione di posti di lavoro di qualità e lo sviluppo di settori ad alta tecnologia. Inoltre, incoraggiano la collaborazione tra imprese, università e istituti di ricerca per stimolare l’innovazione e la crescita economica.

L’integrazione ed il bilanciamento di tutte e sei queste caratteristiche permettono di creare ambienti urbani più intelligenti, sostenibili ed efficienti, in linea sia con le sfide ambientali e sociali più pressanti del nostro tempo, ma anche con le esigenze quotidiane dei comuni cittadini e delle imprese che ne costituiscono il tessuto economico.

Smart cities: tra vantaggi e criticità

Efficienza, sostenibilità ambientale, inclusione sociale, sicurezza, abbassamento dei tassi di criminalità, trasparenza e buona governance: questi sono soltanto alcuni dei principali vantaggi delle smart cities, modelli di città intelligenti ed iperconnesse in grado di apportare concrete migliorie alla vita dei propri cittadini, ma anche ad imprese, amministrazioni ed enti governativi locali e, non da ultimo, all’ambiente.

Tuttavia, esistono anche alcune criticità che vengono spesso sollevate dai detrattori delle smart cities. Tra le principali troviamo perplessità riguardanti:

  1. Privacy e sicurezza dei dati: una delle criticità più spesso sollevate quando si parla di smart cities riguarda la vasta quantità di dati personali raccolti attraverso sensori, telecamere di sorveglianza ed altre tecnologie -e, più nello specifico, la sicurezza degli stessi. In questo senso, i detrattori delle smart cities sostengono che il rischio di accessi non autorizzati o gli abusi delle informazioni personali potrebbero mettere a serio pericolo la privacy dei cittadini.
  2. Esclusione digitale: non tutti i cittadini hanno accesso alle tecnologie digitali o hanno le competenze necessarie per utilizzarle.Ciò può creare una serie di disparità digitali che possono portare, sul lungo periodo, all’esclusione di alcune persone o comunità che non riescono a beneficiare appieno delle soluzioni proposte dalle smart cities.
  3. Dipendenza tecnologica: come abbiamo visto, il normale funzionamento delle smart cities si basa ampiamente sull’utilizzo di un’infrastruttura tecnologica d’avanguardia, la quale -sebbene sempre più di rado- può ancora essere soggetta a guasti o interruzioni. In particolare, malfunzionamenti o interruzioni di servizio potrebbe impattare in modo negativo sulla qualità dei servizi urbani e, di riflesso, rallentare o bloccare il normale svolgimento delle attività quotidiane.
  4. Consumi energetici: le smart cities consumano un altissimo quantitativo di energia, necessaria per alimentare le infrastrutture tecnologiche e i dispositivi ad esse connessi. Il problema sorge quando l’energia utilizzata per questi scopi non proviene da fonti rinnovabili, impattando in modo negativo l’ambiente e gli ecosistemi naturali, ed inficiando l’idea di sostenibilità che è alla base delle smart cities stesse.
  5. Costi di implementazione: la trasformazione di una città tradizionale in una smart city richiede investimenti significativi in infrastrutture e tecnologie avanzate, che spesso possono risultare particolarmente onerosi per le amministrazioni locali e richiedere un periodo di tempo considerevole per ottenere un ritorno sull’investimento.
  6. Disoccupazione: l’introduzione di tecnologie intelligenti e automatizzate può portare alla sostituzione di determinati lavori umani, causando disoccupazione e/o una riqualificazione dei lavoratori per adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Questo, oltre a richiedere un periodo di aggiustamento più o meno lungo, può comportare notevoli costi ed investimenti a carico dei datori di lavoro.
  7. Digital divide generazionale: come facilmente intuibile, esiste una differenza di competenze digitali tra le diverse generazioni. Gli anziani o le persone che non sono cresciute nell’era digitale potrebbero avere difficoltà ad adattarsi alle tecnologie che stanno alla base delle smart cities. Questo potrebbe a sua volta contribuire a creare una disparità generazionale nell’accesso e nell’utilizzo dei “servizi smart”.

Alla luce di queste criticità, il successo delle smart cities dipende in larga parte dalla capacità di amministrazioni locali, cittadini e parti interessate di collaborare per individuare soluzioni in grado di promuovere l’inclusione, la sicurezza dei dati e l’equità nelle smart cities, in modo da garantire una transizione responsabile verso un futuro più “intelligente”, a misura d’uomo e sostenibile.

Smart cities: realtà o utopia?

Helsinki, Barcellona, Parigi, ma anche Dubai, Singapore, e le nostrane Milano e Firenze: l’elenco delle città che hanno deciso di muoversi verso un futuro sempre più digitale e di implementare soluzioni “intelligenti” per migliorare la qualità di vita dei cittadini si allunga sempre più velocemente.

D’altronde, è ormai chiaro a tutti come le smart cities non siano più relegate in un futuro lontano da noi, ma costituiscano una sfida sempre più concreta e attuale che richiede una revisione in chiave olistica del concetto di città per come lo abbiamo inteso negli ultimi millenni.

In particolare, prerogativa essenziale per la digitalizzazione dei centri urbani è proprio la collaborazione tra i diversi attori che costituiscono il tessuto sociale urbano (amministrazioni locali, cittadini, imprese, enti del Terzo settore e organizzazioni no profit), collaborazione che sta alla base della risoluzione delle criticità tipiche delle città intelligenti, come la tutela della privacy e la prevenzione del digital divide generazionale.

Se i cittadini sono considerati attori chiave nel processo di innovazione delle città e sono invitati a fornire feedback e contributi per migliorare la qualità della vita nella città, i settori pubblico e privato devono lavorare a stretto giro per promuovere l’insediamento di imprese ad alta tecnologia e la creazione di posti di lavoro sempre più qualificati.

Dal canto loro, le amministrazioni locali sono chiamate ad agevolare tutti questi processi, creando ambienti urbani più sicuri, sostenibile, energeticamente efficienti, accessibili, inclusivi, che favoriscano il benessere e la felicità delle persone che vi vivono.

Infatti, vale la pena ricordare che una smart city non è solo una città iperconnessa e ipertecnologica, ma è anche una città che si adatta alle esigenze dei suoi abitanti, che mira a migliorare il capitale umano che la popola e a promuovere uno sviluppo urbanistico più equo e sostenibile.

In conclusione, sfruttando le potenzialità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, una smart city è una città in grado di affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo, promuovere l’innovazione, creare comunità più inclusive ed egualitarie e -in una visione di più ampio respiro- un futuro più sostenibile per tutti noi.

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