social trekking, una nuova proposta di turismo sostenibile

Social trekking: una nuova proposta di turismo sostenibile

Camminare a piedi tra la natura e soprattutto tra la gente: in questo consiste il Social trekking, nato qualche anno fa come progetto della cooperativa Walden, un esempio peculiare di turismo sostenibile.

Un’esperienza da vivere in questo 2016, scelto dal ministero dei Beni culturali come Anno nazionale dei cammini.

Cos’è il Social trekking

Una parola chiave, condivisione, e poche regole: basso impatto ambientale, zaino in spalla e scarpe da trekking comode. Camminare fa stare bene con se stessi: amplifica le capacità percettive, affina i sensi all’ascolto degli stimoli esterni, fa nascere emozioni e riequilibra il rapporto con l’ambiente circostante. Insomma, una filosofia di vita da applicare nel tempo libero.

Lontano dai canoni dei viaggi proposti dalle agenzie turistiche, il Social trekking sceglie un altro approccio: si propone di studiare viaggi in una nuova ottica, per valorizzare l’incontro e la condivisione delle esperienze, attingendo alla volontà e alla solidarietà del popolo dei camminatori, ma anche della gente comune, nella ricerca di nuovi spunti e idee per un percorso fecondo di condivisione.

Quindi, per esempio, si viene accolti dalle autorità locali, si mangiano i piatti caratteristici della cucina tipica, preparati magari da un’associazione tutta al femminile, oppure si coinvolgono nelle attività artisti e chiunque abbia qualcosa da offrire o da raccontare, a suo modo. Anche nella scelta della sistemazione o dei luoghi l’attenzione cade preferibilmente su attività sensibili al rispetto della natura (come agriturismi costruiti con principi di bioarchitettura).

Un modo per condividere

Decidere di trascorrere il proprio tempo libero o le proprie vacanze in questo modo significa essere pronti ad accogliere la ricchezza dell’interazione con altre persone, condividendo idee, opinioni, gusti – mangiando magari seduti allo stesso tavolo – ma anche lo stesso tetto o la fatica e l’impegno profusi per raggiungere un rifugio o un valico montano, godendosi insieme panorami e natura incontaminata oppure un tuffo nelle acque di un torrente.

Un turismo dell’incontro

Il Social trekking quindi può significare molte cose assieme: può essere un modo per tornare in equilibrio con se stessi entrando in contatto con la natura, ma anche per conoscere altre persone con la nostra stessa sensibilità, se lo si intende come turismo dell’incontro e della condivisione. Comunque sia, è un’occasione per imparare a interagire, con i compagni di camminata così come con gli abitanti dei luoghi che si attraversano, viaggiando non chiusi in se stessi ma con la mente aperta al mondo, in una sfida stimolante di confronto e crescita nella diversità.

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Social Trekking turismo sostenibile

In intimità con la natura

L’invito è poi quello di viaggiare leggeri, sia come bagaglio sia come mente. Per questo, per tenere lontane le abitudini e le ansie di tutti i giorni, meglio spegnere il telefono, per non leggere messaggi e notifiche, guardando e sentendo soltanto i suoni della natura. Telefono e social network, magari solo alla sera e con moderazione: per godersi appieno un’esperienza unica e rigenerante.

Perché la scelta del nome Walden? Walden ovvero vita nei boschi è un libro dello scrittore statunitense Henry David Thoreau che tra il 1845 e il 1847 visse in una capanna che si era costruito presso il lago di Walden, in Massachusetts, dedicando due anni a cercare di instaurare un rapporto di intimità con la natura e a ritrovare se stesso, scioccato da una società basata sul valore dei soldi.

Walden ovvero vita nei boschi, il libro da cui nasce l'idea del social trekking

Attenzione alla realtà sociale
Il Social trekking si rivolge a tutti: giovani, adulti, anziani, single oppure coppie, famiglie, persone allenate e abituate a camminare, ma anche coloro che, magari soltanto per pigrizia, non lo hanno mai fatto e vogliono cominciare. Secondo gli ultimi dati disponibili, i camminatori in Italia sarebbero circa 600.000, una cifra davvero considerevole. Molto più dei social network, che mettono in contatto la gente spesso in modo virtuale, il Social trekking è uno strumento che consente di organizzarsi, di ritrovarsi nello spazio reale, per scoprire il mondo attorno a noi, muovendosi, in città o nella natura, in luoghi magari poco conosciuti, lontano dalle grandi mete turistiche.

Rallentare i ritmi

In angoli remoti del paesaggio urbano oppure lungo sentieri poco battuti, sentendo soltanto i propri passi e le proprie emozioni, si incontrano luoghi e persone sconosciute, ma interessanti, con un carico di conoscenza che può essere utile a tutti noi. Per creare una rete di amicizie reali, tangibili, tra persone che viaggiano a piedi per il mero piacere di camminare, di ascoltare il silenzio, di assecondare i ritmi della natura, così come i suoi elementi, i suoi colori, le sue meraviglie. Per scoprire il mondo, a volte bisogna infatti rallentare, concedersi del tempo, per ascoltare e capire altre culture, usi e costumi a noi ignoti, aiutando al contempo piccole economie, facendo attenzione a condurre uno stile di vita consapevole, più sobrio e attento.

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Un laboratorio per sperimentare

Social trekking significa anche promozione della cultura dell’accoglienza, della pace e del rispetto per gli altri (di tutti gli altri), per essere testimoni di stili di vita attenti ai valori etici e solidali, nella valorizzazione della legalità. È come partecipare a un laboratorio in cui si sperimentano, davvero, stili di vita alternativi, si realizzano sogni, si progetta una società più giusta e attenta alle diversità e agli ultimi: camminare è sostenibile, farlo assieme ad altre persone è un primo passo per cambiare il mondo, partendo dalle piccole comunità, fermandosi e conoscendo chi le abita e le anima.

Camminare per le vie di una città

Ogni anno viene scelta una grande città da visitare. Dopo Firenze nel 2013, Bologna nel 2014 e Torino nel 2015, quest’anno (19-21 febbraio) è toccato a Roma: non per vedere il Colosseo o San Pietro, bensì per fare escursioni guidate da volonterosi cittadini che conoscono angoli o aneddoti curiosi, non citati dalle guide turistiche, alla ricerca dei tesori perduti, tra i palazzi delle borgate, per vedere da vicino la vita quotidiana della gente del posto, lontano dai chioschi e dai gladiatori in versione moderna. Per toccare con mano che, tra incuria ed emarginazione, disoccupazione e degrado, c’è chi lotta, chi si batte per la dignità e il sociale, nei quartieri a forte immigrazione, facendo di tutto per coinvolgere anche le persone con disabilità, spesso ostacolate o impedite nel loro spostarsi lontano da casa.

Nelle grandi città più che altrove è possibile apprendere dalle più svariate culture, quelle degli immigrati giunti da molto lontano, per arricchire le nostre conoscenze e allargare il nostro sguardo sulle vicende del mondo, cogliendo, soltanto così, particolari che altrimenti, spostandoci vorticosamente per il contesto urbano, non si possono cogliere.

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E negli spostamenti viene prestata la massima attenzione all’impatto ambientale, scegliendo laddove possibile i mezzi pubblici, il car pooling oppure spostarsi – anche su lunghe distanze – a piedi. E per quanto riguarda le destinazioni fuori dall’Italia, si scelgono mete raggiungibili possibilmente in treno o in traghetto.

Guarda il video sul Social Trekking

 

Una proposta di viaggio: a Pasqua in Costiera Amalfitana

26 marzo – 2 aprile 2016

social trekking costiera malfitana turismo sostenibile

Appuntamento a Salerno, sabato 26 marzo, per un viaggio alla scoperta della Costiera Amalfitana, uno di quei luoghi da vivere a contatto con la bellezza di luoghi e paesaggi. Si pernotta in piccoli alberghi, locande e affittacamere accoglienti e caratteristici. Il ritorno è previsto per sabato 2 aprile, con arrivo a Sorrento e tragitto in circumvesuviana, direzione stazione FS di Napoli.  Il tour prevede un percorso a tappe tra Cava dei Tirreni e Punta Campanella, passando per Maiori e Minori, Ravello, Amalfi e Bomerano. Nell’affascinante giro turistico è inclusa Villa Cimbrone, dove Greta Garbo ammirava l’infinito e Villa Rufolo, dove traeva ispirazione Richard Wagner per le sue opere. E poi tanto mare, soste a tavola e in agriturismo, con le verdure dell’orto e calici colmi di vino rosso di Gragnano che tintinnano dalle prime luci del tramonto. Per il dettaglio del programma vedi il sito www.waldenviaggiapiedi.it.
Se state cercando idee di viaggio per le vacanze di pasqua a contatto con la natura, guardate tutte le nostre proposte di viaggio per una vacanza sostenibile.

 

Immagine di apertura: © Rido | Dreamstime.com

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