
Vegan Man: alimentazione vegana e sport
Si può essere atleti e avere un’alimentazione vegana?
Per Fabrizio Bartoli la risposta è sì e nel suo libro “Vegan Man” ci racconta la sua storia di atleta vegano con consigli su come praticare sport, allenamenti pensati per ogni tipo di sportivo (dal professionista al dilettante) e una sezione dedicata alla cucina e all’alimentazione con 80 ricette, tutte rigorosamente vegan.
Vegan Man è la storia di un uomo che ha deciso di seguire le sue passioni: dallo sport, all’amore per la natura e per gli animali, fino alla cucina. Questo libro è un manuale per chiunque voglia ritrovare la propria forma ideale, scoprire la bellezza e la varietà della cucina vegan o semplicemente seguire una passione attraverso l’alimentazione vegana.
Nel libro ci sono quattro sezioni, ciascuna dedicata a una tipologia di sportivo che Fabrizio trasforma in veri e propri personaggi:
- il LOW CAL – il dilettante della dieta, comincio lunedi!
- il FITNESS LOVER – il filosofo del fitness;
- il MUSCLE MANIAC – lo sciamano della palestra;
- il ENDURANCE MANIAC – il guru dello sport.
Per ciascun personaggio, nel libro troviamo gruppi di ricette, allenamenti e consigli su come integrare correttamente la propria dieta, senza rinunce, senza tristezza e soprattutto senza preoccupazioni. Primi, insalate, piatti unici, secondi e dolci. Tutte le ricette hanno una durata variabile da 20 minuti (per le più semplici) fino 2 ore per le ricette più complicate.
Ecco qualche esempio di piatti (le ricette complete le trovate nel libro).
Cous Cous Mediterraneo
piatti unici
25 minuti, FACILE
Ingredienti principali:
ceci, piselli, pomodori secchi, avocado, cipolla rossa e semi misti
Club Sandwich
secondi
30 minuti + marinatura, FACILE
Ingredienti principali:
pane ai cereali, avocado, cavolo cappuccio rosso, pomodoro, tempeh, salsa tahina e salsa di soia
Chia Pudding
dolce
15 minuti, FACILE
Ingredienti principali:
latte di mandorle o di cocco, semi di chia, macedonia di frutta, granola
Intervista a Fabrizio Bartoli
- Cosa ti ha spinto a diventare vegano: ragioni etiche o salutiste?
Sono diventato vegano e sono tutt’ora vegano per scelta etica al 100%. Ciò che mi ha spinto verso questa strada è stato l’amore e il rispetto per gli animali, non certamente un fattore salutare.
- Ci è voluto molto tempo per diventare vegano? Hai fatto fatica?
Sono stato prima vegetariano e poi pian piano ho sostituito tutti gli alimenti di origine animale e ora sono più di 4 anni che sono vegano.
Naturalmente ho fatto molta fatica, ma non da un punto di vista nutrizionale, ma perché ho dovuto combattere contro chi mi diceva che quel regime alimentare non era adatto ad un atleta che si allena 5-6 ore al giorno.
- Sei diventato vegano in età adulta e quindi facevi già sport ad alto livello: non hai avuto paura che questa scelta potesse influenzare i tuoi risultati?
Ovviamente questo vale per me, non posso dire con certezza che valga per tutti; per me la cosa funziona, ogni anno sto migliorando e ottengo risultati migliori. Per questo credo che valga la pena provare a essere atleti vegani. Non posso affermare che l’alimentazione vegana mi abbia aiutato a migliorare i miei risultati perché non ho dati certi, ma sicuramente posso affermare che non ha inficiato le mie prestazioni.
- La tua famiglia, i tuoi amici e i tuoi colleghi sportivi ti hanno sostenuto in questa scelta oppure no?
A dire il vero, il sostegno non l’ho avuto da nessuno. Tutti mi dicevano che secondo loro ne avrei risentito e che i miei risultati sportivi sarebbero peggiorati.
- É vero che la cucina vegana è poco interessante dal punto di vista organolettico?
Se ci pensiamo bene, carne e pesce bisogna cuocerli perché abbiano un aspetto invitante, quindi in un certo senso bisogna “correggerli” mentre frutta e verdura possono essere messi nel piatto anche crudi e risultano comunque molto appetibili; anche da un punto di vista visivo, non c’è paragone.
Credo che per prima cosa sia importante cambiare il nostro modo di pensare la cucina e il cucinare in sé, mettendoci tanta voglia di fare e tanta creatività.
- Quali sono i tuoi piatti preferiti? Ti manca un cibo in particolare?
Il primo è un piatto molto semplice a cui sono affezionato per tradizione, il secondo invece è una mia ricetta che trovate anche nel libro.
Sono entrambe ricette facili, pensate per essere cucinate a casa anche da chi non ha particolari competenze in fatto di cucina.
Un cibo che mi manca ogni tanto è il formaggio, ho un amico di famiglia che produce un ottimo caprino, allevando gli animali allo stato brado, che non vanno al macello ma muoiono di vecchiaia e devo ammettere che qualche volta quel caprino lo mangio.
- Che cosa fai quando non ti alleni?
Mi dedico alla produzione di olio extravergine di oliva toscano facendo del biologico e del monocultivar i nostri punti di forza.
- Nella nostra società c’è molta diffidenza verso i vegani, anche per via degli attivisti.
Tu cosa ne pensi, condividi le loro idee?
Ma detto questo, io credo che la cosa migliore sia avere un atteggiamento includente, non escludente. Porsi al di sopra di tutti e essere così talebani come stanno facendo i vegani attivisti, non fa altro che metterci gli uni contro gli altri senza ragione, e questo fa si che la gente pensi ai vegani come a qualcosa di brutto. Io non ce l’ho con chi mangia carne o pesce, anzi ben vengano gli onnivori consapevoli… Magari non ce la fanno a essere vegani, ma mangiano il pesce pescato solo davanti al loro mare, già questo sarebbe un bel passo avanti.
- Pensi che sia davvero possibile, perseguibile e sostenibile un mondo vegano?
Sì, credo di sì. Credo che per arrivarci ci sia bisogno di un atto di coscienza da parte di tutti verso quello che stiamo facendo agli animali. Senza dubbio sarebbe un mondo molto più responsabile.
- Sembra che tu abbia sempre bisogno di nuove sfide… Qual è la prossima?
Poi non so, non ho nulla di programmato ma posso dire che nel mio futuro ci sarà sicuramente qualche altra spedizione alpinistica.
