
Spreco di acqua e siccità: un problema da risolvere
La siccità è lo spreco di acqua sono un problema da affrontare e che non può più essere rimandato.
Lo spreco di acqua è un problema sempre più urgente: l’acqua infatti è una risorsa strategica per la sopravvivenza del Pianeta che diventa ogni giorno più scarsa a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato ad un notevole aumento delle temperature e ad una evidente diminuzione delle piogge.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti per tutti, dallo scioglimento dei ghiacciai alla siccità, lo spreco di acqua e la crisi idrica che sta colpendo duramente proprio in questi mesi la nostra Penisola, con il livello del fiume Po sceso del 65% e le ultime ordinanze restrittive che riducono il consumo d’acqua a Roma.
“Fra il 2012 ed il 2050 ci sarà un ulteriore aumento della siccità e una diminuzione del 20% delle piogge” sostiene Paola Mercogliano, esperta del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.
Occorre dunque correre ai ripari il prima possibile per poter adottare nuovi sistemi ed evitare lo spreco di acqua che oggi in Italia è molto elevato e per aumentare le riserve d’acqua che sono sempre più scarse.
Come fare per sprecare meno acqua?
Prima di tutto dovremmo chiederci per che cosa viene utilizzata più acqua e come viene utilizzata.
Partiamo dal problema dell’irrigazione dei campi e della produzione agro alimentare.
In Italia sotto accusa ci sono i contadini che secondo le statistiche consumano il 51% dell’acqua per la produzione di alimenti di prima necessità come riso e frutta. Per un chilo di mele servono 970 litri, mentre ne servono addirittura 3.400 per un chilo di riso.
Francesco Vincenzi dell’Anbi (associazione nazionale che realizza e gestisce opere di difesa e regolazione idraulica e interventi di salvaguardia ambientale) sostiene che “i coltivatori usano l’acqua, non la consumano. Poi la restituiscono all’ambiente. E fanno di tutto per risparmiarla, anche perché la pagano cara. Il problema vero è che in Italia riusciamo a usarne soltanto l’11%. Il resto finisce in mare. Per questo facciamo di tutto perché ogni goccia sia usata per produrre reddito. L’obiettivo più urgente in Italia è quello di costruire nuovi bacini, piccoli e medi. Hai un bel da risparmiare acqua, se le riserve sono esaurite“. (fonte La Repubblica)
A palazzo Chigi è stato presentato pochi giorni fa il progetto per la costruzione di 2.000 bacini medi e piccoli, necessari soprattutto al Nord, dove non se ne costruiscono più da cinquant’anni.
Un’altro passo importante va verso il miglioramento della gestione delle risorse idriche del nostro Paese attraverso sistemi sempre più tecnologici e innovativi, un esempio è Irriframe, il portale di irrigazione dell’Anbi nato per gestire al meglio le risorse idriche e risparmiare acqua attraverso l’invio di preziosi consigli e informazioni ai contadini sullo stato dei terreni e la crescita delle piante.
Ad oggi sono 12.000 solo in Emilia Romagna i coltivatori iscritti al portale che, grazie alle informazioni ricevute tramite la App di Irriframe, conoscono lo stato dei loro terreni e delle loro coltivazioni in tempo utile per calcolare dove è più conveniente e necessario irrigare e la quantità di acqua da somministrare alle piante. Con questo sistema si risparmia il 25% di acqua.
Ma per evitare lo spreco di acqua non basta migliorare il sistema di irrigazione dei campi, occorre fare molto di più: secondo un rapporto pubblicato a inizio 2017 da Utilitalia gli acquedotti italiani sono troppo vecchi e generano enormi sprechi d’acqua: si perde fino a 139 litri d’acqua al giorno a persone a causa del sistema idrico obsoleto, con tubature usurate e malfunzionamento dei contatori. In Italia si perde in media il 38,2% dell’acqua potabile. A marzo di quest’anno il governo Gentiloni ha stanziato 4,5 miliardi di euro per investimenti destinati a migliorare il trattamento delle acque a valle e a contrastare le perdite.
Anche le aziende che operano nel mercato dell’acqua sono sempre più attente agli sprechi e al collaudo di sistemi di trasporto dell’acqua adeguati, che ne preservino le proprietà organolettiche e che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale. Così Acqua Sant Anna viene trasportata solo su rotaia e con camion ecologici, mentre San Pellegrino nei suoi impianti utilizza il 100% di energia da fonti rinnovabili.
E noi che cosa possiamo fare per non sprecare acqua?
Non meno importante è il nostro comportamento in termini di utilizzo dell’acqua che tutti i giorni abbiamo in abbondanza nelle nostre case. L’Italia è uno dei paesi al mondo dove si consuma più acqua, secondo l’Istat ogni abitante consuma circa 245 litri di acqua potabile al giorno.
La prima cosa che ci viene in mente è certamente quella di limitare il consumo di acqua con piccoli accorgimenti quotidiani, come chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti, limitare l’uso della lavatrice o della lavastoviglie allo stretto indispensabile e non far scorrere inutilmente l’acqua dal rubinetto mentre laviamo i piatti.
Ma, sebbene questi accorgimenti siano certamente molto utili, non sono sufficienti se non sono abbinati ad un corretto stile di vita, orientato alla sostenibilità. Questo significa che per non sprecare acqua, dobbiamo innanzitutto non sprecare il cibo: 706 milioni di metri cubi d’acqua sono sprecati dai consumatori in modo indiretto mediante gli sprechi alimentari e gli alimenti che necessitano di una maggiore quantità d’acqua per essere prodotti e arrivare sugli scaffali dei nostri supermercati sono carne e latticini.
