
Casette “portatili” e sostenibili: un’idea di Ikea per i rifugiati
Si chiama Better Shelter la casetta portatile che ha vinto il premio Beasley Design of the Year 2016 dedicato ai migliori progetti di design e assegnato dal Museo del Design di Londra.
Ideata dall’architetto e designer d’interni Johan Karlsson, grazie ai finanziamenti erogati dall’Ikea Foundation, la casa può ospitare fino a 5 persone, è dotata di pannelli solari per produrre energia ed è pieghevole e facilmente trasportabile.
La sostenibilità ancora una volta viene premiata e diventa strumento di aiuto alle popolazioni senza casa, dai terremotati italiani ai rifugiati di tutto il mondo. Il diritto ad avere una casa e le difficili condizioni di vita di chi si trova a vivere nell’emergenza, hanno portato Ikea, azienda leader del settore dei mobili svedese, a pensare ad una soluzione abitativa più comoda e più sicura delle tende.
Per progettare e realizzare una casa semplice da costruire e da trasportare, con materiali sostenibili che durassero nel tempo e che fungessero da riparo sia dal caldo afoso estivo, che dal freddo invernale e dalle piogge che causavano spesso inondazioni nelle tende, Johan Karlsson ha pensato di utilizzare la plastica riciclata. La plastica infatti è uno dei materiali più inquinanti del nostro pianeta ma, se riciclata, può essere utile in tantissimi modi.
Un’altro punto di forza del progetto, sono le dimensioni e la velocità di assembramento: la casetta ha una superficie di circa 18 metri quadri e può essere assemblato da quattro persone in poche ore, garantendo un tetto sopra la testa a moltissime persone in tempi brevissimi.
La produzione di queste casette “portatili” era iniziata nel giungo del 2015 e fino a oggi ne sono state distribuite oltre 16mila in luoghi di crisi come il Nepal, Iraq, Gibuti, Yemen e nell’isola greca di Lesbo. Ogni struttura ha un costo di poco più di 1000 euro ed è progettata per durare circa tre anni.
Anche l’energia elettrica all’interno della casa è green: sul tetto di ogni casetta viene installato un pannello solare che produce energia fino a un massimo di 4 ore consecutive. La casa inoltre è dotata dei comfort essenziali: una porta blindata, finestre, climatizzazione, luce e un caricatore per il cellulare. Il progetto Better Shelter ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e uno dei moduli abitativi è stato installato nella collezione permanente del Museo di Arte Moderna di New York.
Sul sito ufficiale del progetto, sono descritte nel dettaglio le caratteristiche della casa e vengono raccontate le storie dei tanti profughi e rifugiati che hanno potuto abitarci, ma non solo: le casette “portatili” sono servite anche come punto di appoggio per l’attività di Medici senza Frontiere.
