nuovo vaccino per salvare i furetti dal rischio estinzione

Un nuovo vaccino per salvare i furetti dall’estinzione

I rarissimi furetti dalle zampe nere rischiano l’estinzione a causa di un epidemia che colpisce le loro principali prede: i piccoli roditori chiamati cani della prateria.

Per salvare i furetti, che abitano nelle praterie del Montana negli Stati Uniti, è stato brevettato un particolare vaccino sotto forma di pasticche al burro d’arachidi, dall’aspetto simile in tutto e per tutto a quello degli M&M’s.

Il vaccino, brevettato dallo Us Fish and Wildlife Service (Fws), agenzia per la tutela della fauna selvatica, proteggerà i cani della prateria dall’epidemia di peste silvestre che sta colpendo decine di milioni di esemplari. Con questo vaccino si vuole proteggere entrambe le specie, i rari furetti dalle zampe nere, chiamati “puzzole americane”, e i piccoli roditori, chiamati cani della prateria.

Le pasticche saranno sparate in tre direzioni differenti da droni specializzati, che ogni ora sorvoleranno, a un’altezza di circa 3 metri da terra, aree di 200 acri, attuando una distribuzione di 50 esche per ogni acro. Le operazioni si dovranno svolgere nei mesi di luglio e agosto, dall’alba a mezzogiorno, per consentire ai cani della prateria di uscire a nutrirsi prima di sera, evitando così di imbattersi in altri mammiferi a caccia di cibo. L’esperimento verrà condotto dapprima nel Montana, nella contea di South Philips e in caso di esito positivo sarà esteso anche ai parchi del Colorado e dell’Arizona.

furetti dalle zampe nere

Una storia travagliata

Il Mustela Nigripes o furetto dai piedi neri, presente sul suolo americano da più di 100.000 anni, dopo il primo contatto con l’uomo non ha avuto vita facile. Scoperta nel 1851 da John James Audubon e John Bachman, nel corso del XX secolo questa specie, come molte altre in via di estinzione, è andata incontro a un rapido declino proprio a causa dell’alterazione del suo habitat naturale da parte dell’uomo.

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Negli anni Cinquanta la puzzola americana era data per estinta. Nel 1981, tuttavia, un cane si presentò fuori la porta di John Hogg e di sua moglie Lucy con un furetto morto fra i denti. Gli studi sui mustelidi ripresero, così come la loro ricerca: alla fine degli anni Ottanta erano stati rintracciati ben 129 furetti dai piedi neri.

Gli sforzi congiunti dell’IUCN (World Conservation Union), del US Fish & Wildlife Service e di diversi parchi nazionali americani hanno portato a un notevole incremento del loro numero, che alla fine del 2015 ammontava a 300 esemplari.

cani della prateria roditori

Mai fidarsi del nome

La relazione fra furetti e cani della prateria ha origine antiche, risale alla preistoria. I furetti sono sempre stati i cacciatori e i cani da prateria le prede; col tempo la dipendenza dei furetti dal loro alimento preferito è aumentata, al punto che attualmente il 90% della dieta delle puzzole americane è costituita da queste simpatiche bestiole, il cui nome può trarre in inganno.

A dispetto del nome, infatti, i cani della prateria non appartengono alla famiglia dei canidi, ma a quella dei roditori. Simili a marmotte, quando avvertono un pericolo emettono un suono che ricorda un latrato, che ha fatto sì che venisse affibbiato loro il nome di “cani”. Sono infaticabili scavatori e ingegnosi architetti, al punto che nelle loro tane costruiscono persino apposite aree per i bagni. Le loro gallerie diventano poi il rifugio ideale per serpenti, civette e furetti dai piedi neri.

 

 

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